lunedì 13 giugno 2016

Cosa aspettarsi da Italia-Belgio

Abbiamo rivisto l'ultima amichevole tra Italia e Belgio per capire cosa potrà succedere nella loro sfida agli Europei.

di Federico Principi







L'ultima volta che Italia e Belgio si sono scontrate nelle fasi finali di una manifestazione ufficiale fu proprio nella fase ai gironi di un Campionato Europeo. Era il 2000, il Belgio organizzava gli Europei in coabitazione con l'Olanda e gli Azzurri andarono fino in fondo, alla finale, condannati ai supplementari da un gol di Wiltord al novantaquattresimo e successivamente alla sconfitta dal golden goal di Trezeguet.

Fu proprio quella manifestazione - più dei Mondiali del 2002 dove i belgi uscirono dignitosamente agli ottavi contro il Brasile delle 7 vittorie su 7 partite - a incoraggiare quella rivoluzione interna alla Federazione belga di cui tanta retorica è andata sprecata. In sintesi, il direttore tecnico Michel Sablon aveva preso in mano un progetto decennale con l'obiettivo di arrivare ai Mondiali 2014 con il miglior gruppo mondiale di giovani talenti, impostando in tutti i club l'utilizzo del 4-3-3 e arrivando più gradualmente al calcio 11 contro 11 nelle fasce di età giovanili.

Con più di 10 anni ormai trascorsi il Belgio ha sicuramente prodotto nel frattempo alcuni tra i migliori giovani al mondo. Il commissario tecnico Wilmots - giocatore di quella generazione che fece scaturire le decisioni federali - ha anche lui inizialmente ricalcato il modello del 4-3-3 per poi virare invece più frequentemente sul 4-2-3-1 nell'ultimo biennio. E proprio nell'amichevole di novembre contro l'Italia il selezionatore belga ha schierato - davanti al portiere di riserva Mignolet e alla linea a 4 composta (da destra) da Cavanda, Alderweireld, Lombaerts e Vertonghen - una mediana a due elementi con Witsel e Nainggolan (scartato ai Mondiali in Brasile) e una trequarti che traboccava talento, con Carrasco, De Bruyne e Hazard dietro alla punta Lukaku. 

L'Italia dal canto suo si era presentata con un modulo che con ogni probabilità non rivedremo agli Europei in Francia. Il 4-2-4 (trasformabile in 4-4-2) - che tanto ricorda i primi trascorsi di Conte da allenatore di Bari e Siena - era composto da Buffon tra i pali, Darmian-Bonucci-Chiellini-De Sciglio in difesa (da destra), Marchisio e Parolo in mediana con Florenzi ala destra, Candreva omologo sulla fascia opposta ed Eder e Pellè in attacco.

Il Belgio in possesso
Il Belgio è una squadra dai piedi buoni costruita principalmente per fare possesso. Fin dal portiere (nel primo tempo al minuto 10 si nota una situazione in cui Mignolet non butta via la palla da una posizione complicatissima), che gioca quasi sempre corto per costruire l'azione a terra, la squadra di Wilmots imposta la partita attraverso il palleggio.

L'Italia era schierata con due punte che non andavano in pressione diretta sui due centrali del Belgio - Alderweireld e Lombaerts - ma preferivano schermare le rispettive tracciature verso Witsel e Nainggolan, lasciando i centrali liberi palla al piede. Il 3-5-2 che probabilmente schiererà Conte nel match di esordio agli Europei non dovrebbe modificare questa situazione di gioco. 

Pellè ed Eder controllano le linee di passaggio rispettivamente verso Witsel e Nainggolan, costringendo Lombaerts ad appoggiarsi innocuamente al compagno di difesa Alderweireld (fuori inquadratura).

Witsel era molto passivo e molto raramente si abbassava per avere una ricezione comoda ma mai a comporre una linea a 3 in salida lavolpiana che evitasse il 2 contro 2 creato dalle punte azzurre. Nainggolan, che non ha le qualità tecniche per essere la principale fonte del gioco in un doble pivote, raramente riceveva il pallone per farlo uscire. L'atteggiamento di Witsel, mai coinvolto in una salida lavolpiana, era anche funzionale alla strategia del Belgio di lasciare i terzini poco più alti dei difensori centrali (che rimanevano vicini) per avere anche l'opzione di uscire lateralmente.

Un'istantanea che è stata una rarità. Witsel qui si abbassa a formare quasi una linea a 3 con i due centrali che si aprono più del solito, Cavanda si alza un po' di più ma rimane comunque in zona (l'Inghilterra quando fa la salida lavolpiana con Dier alza invece tantissimo i terzini Walker e Rose, come nel Tottenham). Le due punte azzurre in questo caso controllano inizialmente Witsel, successivamente Eder esce diretto su Alderweireld e Pellè rimane a uomo su Witsel, che sarà così impossibilitato a ricevere il pallone.

