martedì 14 giugno 2016

Le difficoltà del muretto

Lewis Hamilton spintona Rosberg e vince in Canada una gara stravolta dalle controverse decisioni del box della Ferrari.

di Federico Principi







Dopo la spettacolare gara di Montecarlo avevo parlato di sentenza definitiva di addio al Mondiale per la Ferrari. La Renault con soli 3 gettoni aveva portato su Ricciardo e Magnussen un aggiornamento che fruttava un aumento di ben 35 cavalli di potenza, e con gli ancora 21 gettoni da spendere (contro i soli 6 di Ferrari) e la dimostrazione monegasca di un telaio più efficace di quello della SF16-H, anche la Red Bull poteva considerarsi una spina nel fianco nei confronti della Ferrari, con Mercedes ormai inarrivabile.

Frecce canadesi
La Ferrari si è a sua volta presentata in Canada spendendo 2 gettoni per modificare il compressore, mentre delle modifiche al turbo sono state fatte passare "gratis" dalla FIA per questioni di affidabilità. Generalmente è proprio la pista canadese ad essere la più indicata (prima di fine agosto e primi di settembre con Spa e Monza) per effettuare modifiche per potenziare le power unit: con il suo lunghissimo rettilineo prima del traguardo il tracciato intitolato a Gilles Villeneuve nelle ultime due stagioni aveva sempre favorito tutti quei team che indossavano la power unit Mercedes, regina delle velocità di punta.

Stavolta con i nuovi aggiornamenti, e probabilmente con assetto un po' più scarico di altri rivali, i ferraristi in qualifica hanno registrato le velocità di punta più elevate escludendo le sempre imprendibili Williams. Vettel ha addirittura fatto meglio della Manor di Wehrlein che di solito è la vettura più veloce in assoluto (ovviamente motorizzata Mercedes).

Il risultato delle modifiche Ferrari è che Vettel ha fatto la differenza sulle Red Bull non tanto nel primo e nel secondo, quanto soprattutto nel terzo settore, quello composto quasi esclusivamente dal lungo rettilineo. Non è un caso che in quel tratto Bottas in Q3 avesse il quarto miglior parziale dietro le Mercedes e lo stesso Vettel.

Il risultato di questi progressi è la miglior prestazione in assoluto in qualifica della Ferrari nell'era ibrida, se si esclude il caso particolare di Singapore dello scorso anno. Vettel ha concluso la Q3 a meno di 2 decimi dalla pole di Hamilton, che ha fatto due giri praticamente identici (nel secondo era più lento di circa 90 millesimi rispetto al primo) e che ha quindi stirato veramente al limite la sua Mercedes. Il clamoroso miglioramento di Vettel da Q2 a Q3 potrebbe addirittura far pensare che la potenza extra per la qualifica, il famoso "bottoncino magico", sia ormai in dotazione anche della Ferrari e che quindi la Mercedes non abbia più questo vantaggio che le garantiva automaticamente circa 2-3 decimi di ulteriore margine.

Le Mercedes di solito aumentano la potenza già in Q2. In Canada hanno migliorato i tempi della Q3 entrambe di 2 decimi rispetto alla Q2. Il miglioramento di 8 decimi di Vettel lascia pensare che non ci sia solo di mezzo una guida più aggressiva e una pista più gommata, ma anche un aumento di boost di potenza.

Gara di scacchi
Sebastian Vettel non voleva proprio farsi mancare nulla in questo weekend. Dopo la qualifica si era gasato dicendo di guidare una "macchina grandiosa", chissà cosa avrà pensato quando in partenza (nonostante il pochissimo spazio tra la linea dello start e la prima staccata) ha immediatamente scartato entrambe le Mercedes e preso in tutta tranquillità la testa della corsa. Ancor più consolidata dal fatto che Rosberg ha provato a stare all'interno di curva 2 ma Hamilton lo ha mandato troppo all'interno, sull'erba: anziché accontentarsi di accodarsi al Campione del Mondo e pensare a proteggere la terza posizione, Rosberg si è ritrovato in decima posizione in una gara già compromessa.

Lo start completo, con Rosberg risucchiato nel traffico.

Con le procedure 2016, con una sola levetta della frizione sul volante, Hamilton non ha ancora azzeccato una partenza. Dall'on board di Vettel si vede come il ferrarista tolga gli adesivi dalle Mercedes e passi in testa assolutamente indisturbato alle prime due curve.

