mercoledì 13 luglio 2016

Manici

Hamilton e Verstappen surclassano i rispettivi compagni di squadra ed escono vincitori dal Gran Premio di Gran Bretagna.

di Federico Principi







La Ferrari aveva concluso sul podio a Silverstone nel 2015 con Sebastian Vettel grazie alla pioggia e alla strategia voluta dal tedesco (ai box per montare le intermedie un giro prima di tutti gli altri, come Hamilton vincente), compensando in questo modo un grave gap prestazionale che l'aveva separata non solo dalla Mercedes ma anche da quella Williams in doppietta nel primo stint e suicida nelle strategie al primo pit stop.

Mancata evoluzione
Già al Gran Premio di Spagna, con un tracciato simile per conformazione a Silverstone per via dei curvoni lunghi (e guarda caso sono gli unici due finora in calendario con la gomma hard), la Ferrari non era andata oltre la terza fila scavalcata dalle due Red Bull piazzatesi alle spalle delle Mercedes. A Silverstone le gerarchie dei team sono rimaste immutate e la Rossa ha mostrato di non essere progredita rispetto al 2015 nella percorrenza dei curvoni lunghi, anche se stavolta non ha dovuto inchinarsi alle Williams in qualifica.

Nei giri migliori della qualifica le Ferrari sono dietro a Mercedes e Red Bull nel settore centrale, quello dei curvoni lunghi (tra cui le mitiche Becketts e Maggots) mentre nel primo e terzo settore (dove conta di più il motore) Vettel è alle spalle solo delle Mercedes. Da notare infatti come i più lenti nel settore centrale siano i piloti Williams e Force India - dotati di poco carico aerodinamico - che sono invece più veloci nel primo e terzo settore rispetto a McLaren e Toro Rosso per via del motore Mercedes.

La Ferrari ha evoluto enormemente la sua power unit a partire dal Gran Premio del Canada al punto tale da rivaleggiare con la scarichissima Manor nelle velocità di punta in qualifica. Le Manor a loro volta hanno battuto la Sauber di Nasr nei tempi, confermando (come la Williams nel 2015) che con un buon compromesso la velocità di punta è un fattore molto rilevante a Silverstone (come in Austria, con Wehrlein dodicesimo in qualifica e decimo in gara).

Vettel ha nuovamente dovuto sostituire il cambio ed è stato arretrato in undicesima posizione dopo il sesto tempo. Dopo essere stato battuto da Raikkonen anche un anno fa, e aver preso paga dal finlandese anche in Spagna, Vettel ha confermato che il suo stile di guida si adatta di più a circuiti con molte staccate e ripartenze rispetto a tracciati con curvoni ad alta percorrenza. Hamilton ha siglato una nuova pole davanti a Rosberg e Verstappen è finalmente riuscito a battere Ricciardo in qualifica, issandosi in terza posizione.

Strategie stravolte
La pioggia mattutina della domenica è stata una sorpresa ben accolta da alcuni e meno da altri. Quando la gara ha avuto inizio (con 5 passaggi onestamente ridicoli dietro la Safety Car) aveva comunque già smesso di piovere ma sono in ogni caso partiti tutti con gomme wet.

Soprattutto nell'ultimo settore, dalle Becketts fino alla Stowe, splendeva il sole e la pista sembrava decisamente da intermedie. Nessuno però (e la Ferrari poteva rischiarlo con Vettel in undicesima posizione) ha deciso di fermarsi dietro la Safety Car per montare le intermedie, accodarsi in fondo al gruppo ma aspettando che gli altri lo avrebbero fatto dopo, a gara in corso, con la possibilità di perdere molto più tempo.

Un plotone di piloti si è invece fiondato ai box al termine del giro 5, proprio nello stesso momento in cui la Safety Car è rientrata ai box. La prova del fatto che intermedie e wet si equivalessero più o meno nelle prestazioni l'ha fornita il duello tra Raikkonen e Ricciardo: mentre il finlandese è rientrato proprio nel momento in cui partiva la gara vera, l'australiano si è fermato un giro più tardi e appena rientrato in pista i due si sono trovati di nuovo appaiati come dietro la Safety Car. Si può quindi dedurre che i tecnici abbiano evitato di fare dei pit stop dietro la Safety Car perché non erano sicuri che, con le intermedie a fondo schieramento, il pilota in questione avrebbe poi superato le Sauber, le Manor, le Renault dietro una nube d'acqua (e che forse montavano ancora la gomma migliore, cioè la wet) mentre i piloti davanti avrebbero aspettato uno o due passaggi per scremare il traffico alle spalle e a loro volta fare il pit stop guadagnando.