Il Belgio, che pure è una squadra di talento, ha mostrato problemi in fase di possesso. Innanzitutto Witsel, molto preciso nel controllo e nella protezione del pallone, raramente è stato capace di prendersi la responsabilità di un passaggio rischioso in verticale (ad esempio sbaglia un filtrante al secondo minuto della ripresa) e non poteva così facilitare la ricezione di uno dei 3 trequartisti tra le due linee dell'Italia, più vicine a formare un 4-4-2 in fase di non possesso.

Nainggolan (ma la stessa cosa vale anche per Fellaini, se Wilmots deciderà di farlo giocare in Francia) e lo stesso Witsel non sono sempre molto precisi nei passaggi lunghi e nei cambi di gioco, e così il passaggio da un fronte all'altro della trequarti (da Hazard a Carrasco o viceversa) era piuttosto complicato da effettuare, e sarebbe invece una soluzione da sfruttare per il Belgio che abitualmente schiera i suoi esterni alti entrambi vicini alle rispettive linee laterali. Un'ipotetica soluzione a questo problema per Euro 2016 avrebbe potuto essere la presenza nella rosa dei convocati di Youri Tielemans. In questo pezzo Angelo Ricciardi dice di lui: "Non è un argomento impossibile da sostenere che Youri Tielemans sia già adesso il miglior calciatore del mondo nel fondamentale del passaggio lungo (o lancio lungo)".

La presenza dei terzini bassi in costruzione era importante per consolidare il possesso ma al tempo stesso poneva il problema su come uscire lateralmente. L'Italia, come detto, schierava un modulo più simile al 4-4-2 nelle situazioni di non possesso e in questo modo il trequartista belga del lato palla (Carrasco quando la palla era nei piedi di Cavanda, Hazard quando Vertonghen era in possesso) era spesso costretto a ricevere palla spalle alla porta e braccato dal terzino azzurro, sempre se gli fosse arrivato il pallone lungolinea che eventualmente era quasi sempre schermato dall'esterno alto dell'Italia. Le ali belghe erano anche consapevoli del fatto che appoggiarsi eventualmente a un mediano per cambiare fronte non sempre sarebbe stata una soluzione facilmente effettuabile. In alternativa l'esterno alto effettuava un contro-movimento per tagliare alle spalle del terzino italiano, obbligando però chi in possesso del pallone ad un lancio molto preciso e difficile.

Il Belgio a volte scaricava il gioco sulla fascia ma l'Italia era pronta a caricare molto bene di uomini il lato palla. Florenzi è reattivo e scivola bene sull'esterno chiudendo la linea di passaggio da Vertonghen ad Hazard che è spalle alla porta con il fiato sul collo di Darmian. Il trequartista del Chelsea, per liberarsi da questa gabbia, tenterà un contro-movimento in profondità ma il lancio di Vertonghen sarà impreciso. L'Italia recupererà il pallone.

Per favorire la risalita del pallone il Belgio aveva adottato una situazione di gioco che probabilmente riproporrà ai Campionati Europei. Accadeva saltuariamente che un trequartista, De Bruyne in particolar modo (raramente Hazard), si abbassasse per ricevere centralmente e puntare le maglie della squadra azzurra schierata. In questo modo il Belgio ammetteva abbastanza pubblicamente che il pallone non riuscisse quasi mai ad arrivare tra le linee ai 3 trequartisti (soprattutto centralmente) per creare occasioni da gol e che per facilitare la circolazione ci fosse bisogno dell'abbassamento di un ulteriore uomo. 

De Bruyne (che non a caso alcuni reporter schierano mezzala in un ipotetico 4-3-3 nei loro schemi di formazione) riceveva il pallone prima di affrontare la seconda linea dell'Italia e in questo modo il Belgio tentava sia di creare superiorità numerica nelle zone centrali (l'Italia aveva due soli mediani, in Francia con un eventuale probabile 3-5-2 ne avrebbe tre), sia si assicurava un consolidamento del possesso e che il pallone arrivasse ad un giocatore che riuscisse finalmente a prendersi più responsabilità sia nel puntare l'uomo che nei passaggi filtranti più rischiosi.

L'abbassamento di De Bruyne provocava anche scompensi alla linea mediana dell'Italia. I 4 centrocampisti della fase di non possesso in questo caso si stringono per creare densità nelle zone centrali dopo che De Bruyne ha aumentato la presenza belga a centrocampo, ma lasciano scoperta la fascia a Vertonghen che darà una mano ad Hazard (fuori inquadratura) a puntare Darmian, che in qualche modo se la caverà.

