Leggendo
l'ordine d'arrivo del primo Gran Premio della stagione, sembrerebbe che i
rapporti di forza nella Formula Uno siano rimasti immutati. Guardando la gara,
si capisce che non è esattamente così.
di Federico Principi
La semplice
consultazione degli ordini di arrivo (di qualifiche e gara) del Gran Premio di
Australia è vivamente sconsigliata a chi, pur con l'intenzione di andare a
fondo nelle analisi e nelle opinioni, non sia riuscito a vedere la prima gara
della stagione. Potrebbe trarre in inganno sulle dinamiche che potrebbero
essere facilmente riconducibili a quei frequenti monologhi Mercedes che hanno
caratterizzato le ultime due stagioni, e onestamente hanno stancato forse anche
chi tifa Mercedes.
La Formula Uno aveva
lasciato il carrozzone sospeso sulle 6 pole position consecutive e le 3
vittorie di fila di Nico Rosberg a fine 2015. Hamilton aveva lamentato
difficoltà a guidare con le nuove sospensioni montate dopo il disastroso Gran
Premio di Singapore, e ha evidentemente lavorato molto nei test su questo
aspetto, risultando il più veloce in tutte (TUTTE) le sessioni cronometrate
prima della gara.
Nuove regole, parte 1
Il Gran Premio di
Australia è stato il primo (e forse ultimo) appuntamento della Formula Uno con
la regola dell'eliminazione continua in qualifica, conservando la consueta
separazione in 3 sessioni. Il taglio progressivo - differente da quello
"di gruppo" di fine Q1 e Q2 - ha costretto tutti i piloti a scendere
immediatamente in pista dopo il semaforo verde della pit lane, per stampare un
tempo il prima possibile e mettersi al riparo dalla tagliola precoce.
Le nuove regole della
qualifica hanno anche ridotto da 10 a 8 il numero di piloti ammessi alla Q3. Il
risultato è che anche i più veloci (Ferrari e soprattutto Mercedes) sono
costretti a fare il tempo con le più morbide e prestazionali mescole
(super-soft in Australia) tra le 3 differenti, da asciutto, portate dalla
Pirelli in ogni weekend. La conseguenza è che la prima parte di gara dei primi
8 in griglia viene obbligatoriamente effettuata proprio con il compound più
morbido, con il quale si registra il miglior tempo della Q2.
La nuova regola della
tagliola ha però portato a un'orrenda rinuncia collettiva del secondo tentativo
in Q3 negli ultimi minuti. Con gli altri 3 eliminati alle spalle, Verstappen ha
rinunciato al nuovo tentativo per risparmiare un treno di super-soft per la
gara, conscio che nessuno poteva soffiargli la quinta posizione e che al tempo
stesso non avrebbe potuto attaccare le Mercedes e le Ferrari. La stessa scelta
è stata effettuata proprio da Vettel e Raikkonen: pur essendo entrambi davanti
a Rosberg dopo il primo tentativo, i ferraristi hanno pensato che al secondo
giro buono le Mercedes avrebbero riallineato entrambi i piloti in prima fila.
Le Ferrari sono rimaste ai box tenendo in fresco un treno di super-soft per la
gara, usato nel secondo stint.
Parallelo
Hamilton-Rosberg nei loro rispettivi migliori giri della qualifica. Hamilton stacca meglio già nella prima curva.
Nuove regole, parte 2
Le regole della
qualifica sono state già abolite poche ore dopo la loro prima sperimentazione,
e dal Bahrain tornerà il format utilizzato fino a fine 2015. Non va invece
assolutamente modificata la nuova regola sull'utilizzo delle mescole in gara,
con la possibilità di scegliere tra 2 differenti compound (o tutti e 3, come ha
fatto Rosberg) tra quelli indicati dalla Pirelli.
Lo scorso anno si era
giunti in Australia con pneumatici soft e medi. Seguendo le indicazioni emerse
dal 2015 (ed evidentemente confermate dalla prima gara del 2016), la comparsa
della super-soft in Australia - con l'obbligo di utilizzo da parte delle
Mercedes almeno nel primo stint - avrebbe potuto dare una mano alla Ferrari. Le
Rosse hanno sempre mostrato di avere un passo gara mediamente molto più vicino
a quello delle Mercedes (o addirittura migliore in certi casi) con le gomme più
morbide, soffrendo invece con le temperature con pneumatici medi e duri.
È chiaro che tutto diventa più semplice (o
paradossalmente forse no) dopo una partenza così.
Dal 2016 cambia anche la
regola della procedura manuale della partenza. Il pilota più utilizzare solo
una levetta della frizione sul volante. Evidentemente su questo aspetto le
Ferrari hanno lavorato meglio durante l'inverno.