Chi ha invece aspettato 2 giri (Hamilton, Rosberg, Verstappen e Perez rimasti davanti) ha avuto il grandissimo colpo di fortuna della Virtual Safety Car causata dall'uscita di pista di Wehrlein in curva 1 (che sarà fatale poi a molti con le slick). I primi quattro hanno effettuato il proprio pit stop in tutta comodità approfittando della lunghezza della finestra di Virtual Safety Car e hanno guadagnato molto terreno sugli inseguitori, dimostrando oltretutto la bontà della strategia di Vettel in Canada, mutilata dall'interruzione della finestra di Virtual Safety Car mentre lui era in pit lane e non aveva ancora compiuto il pit stop.

Il grafico Forix del gap tra Ricciardo e Perez. Nella prima parte di gara Ricciardo ha circa 4 secondi di vantaggio ma le finestre con le rispettive soste (contrassegnate con le linee blu) invertono di parecchio le posizioni e Perez esce con circa 6 secondi di vantaggio approfittando della Virtual Safety Car. Ricciardo, nonostante un ritmo nettamente migliore, passerà Perez solo al giro 21 (linea rossa), costretto per di più a un sorpasso contro una vettura dotata di una velocità di punta nettamente superiore.

Montate le intermedie da tutti, restava da capire (con la pioggia scongiurata fino a fine gara) quando i piloti sarebbero passati alla slick, quale gomma avrebbero montato e se quello sarebbe poi stato l'ultimo pit stop. Vettel, bloccato nelle retrovie e poco aggressivo dietro alla coltre d'acqua, si è dimostrato però reattivo ed è stato il primo a passare sulle slick al giro 15. All'uscita ha fatto registrare un secondo intertempo uguale ai primi e nel terzo intertempo ha stampato il record assoluto in gara del momento. Nel giro 17 ha poi realizzato il miglior tempo in gara ma l'acqua residua in curva 1 gli è stata fatale, causandogli un testacoda che gli ha rovinato gli pneumatici, oltre che fargli perdere tempo.

Le strategie di tutti i piloti. Vettel è il primo a montare le slick, gli altri lo seguono tutti a partire dal giro successivo. Tutti hanno scelto la gomma media e solo Massa, Alonso e Magnussen hanno poi fatto un'altra sosta. Le Force India non avevano treni di medie nuove ma solo due treni a testa usati.

Vettel è stato il primo a dover scegliere che gomma montare e la preferenza della media si è rivelata unanime. Nonostante i giri da percorrere fossero ancora 35-37 nessuno ha preferito andare sulla hard o magari puntare su due stint con la più prestazionale soft, nonostante secondo Cristiano Sponton la Ferrari nelle prove libere del venerdì aveva perfino più ritmo con le hard.

Anche il passo gara di Hülkenberg nel venerdì, al netto dei carichi di benzina, sembrava molto simile tra medie e hard.

Eppure la Pirelli qualche settimana fa aveva diffuso una nota con le corrette temperature di utilizzo degli pneumatici. Era emerso che proprio le hard, seguite dalle soft, hanno bisogno di una temperatura più alta (rispettivamente 105-135°C e 100-125°C) seguite dalle medie (90-120°C) e da super-soft e ultra-soft (85-115°C) che in Inghilterra non c'erano. La temperatura fredda dell'asfalto, unita alle chiazze d'acqua ancora presenti fuori traiettoria (soprattutto in curva 1) hanno fatto sì che tutti i team si siano orientati sulla media, che aveva comunque poco degrado e aveva bisogno di 15°C di meno in media per poter funzionare correttamente.

Anche su una macchina molto scarica di aerodinamica e quindi soggetta a degrado come la Manor, la gomma media sembrava estremamente costante nelle libere del venerdì.