L'Italia in possesso
Con Conte orientato sul 3-5-2 per gli Europei - con il 3-4-3 come modulo di riserva e il 4-2-4 forse definitivamente accantonato - la costruzione bassa della Nazionale Italiana sarà giocoforza diversa da quella dell'amichevole di Bruxelles.

Fabio Barcellona ha recentemente scritto che "la responsabilità della costruzione bassa è di 4 giocatori: i terzini e i centrali nei moduli a 4 difensori, il rombo costituito dai 3 difensori e dal mediano (o da un altro centrocampista) nei moduli che prevedono una linea arretrata a 3". Nell'amichevole di novembre l'Italia, schierata con il 4-2-4, teneva anch'essa i terzini praticamente all'altezza dei centrali per dare sfogo anche laterale all'impostazione.

Alla costruzione bassa della Nazionale partecipa - così come nella Juventus - anche un Buffon sempre più abituato a non buttare il pallone anche in situazioni difficili. Contro il Belgio, oltre a tenere i terzini vicini ai due centrali (Bonucci è fuori inquadratura), si abbassava spesso anche uno dei due mediani: in questo caso in appoggio c'è Parolo ma era più frequente vedere Marchisio in quella posizione.

L'obiettivo del gioco di Conte, sempre stando alla precisa ricostruzione di Fabio Barcellona, è quello di "dilatare le distanze verticali tra le linee con una circolazione palla tra i difensori paziente, che invita gli avversari al pressing, con l'obiettivo di creare spazi proprio alle spalle della prima linea di pressione". Il Belgio è proprio una squadra che tende molto al pressing e poco al ripiegamento e l'Italia poteva (e forse potrà anche a Lione) eseguire il piano tattico a cui tende.

Il Belgio partiva con uno schieramento di pressing con De Bruyne e Lukaku sulla stessa linea e con gli esterni Carrasco e Hazard leggermente più bassi. Non avendo l'Italia riferimenti bassi centrali (un mediano non sempre si abbassava) escluso Buffon, l'impostazione degli Azzurri doveva quasi sempre forzatamente decentrarsi leggermente. 

Nel momento in cui veniva effettuato un appoggio verso un centrale o un terzino azzurro, il Belgio organizzava immediatamente l'aggressione con riferimento all'uomo. Lo stesso Nainggolan - che con Spalletti ha ricoperto qualsiasi posizione esclusa quella di mediano nel doble pivote - abbandonava la sua teorica posizione a protezione della difesa (nella quale lasciava il solo Witsel) per seguire l'eventuale abbassamento di un mediano azzurro vicino alla linea dei difensori, dimostrando così la sua tendenza a difendere più spesso in avanti. Ma nonostante questa pressione l'Italia è uscita spesso da questa situazione con un preciso passaggio verticale.

Il Belgio attacca immediatamente la traslazione del gioco dell'Italia verso un lato. Nainggolan sale altissimo su Parolo. Eppure De Sciglio troverà Eder con un pulito laser-pass verticale.

L'idea di base di Conte di "dilatare le distanze verticali" del Belgio era così perfettamente riuscita. La squadra di Wilmots aggrediva con i 4 elementi offensivi più Nainggolan la costruzione dell'Italia, a cui a volte si accompagnava a sua volta l'aggressione di un terzino belga verso l'ala azzurra del lato palla, in modo da non dargli l'opportunità di ricevere uno scarico facile. Il Belgio lasciava ampi spazi centralmente, si allungava e a protezione della porta di Mignolet rimanevano molto spesso soltanto Witsel e 3 difensori.

Cavanda esce su Candreva e alimenta il pressing del Belgio, così come il solito Nainggolan su Parolo. Witsel rimane a protezione insieme agli altri 3 difensori: il Belgio è spaccato in due, con ampi spazi vuoti lasciati a centrocampo. Marchisio è lasciato libero da Witsel, riceverà comodamente la palla e avvierà un'azione pericolosa. 

Proprio da una situazione come questa era nato il gol dell'Italia dopo poco più di 2 minuti. Sul pressing belga (da una rimessa laterale per gli Azzurri) un lancio di Chiellini aveva trovato la sponda di Pellè. Gli ampi spazi centrali avevano consentito a Candreva di raccogliere facilmente la seconda palla e lanciare immediatamente Florenzi sul lato opposto: sul suo cross Pellè era riuscito a liberarsi della marcatura di Alderweireld, costringendo Mignolet a una miracolosa respinta sulla quale Cavanda non aveva seguito Candreva. Facile il tap-in a porta sguarnita.

Arrivederci a Lione
Le dinamiche del match di esordio di Italia e Belgio a Euro 2016 saranno senza dubbio differenti. Le modifiche più rilevanti saranno apportate da Conte, che non ha intenzione di rinunciare al blocco juventino della linea difensiva a 3 e, dopo aver sperimentato il 3-4-3 a partire dall'amichevole contro la Spagna, sembra orientato a riproporre il 3-5-2 compatto che tante soddisfazioni gli ha regalato ai tempi della Juventus.