Con Rosberg ormai tagliato fuori (dopo 8 giri aveva già 17,8 secondi di ritardo da Vettel), le due Red Bull in terza e quarta posizione (rispettivamente con Verstappen e Ricciardo) che non tenevano il passo dei primi due, così come Raikkonen che non riusciva ad attaccarle, la lotta per la vittoria sembrava nelle prime fasi essere destinata a un corpo a corpo fisico tra Vettel e Hamilton fino alla bandiera a scacchi. Le successive circostanze, con le decisioni del muretto Ferrari, l'hanno invece trasformata in una gara tattica.

Vettel aveva preso un po' di spazio da Hamilton durante il primo giro, anche approfittando della bagarre tra le due Mercedes: all'ultima curva è però andato lungo, è dovuto passare dietro al paletto come previsto dal direttore di corsa Charlie Whiting e nel primo passaggio sulla linea del traguardo aveva solo 2 decimi di vantaggio su Hamilton, avendo perso 1,8 secondi nel terzo intertempo per colpa di quell'errore. Al secondo giro Vettel ha di nuovo guadagnato 1 secondo, successivamente l'inglese si è avvicinato a tiro DRS ma al giro 7 Vettel si è definitivamente portato a distanza di sicurezza da Hamilton, evitando che l'inglese potesse puntarlo sul lunghissimo rettilineo del terzo settore con l'ala aperta.

Al giro 5 e al giro 6 Hamilton ha potuto aprire l'ala, ma non è riuscito ad attaccare Vettel. Dal giro 7 in poi il ferrarista si è messo a distanza di sicurezza.

Il ritiro di Button alla conclusione del suo nono passaggio ha costretto Charlie Whiting a neutralizzare la gara con la sempre più utilizzata finestra di Virtual Safety Car. Le Ferrari non se lo sono fatte ripetere due volte e sono immediatamente rientrate ai box insieme per le rispettive soste, sfruttando la lentezza delle altre vetture in pista. Kimi Raikkonen ha poi spiegato a fine gara che la strategia a due soste era già stata decisa prima del via, e ovviamente con la Virtual Safety Car il tempo perso sarebbe stato molto inferiore.

In realtà la sosta è avvenuta nel momento esatto in cui la finestra di Virtual Safety Car si era appena chiusa. Mentre Vettel stava per entrare sulla piazzola, la gara riprendeva il suo regolare svolgimento. All'uscita dai box il tedesco riuscirà comunque a stare davanti alla velocissima e insuperabile Williams di Bottas, in quarta posizione dietro alle due Red Bull, più lente sul passo gara e con una power unit di potenza inferiore, entrambe superate infatti senza troppi problemi. Vettel prima della sosta aveva poco più di 1 secondo di vantaggio su Hamilton, all'uscita registrava 11,3 secondi di ritardo: i secondi persi erano stati circa 12,5 contro i circa 18-19 che regolarmente si perdono in una sosta in condizioni normali.

La grafica televisiva aiuta a comprendere meglio certe delicate situazioni. La finestra di Virtual Safety Car finisce esattamente in questo momento, appena scompare la scritta "Virtual Safety Car ending" vicino al conteggio dei giri in alto a sinistra, e Hamilton ricomincia a spingere mentre Vettel deve ancora effettuare il cambio gomme. Se la finestra si fosse protratta per qualche istante in più, Vettel avrebbe perso ancora meno tempo nella prima sosta e avrebbe potuto puntare con molta più decisione alla vittoria finale.

Entrambe le Ferrari hanno montato le super-soft nuove. Soltanto Button e Haryanto in partenza e Perez nel secondo stint (con un treno invece usato) hanno utilizzato lo stesso compound di gomma. Gli penumatici rossi avrebbero dovuto essere sacrificati in Canada: l'ultra-soft era necessaria per i tempi in qualifica, la soft avrebbe garantito gli stint lunghi da gara con le giuste prestazioni. 

Renault e Haas addirittura non hanno portato alcun treno di super-soft in Canada. In generale soprattutto i top team hanno puntato su ultra-soft e soft.

La Ferrari, orientata invece sulle due soste, ha intuito che le condizioni fredde della pista potessero essere favorevoli per un buon stint costante con la gomma super-soft, oltretutto nuova. Ha potuto effettuare questa scelta anche perché è stato uno dei pochi team ad avere set di gomme super-soft disponibili per la gara.

Haas, Toro Rosso, Renault e soprattutto Red Bull non avevano questa opzione per la gara. Force India aveva solo un treno usato.