Paradossalmente no
perché, dopo tutti i discorsi ipotetici in cui la Ferrari avrebbe potuto e
dovuto prendere dei rischi per minacciare le Mercedes, i ruoli si sono
capovolti. Con le Rosse in potenziale doppietta e Hamilton tappato
inesorabilmente da Verstappen, il coltello dalla parte del manico passava
proprio alle frecce d'argento.
La prima mossa l'ha
fatta Rosberg con il primo pit stop alla conclusione del dodicesimo passaggio.
La presenza di Raikkonen alle spalle di Vettel si è quindi rivelata
fondamentale: il piccolo tappo effettuato dal finlandese è stato determinante
per allontanare di quei tre secondi e mezzo, circa, Rosberg dalla testa della
corsa. Il box Ferrari ha quindi capito che la seconda posizione, con l'undercut di Rosberg con gomma nuova, era
già persa e nel giro successivo ha chiamato Vettel ai box per proteggere la
leadership.
Non solo la strategia è
stata tempestiva e corretta, ma anche l'abilità esecutiva dei meccanici è stata
fondamentale. Il cronometro della regia internazionale ha registrato in 2,6
secondi il pit stop di Vettel contro i 3 di quello precedente di Rosberg.
Quattro decimi fondamentali per tamponare l'emorragia di gap sul giro che il pilota
Mercedes aveva dato al ferrarista in quel passaggio. Vettel è uscito dai box e
con grande cattiveria nel corpo a corpo ha mantenuto per un soffio la
leadership. Un pit stop più lento di due soli decimi avrebbe già pregiudicato
tutto.
L'inseguimento alla Ferrari ha stravolto anche i piani
di Lewis Hamilton. Ormai lontanissimo, l'inglese ha effettuato un cambio di
strategia totalmente impronosticabile alla vigilia. Le scelte dei treni di
pneumatici avevano mostrato come Hamilton (dei 4 piloti di vertice) fosse stato
l'unico ad aver deciso di portare un unico treno di gomme medie, obbligatorio
da scegliere ma non da usare. Hamilton al termine del giro 16 è entrato ai box
per montare proprio quel treno di medie - ovviamente mai provate nelle prove
libere - dopo che dalle scelte sembrava l'unico sicuramente orientato a coprire
tutta la gara con super-soft e soft.
Rosberg, Vettel e
Raikkonen avevano invece scelto due treni di medie, anche se poi non hanno
avuto modo di provarle nelle libere per colpa della pioggia.
All'uscita
dai box il Campione del Mondo aveva addirittura perso altre due posizioni,
frutto dei pit stop anticipati di Ricciardo e Sainz che gli hanno guadagnato
posizioni, oltre al ritorno di Verstappen. Hamilton era destinato a coprire 41
giri con un unico treno di gomme ma con diverse vetture lente davanti, e che
non era riuscito a sorpassare (e nemmeno ad attaccare) nel primo stint. Le Toro
Rosso, con power unit Ferrari 2015, hanno raggiunto degli ottimi livelli di velocità di
punta e il tracciato non è molto favorevole per i sorpassi nonostante due zone
di DRS. Al momento della bandiera rossa, provvidenziale per le Mercedes,
Hamilton aveva infatti accumulato un ritardo abissale da Vettel, destinato ad
aumentare.
Il clamoroso botto tra
Alonso e Gutierrez che ha causato la bandiera rossa.
Al re-start, Rosberg si
è presentato a sorpresa anche lui con gomme medie, deciso a percorrere con quel
treno i restanti 38 giri. Le Ferrari sono invece rimaste sulle super-soft,
obbligate ovviamente ad effettuare un altro pit stop. Che non c'è stato in
realtà per lo sfortunato Raikkonen, fermato dal surriscaldamento e susseguente rottura della turbina.
"On fire" nel
modo sbagliato.
La mossa delle Mercedes
si è rivelata vincente. Vettel, con le super-soft, doveva scavare quel gap
necessario per effettuare il pit stop e attaccare la leadership di Rosberg. Il
ferrarista è riuscito nell'operazione soltanto nei primi giri dopo il re-start,
con la gomma che aveva già percorso 5 giri prima della Safety Car ed era quindi
già in fase di degrado.
Il gap sul giro che Vettel dà a Rosberg è troppo poco, con il ferrarista costretto a un'ulteriore sosta.
Vettel, scartata la
possibilità di utilizzare la media, ha quindi allungato lo stint per non
costringere la gomma soft (da usare nel finale) ad un lavoro esagerato. Ovviamente
il ferrarista ha via via assistito alla progressiva riduzione del gap su
Rosberg e avrebbe dovuto colmarlo con gomma fresca nel finale.