La costruzione del gioco sarà in questo modo trasformata dalla linea a 4 al rombo i cui vertici alto (De Rossi) e basso (Bonucci) avranno le maggiori responsabilità. La circolazione della palla sarà più accentrata, anche per la presenza di altri due centrali di centrocampo (le probabili formazioni dicono che saranno Parolo e Giaccherini), e il Belgio in questo modo avrà meno riferimenti per far scatenare il pressing in prossimità della linea laterale.

L'esclusione di Jorginho dai convocati rappresenta forse una poco celata intenzione di Conte di difendere spesso bassi a protezione, sfruttando i meccanismi codificati della difesa juventina che ormai da 5 anni lavora in blocco. Sempre le probabili formazioni danno Candreva (a destra) e Darmian (a sinistra) come esterni di centrocampo, ed è facile ipotizzare che in fase di non possesso la Nazionale azzurra faccia scivolare il terzino dello United sulla linea dei 3 juventini con la contemporanea traslazione di Barzagli a terzino destro, come già accaduto molto frequentemente alla Juve di Allegri in questa stagione. 

Vedere anche Candreva abbassato a terzino in una linea a 5 potrebbe essere soltanto una soluzione di ripiego e di emergenza, anche perché il laziale è un uomo fondamentale per le ripartenze e schiacciarlo sulla linea difensiva complicherebbe non poco la risalita del pallone. L'Italia potrà così schierarsi in fase di non possesso con una sorta di 4-4-2 con Candreva e Giaccherini esterni più alti e De Rossi e Parolo al centro, ricalcando molti dei meccanismi difensivi già mostrati nell'amichevole di novembre e che avevano funzionato, limitando il talento e la circolazione palla dei belgi. Le due punte saranno ancora una volta Eder e Pellè e anche loro saranno chiamati a svolgere gli stessi compiti in entrambe le fasi rispetto alla partita di Bruxelles.

Wilmots a sua volta cambierà alcuni uomini in difesa (Courtois tornerà in porta, Lombaerts infortunato sarà sostituito da Vermaelen, Cavanda sarà sostituito da Denayer che sposterà probabilmente Alderweireld sul lato destro) ma non ne cambierà la struttura, e anzi avrà più protezione garantita da uno tra Denayer o più probabilmente Alderweireld sulla zona destra al posto del fallace Cavanda. 

Alcuni schemi di probabili formazioni danno lo stesso assetto offensivo - rispetto all'amichevole di novembre - dalla mediana in su (con la sola modifica di Mertens al posto di Carrasco), altri invece inseriscono Fellaini trequartista centrale con De Bruyne spostato a destra e sia Mertens che Carrasco in panchina. Se si dovesse verificare questo secondo caso la struttura del Belgio sarebbe modificata: in fase di non possesso la squadra di Wilmots avrebbe Fellaini come punto di riferimento in marcatura sul regista più avanzato dell'Italia (De Rossi), più mordace rispetto ad Hazard o De Bruyne; in fase di possesso il Belgio dovrebbe però rinunciare agli abbassamenti di uno tra Hazard e soprattutto De Bruyne e la circolazione palla sarebbe differente, come già visto nell'amichevole in Portogallo (ultima partita con Witsel, Nainggolan e Fellaini contemporaneamente titolari).

Contro il Portogallo (che marcava spesso a uomo Witsel) il Belgio ha spesso utilizzato degli interessanti schemi di rotazione dei 3 centrocampisti (tutti e 3 nel corso della partita si sono ritrovati a fare il vertice basso) per cercare di facilitare l'uscita del pallone e sfuggire alle marcature portoghesi sui portatori di palla. L'assenza da questi schemi di un leader tecnico come Hazard o De Bruyne ha però pesato sulla capacità di innescare l'azione, risultata spesso farraginosa e bloccata.

La possibile fluidità dell'Italia potrebbe quindi essere un'arma importante anche per arginare questi ipotetici passaggi del Belgio da una mediana a due elementi in una a tre vertici. Lo scivolamento di Darmian potrebbe essere effettuabile solo dopo l'innesco dell'azione offensiva da parte del Belgio, per non lasciare subito Parolo e De Rossi in inferiorità numerica sui 3 centrocampisti belgi come lo stesso Parolo e Marchisio erano a volte ridotti nell'amichevole di Bruxelles.

La prima partita del girone sarà subito un test dall'impatto difficile, ma lo sarà per entrambe le Nazionali. E la retorica sullo scarso talento della squadra azzurra, contrapposta ai belgi iper-talentuosi e che vorrebbe l'Italia come vittima sacrificale già designata, non è detto che non subisca una secca smentita.


Articolo a cura di Federico Principi

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