La gomma rossa, per chi era orientato sulle due soste, era infatti una scelta assolutamente giusta con pista fredda. Guardando il grafico dei tempi si capisce come nelle prime fasi di gara la parabola dei tempi medi sul giro tenda a scendere per chi usava la ultra-soft (prestazionale ma soggetta a degrado) e rimanga invece costante nello stint di Vettel in cui il ferrarista usa la super-soft.

Nelle fasi iniziali, fino a metà gara, i tempi di tutti e 5 i piloti in grafica calano mentre sono sull'ultra-soft nel primo stint. Dopo la parentesi di Virtual Safety Car, Vettel esce dai box con la super-soft nuova che gli permette di percorrere 26 giri a un ritmo assolutamente costante e lineare (fino alla caduta che rappresenta la seconda e ultima sosta). Dati Forix.

Con la gomma nuova Vettel, liberatosi facilmente delle Red Bull, rimontava su Hamilton da quegli 11,3 secondi che aveva di ritardo dopo l'uscita dalla prima sosta. L'inglese era costretto a prolungare lo stint con la ultra-soft usata, con la caduta delle prestazioni che è perfettamente visibile nel grafico soprastante. Con quel treno di gomme l'inglese si è presentato ai box al giro 24: prima della sua sosta Vettel aveva ridotto il suo margine a una manciata di secondi ed entrambi avevano ancora una sola sosta da effettuare. Il corpo a corpo decisivo si preannunciava sempre più vicino.

Al giro 17 (sopra) Vettel si libera finalmente anche di Verstappen e da lì ricomincia a recuperare ancora il terreno perso da Hamilton. Nel giro precedente alla sosta dell'inglese Vettel ha via via recuperato tempo fino a ridurre il ritardo a 5,8 secondi.

L'obiettivo di Vettel era ovviamente quello di recuperare di nuovo terreno con la gomma soft nel finale. La sfida diretta a Hamilton con il più duro dei 3 compound portati in Canada dalla Pirelli non sarebbe stata effettuata ad armi pari: Hamilton si era fermato al giro 24, mentre Vettel passa definitivamente alla soft nel giro 37, dopo aver perso un po' di tempo in quei 13 giri in cui l'inglese era su una gomma più dura ma nuova. Dopo essere uscito dai box Hamilton era a 13 secondi netti da Vettel. Il giro prima della seconda sosta del ferrarista Hamilton aveva ridotto il gap a 9,9 secondi.

Con 13 giri in meno e con gomme relativamente dure, Vettel poteva così percorrere i restanti 33 passaggi spingendo praticamente ogni giro come fosse in qualifica, mentre Hamilton avrebbe dovuto rivolgere un occhio al degrado. Vettel nel primo giro dopo l'uscita dai box aveva un ritardo di 7,8 secondi: ha recuperato sensibilmente nei primi passaggi con la gomma soft ma la sua curva di guadagno su Hamilton si è avvicinata sempre di più al pareggio di ritmo gara. Il duello a distanza tendeva ad appiattirsi sempre di più nelle prestazioni: il corpo a corpo atteso col fiato sospeso sembrava ormai scongiurato in favore di una vittoria di Hamilton abbastanza in solitaria.

Dal giro 43 al giro 47 (sopra) il ritmo di Vettel poteva ancora far pensare che avrebbe potuto agguantare con i denti la scia di Hamilton negli ultimi giri. Dopo il giro 50 (sotto) si capisce che il ritmo dei due battistrada è ormai troppo simile e i giri restanti sono troppo pochi per colmare quel gap.

La rincorsa di Vettel si ferma al giro 56 quando all'ultima chicane commette lo stesso errore del primo giro e perde 1,4 secondi solo in quel passaggio. Al giro 61, con il gap rimasto più o meno invariato a 5,5 secondi, Vettel commette per la terza volta lo stesso errore e perde un altro secondo abbondante. La gara strategica sofisticata, da campionato endurance, e la battaglia con Hamilton a distanza se le aggiudica il Campione del Mondo, che con il quinto posto di Rosberg (frenato nella sua rimonta dal re delle staccate Verstappen, che con la sua difesa ha forzato l'errore del tedesco) accorcia incredibilmente a soli 9 punti il divario in Classifica Piloti.

Strategia Ferrari: perché non era sbagliata
La comodità del senno del poi ha spinto una pletora di persone a compattarsi al grido di "la Ferrari è incapace nelle strategie". A molti è parso lampante che puntare su due soste fosse chiaramente la strategia scorretta, soprattutto per il fatto che nelle fasi iniziali con la ultra-soft Vettel aveva un ritmo praticamente pari a quello di Hamilton con la ultra-soft.