Dal ventiseiesimo giro in poi il passo gara di Vettel e Rosberg tende sempre più a favorire il pilota Mercedes. Negli ultimi passaggi prima della sosta di Vettel, il margine si assottiglia fino quasi ad annullarsi.
La situazione è perfettamente illustrata dal grafico dei tempi. Prima della Safety Car e della bandiera rossa Vettel con la super-soft stava seminando Rosberg, che aveva la soft. Ricomincia a costruire un gap dopo la ripartenza (con Rosberg stavolta sulle medie) prima dell'inevitabile calo. Dati Forix.
Con la gomma super-soft nel secondo stint Vettel aveva infatti stampato 5 giri veloci, di cui uno prima della Safety Car e ben 4 consecutivi dopo la ripartenza.
Il pit stop di Vettel è
arrivato al trentacinquesimo giro. Un problema al fissaggio dell'anteriore
sinistra lo ha allungato di circa 3 secondi fino ai 5,6 effettivi. Tutto questo
ha portato Vettel all'estremo inseguimento delle due Mercedes con un gap di
circa 21 secondi dal leader e di circa 10 da Hamilton, più facilmente raggiungibile.
Il problema al fissaggio dell'anteriore-sinistra.
La gomma soft nuova,
rispetto alle medie già parzialmente degradate dei due Mercedes, ha mostrato la
classica parabola delle prestazioni. La spinta extra del pneumatico nuovo
ha inizialmente garantito più di un secondo al giro di guadagno su Rosberg e Hamilton, ma la
differenza di passo si è appiattita con il passare dei giri rendendo sempre più
difficile l'inseguimento alla vittoria.
Nel quarantaquattresimo giro Hamilton addirittura guadagna. In generale Vettel non recupera abbastanza tempo in queste fasi.
Il gap sul giro è tornato
a crescere a circa 10 passaggi dal termine, per il prevedibile degrado delle
medie dei due Mercedes. Un errore di Hamilton ha consentito a Vettel di
avvicinarsi ulteriormente e puntare direttamente la seconda posizione.
Nel giro 50 Vettel guadagna addirittura 1,3 secondi. Al giro 51 arriva l'errore di Hamilton e il gap tra i due in pista scenderà sotto il secondo con Vettel abilitato all'uso del DRS.
Nonostante la doppia
zona di DRS, rimaneva comunque difficile per Vettel passare una Mercedes che
sembrerebbe essere dotata di 20 cavalli in più, e per giunta in un circuito con
rettilinei abbastanza brevi e stretti. Vettel ha forzato la penultima staccata
per stare più vicino possibile al Campione del Mondo prima del rettilineo del traguardo, ma con il suo errore ha
congelato le posizioni verso una doppietta Mercedes dal sapore completamente
diverso da quelle degli scorsi anni.
Col senno del poi
La Mercedes ha
ribaltato l'inerzia della corsa montando le inizialmente snobbate (soprattutto
da Hamilton) gomme medie. Un rischio che si è clamorosamente presa anche la
Haas di Grosjean, sesto al traguardo con zero pit stop, partito con le soft e
autore del cambio verso le medie in regime di bandiera rossa.
Le strategie di tutti i piloti. Gomma rossa sta per "super-soft", gialla per "soft", bianca per "media.
Nonostante gli
stravolgimenti effettuati sulla vettura, pregi e difetti della Ferrari sembrano
essere rimasti identici. Grande passo con le gomme più morbide, tendenziale
rifiuto di medie e dure. E ancora una volta la Ferrari ha sofferto le
temperature basse della pista e la conseguente difficoltà a scaldare anche gli
pneumatici più morbidi.
Dopo pochi giri, per un attimo, scompare il sole e la pista si
raffredda. Rosberg stampa il giro record e diventa improvvisamente più veloce di Raikkonen di ben mezzo secondo, per poi
essere leggermente riportato a distanza di sicurezza dopo un paio di passaggi (e con il sole che torna a fare capolino).
Anche l'analisi del gap tra Raikkonen e Rosberg, nella prima parte di gara (al giro 12 sale la curva perché Rosberg va ai box), mostra che il distacco non sale mai oltre i 2 secondi ma contemporaneamente non scende mai sotto il secondo, escludendo proprio il giro 5 con pista fredda e giro record di Rosberg. Dati Forix.
Anche l'analisi del gap tra Raikkonen e Rosberg, nella prima parte di gara (al giro 12 sale la curva perché Rosberg va ai box), mostra che il distacco non sale mai oltre i 2 secondi ma contemporaneamente non scende mai sotto il secondo, escludendo proprio il giro 5 con pista fredda e giro record di Rosberg. Dati Forix.