Mentre la soft a sua volta, anche su una vettura gentile sulle gomme come la Red Bull, mostrava un decadimento dopo 10 giri che non poteva far pensare che fosse la gomma giusta per la seconda parte di gara dopo la pioggia.

Duelli
I momenti con più alto pathos nella gara sono stati i duelli tra Rosberg e Verstappen per la seconda posizione. L'olandese è stato sempre molto vicino al tedesco fin dallo stint con le gomme wet e quando sono tutti passati alle intermedie Verstappen si è rivelato nettamente più veloce di Rosberg fino allo splendido sorpasso sui curvoni veloci.



In quella fase Verstappen si è anche aggiudicato il duello a distanza con Ricciardo, che non riusciva comunque a passare Perez e non riuscirà poi a recuperare terreno su Verstappen nel finale di gara. Dopo aver perso addirittura il confronto diretto in qualifica, che sembrava l'unica ancora di salvataggio per Ricciardo nella lotta intestina, l'australiano sembra sempre più in difficoltà nel gestire questo nuovo fenomeno della Formula 1, sempre più lanciato.

Le linee blu delimitano lo stint con le intermedie e il gap tra Ricciardo e Verstappen cresce. Nelle fasi finali il ritmo è molto simile, ma a distanza.

Con la pista in asciugamento è emersa la superiorità Mercedes: Rosberg si è avvicinato sempre di più a Verstappen e lo ha sorpassato alla Stowe dopo un paio di tentativi, con la memoria ancora alle staccate furiose ma corrette dell'olandese in Canada.

Nel finale è comunque emerso un problema al cambio per Rosberg, costretto a ricevere informazioni radio non consentite per proseguire la gara ma subire a fine corsa la prima storica penalizzazione (10 secondi) per questa infrazione, che gli è costata il secondo posto e quindi 3 preziosi punti per il campionato, con Verstappen che nel frattempo si era portato a tiro anche per sfruttare questa eventuale controversia regolamentare.

Dopo il problema di Rosberg al giro 46 Verstappen intravede una possibilità e intensifica il passo riavvicinandosi, anche grazie a qualche titubanza del cambio del tedesco.

Hamilton ha surclassato Rosberg nonostante abbia gestito il ritmo per buona parte della gara, più volte richiamato a far durare i propri pneumatici senza esagerare con il passo. Come a Montecarlo (dove Rosberg era oltretutto rallentato da un problema ai freni) o a Suzuka 2014 il Campione del Mondo ha confermato la propria supremazia sul bagnato rispetto al compagno di squadra e soprattutto lì ha scavato il solco decisivo per la vittoria e per gli ulteriori 10 punti recuperati nel Mondiale, dove ora è a una sola lunghezza da Rosberg in un gap ormai azzerato dopo il dominio del tedesco in apertura di campionato.

La Ferrari è caduta nella peggior prestazione stagionale, complice l'errore di Vettel al giro 18 e la cronica difficoltà di Raikkonen a scaldare le gomme, un problema evidente nelle prime fasi con la gomma media nelle quali era clamorosamente più lento Ricciardo, salvo poi riuscire a trovare il passo e sorpassare almeno Perez.

Il grafico del gap Ricciardo-Raikkonen. Nella fase delimitata dalle linee blu Raikkonen è in grossa sofferenza con le temperature delle gomme. Gira sul passo di Perez (che tappa Ricciardo fino al giro 21) e appena l'australiano si libera è clamorosa la crescita verticale del gap. Dopo il giro 31 la situazione si stabilizza, ma è troppo tardi.

Nelle fasi finali il ritmo migliora e Raikkonen inizia a essere più veloce di Perez, fino al sorpasso.

I prossimi appuntamenti a Hockenheim e soprattutto a Budapest saranno molto più favorevoli alla Ferrari che ancora una volta ha dimostrato di soffrire in maniera irrimediabile un tracciato dai lunghi curvoni come Silverstone. Il cambio (secondo Fabiano Vandone) è un grande punto di forza prestazionale della Ferrari ma dimostra ancora di essere fragile dopo l'ennesima sostituzione. Servirà maggiore affidabilità oltre a qualche circostanza climatica ambientale (il caldo di Budapest) per permettere alla Ferrari di raggiungere la tanto agognata prima vittoria stagionale.


Articolo a cura di Federico Principi

Nessun commento:

Posta un commento