In realtà non è esattamente così ragionando a priori e bisogna aggiungere alcuni elementi. Innanzitutto Hamilton inseguiva Vettel a poco più di un secondo di distacco ed essendogli alle spalle questo gli poteva consentire di anticipare la sosta (se anche Vettel avesse puntato su una sosta unica), cogliendo di sorpresa un Vettel già transitato oltre la pit lane e quindi costretto a percorrere un ulteriore giro con ultra-soft degradata, subendo l'undercut di Hamilton e probabilmente il suo sorpasso ai box. A quel punto siamo tutti sicuri che a parità di gomma soft Vettel avrebbe potuto passare Hamilton in pista?

A questo va aggiunta la considerazione, ormai ripetuta all'infinito, che la Ferrari sia ancora meno efficace della Mercedes sul passo gara con le gomme relativamente più dure. Vettel aveva 13 giri in meno di Hamilton sulla soft (e sono veramente tanti) ma nonostante tutto l'inglese manteneva il tedesco a distanza di sicurezza e anzi negli ultimi 15 giri ha mostrato un passo a lui sempre più favorevole. Guardando il grafico dei tempi è infatti interessante notare come Hamilton sia stato molto attento a non spingere soprattutto nei primi giri, conservando la gomma per le fasi finali di gara dove ancora effettuava i migliori parziali personali (così come Bottas) e dove avrebbe avuto bisogno di tutta l'efficienza possibile per difendersi da un eventuale attacco fisico di Vettel negli ultimi giri.

Il grafico dei tempi a partire dalla sosta di Hamilton. L'inglese spinge via via sempre di più e l'impennata della prestazione arriva addirittura a partire dal giro 66.

Le circostanze e qualche errore personale non hanno poi aiutato la corsa di Vettel. Nel primo stint il ritmo dei due era identico e l'errore al primo giro gli è costato 1,8 secondi. La finestra di Virtual Safety Car si è conclusa mentre Vettel aveva già imboccato la pit lane ma doveva ancora fare la sosta, e se fosse durata qualche secondo in più il tedesco avrebbe limato ulteriormente il proprio tempo perso ai box. Prima dell'errore al giro 56, quindi, nel passaggio precedente Vettel aveva un ritardo di 4,3 secondi che senza le circostanze precedenti poteva essere sicuramente inferiore o addirittura nullo.

Gli uomini Ferrari erano tutti d'accordo sul fatto che nessuno si aspettasse che la gomma soft di Hamilton sarebbe durata così a lungo. I giri percorsi sono stati ben 46, mentre l'anno scorso erano stati 41 con lo stesso compound, e con una pista più fredda rispetto al 2015 c'era forse da aspettarsi che le circostanze si sarebbero più o meno ripetute. Forse è stato più sorprendente vedere la gomma ultra-soft durare per 24 giri: ulteriore dimostrazione dopo Montecarlo (in cui Hamilton ha fatto durare all'infinito sia la wet su pista ormai asciutta, sia l'ultra-soft per 47 giri) che il Campione del Mondo, famoso mangia-gomme a inizio carriera, sia estremamente maturato sotto questo profilo.

Sopra, le strategie in Canada 2016, con Hamilton con 46 giri sulla soft. Sotto quelle del 2015: Ricciardo con la stessa gomma aveva percorso 47 passaggi, Maldonado addirittura 53.

Al Gran Premio di Australia la Ferrari aveva deciso di non copiare la strategia di Rosberg di mettere la media in regime di bandiera rossa e andare fino in fondo, temendo il confronto diretto con la gomma più dura. La scelta era costata la vittoria a Vettel: anche se il passo gara di Rosberg sarebbe probabilmente stato migliore, le occasioni di sorpasso a Melbourne sono veramente limitate (vedere Hamilton dietro le Toro Rosso per quasi tutta la gara) e oltretutto il tedesco della Mercedes non è uno specialista del corpo a corpo. Se la Ferrari avesse invece ricalcato le strategie Mercedes in Canada, il forte sospetto è che Hamilton, con le gomme soft a parità di durata rispetto a Vettel, avrebbe probabilmente puntato e sorpassato il tedesco nel lungo rettilineo prima dell'ultima chicane, nonostante gli aggiornamenti Ferrari. 

Tentare una via diversa, facilitata dalla Virtual Safety Car, era una strada forse più possibile verso quella vittoria che sembra comunque non voler arrivare mai.  


Articolo a cura di Federico Principi

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