In questo senso è stata
determinante l'impossibilità di provare le medie nella seconda sessione di
prove libere per via della pioggia. Nelle terze libere, le uniche con asfalto
completamente asciutto, il tempo a disposizione era di 1 ora soltanto e
andavano provati sia i giri da qualifica che i run con le due mescole più
morbide. Una FP2 asciutta avrebbe consentito di provare le medie almeno su uno
dei due piloti Ferrari, per verificarne prestazioni e durata. Lo scorso anno
Rosberg percorse 42 giri con un unico treno di pneumatici medi nuovi.
La Ferrari ha forse
sofferto ancora una certa sudditanza nei confronti della Mercedes, pur essendo
in testa alla corsa. Se Vettel e Raikkonen avessero marcato a uomo Rosberg,
copiando la scelta di mettere le medie, il rischio era quello che il tedesco
sarebbe stato costantemente sotto pressione a parità di mescola, e forse
sorpassato da Rosberg in pista. L'impossibilità per Hamilton di passare Verstappen nel primo stint avrebbe però dovuto dare manforte alla Ferrari nell'effettuare una scelta di gomma che marcasse a uomo i due piloti Mercedes.
La Ferrari ha tuttavia cercato di scavare un gap prestazionale con mescole più morbide, ma la super-soft nuova aveva già percorso 5 giri prima della Safety Car, perdendo quel surplus di prestazione fondamentale dopo il re-start. Probabilmente anche le simulazioni gara nei test - nelle quali (con serbatoio pieno) Ferrari e Mercedes erano alla pari, ma con serbatoio scarico e gomme medie le Mercedes erano decisamente più veloci - hanno pesato nelle scelte strategiche del Gran Premio di Australia.
La Ferrari ha tuttavia cercato di scavare un gap prestazionale con mescole più morbide, ma la super-soft nuova aveva già percorso 5 giri prima della Safety Car, perdendo quel surplus di prestazione fondamentale dopo il re-start. Probabilmente anche le simulazioni gara nei test - nelle quali (con serbatoio pieno) Ferrari e Mercedes erano alla pari, ma con serbatoio scarico e gomme medie le Mercedes erano decisamente più veloci - hanno pesato nelle scelte strategiche del Gran Premio di Australia.
Grafico dei tempi in gara con riferimento il tempo medio del vincitore (Rosberg):
- Come già visto, nel primo stint Rosberg si avvicina a Raikkonen solo in quel frangente di pista fredda citato in precedenza (e con il giro record), segno che a parità di gomma super-soft la Ferrari reggeva perfettamente il ritmo della Mercedes;
- Nell'ultimo stint Vettel avrebbe forse ripreso Rosberg se non ci fosse stato di mezzo Hamilton. I due Mercedes viaggiavano a ritmo simile, nonostante Hamilton avesse la pressione di Vettel ma avesse in precedenza rovinato le gomme dietro l'ingente traffico.
- È comunque curioso notare come Rosberg acceleri il passo non appena Ricciardo va ai box, e di conseguenza la strada davanti a Hamilton si sgombra: più difficile capire se il rallentamento finale del tedesco fosse dovuto al degrado (e a quel punto Vettel lo avrebbe raggiunto senza la presenza di Hamilton) o semplice gestione degli ultimi giri. Dati Forix.
- Come già visto, nel primo stint Rosberg si avvicina a Raikkonen solo in quel frangente di pista fredda citato in precedenza (e con il giro record), segno che a parità di gomma super-soft la Ferrari reggeva perfettamente il ritmo della Mercedes;
- Nell'ultimo stint Vettel avrebbe forse ripreso Rosberg se non ci fosse stato di mezzo Hamilton. I due Mercedes viaggiavano a ritmo simile, nonostante Hamilton avesse la pressione di Vettel ma avesse in precedenza rovinato le gomme dietro l'ingente traffico.
- È comunque curioso notare come Rosberg acceleri il passo non appena Ricciardo va ai box, e di conseguenza la strada davanti a Hamilton si sgombra: più difficile capire se il rallentamento finale del tedesco fosse dovuto al degrado (e a quel punto Vettel lo avrebbe raggiunto senza la presenza di Hamilton) o semplice gestione degli ultimi giri. Dati Forix.
Una possibile doppietta Ferrari, che manca
clamorosamente da Hockenheim 2010, si è trasformata in un'ennesima doppietta
Mercedes. I sacrosanti proclama di Marchionne e Arrivabene alla vigilia del
Campionato hanno fatto sì che i ferraristi abbiano ora l'amaro in bocca per un
risultato che un anno fa era accolto come un grande inizio. Ma se nel 2015
Vettel arrivò terzo a 34 secondi da Hamilton vincitore, il risultato della
prima gara del 2016 è più che indicativo del fatto che la nuova stagione sarà
probabilmente molto più combattuta.
Articolo a cura di Federico Principi
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