mercoledì 17 giugno 2015

Parma, il miracolo al contrario


Tardo agosto, anno 2014.
Un'altra estate a numero pari volge al termine, un'altra estate che si è rivelata avara di gioie.

Gli "insopportabili" tedeschi si sono laureati Campioni del Mondo a discapito dell'Argentina eguagliando il numero di coppe mondiali vinte dall'Italia e relegando il tifoso azzurro ad altri quattro anni di "Remember, remember", con momenti che scorreranno nostalgici a sfogliare foto e ricordi di quel magico 2006.

Le immagini scorrono ancora lente, la mia sedia che vola al gol di Mario Balotelli contro l'Inghilterra rappresenterà solo una mera illusione che arriva poco prima di rituffarsi nel caldo afoso che porterà via gli ultimi stracci della Prandelliana memoria.




"Sfogliando" i titoli di un qualsiasi sito web che prova a far notizia con i migliaia di rumors di calciomercato è facile imbattersi in una curiosa notizia:

Sembra un errore di battitura ma non è assolutamente così.
Il Parma FC a fine campagna trasferimenti mette a referto quasi trecento trasferimenti, un processo avviato ad inizio anno e che ha coinvolto centinaia di calciatori perlopiù semi-sconosciuti.  

Il percorso è più o meno il seguente: il calciatore viene prelevato a parametro zero dal proprio club ed immediatamente girato in prestito altrove, il Parma si accontenta di un minimo indennizzo per la trattativa, anche il prestito gratuito è ben gradito purché il giocatore possa giocare titolare ed accumulare esperienza e valore. I giocatori vengono letteralmente spostati in giro per l'Europa, pochissimi di questi rimangono a Parma, la sommatoria dei vari movimenti genererà un introito di circa 11 Mln di euro ma diverse testate giornalistiche grideranno al miracolo, l'ennesimo genio tutto italiano che ha permesso al Parma di sopravvivere a questa campagna acquisti.

In questo modo arrivano alla corte dei ducali giocatori come Nicola Sansone, svincolato dal Bayern Monaco, ad esempio. 


Nicola Sansone con la maglia del Parma.


Mi colpisce subito come la Gazzetta dello Sport, che io ritengo una testata assolutamente autorevole, non tratti minimamente questo ''spinoso'' argomento: spinoso perché il Daily Mail raccoglie l'approfondimento di Repubblica, che a sua volta ha pescato a piene mani da stadiotardini.it per inaugurare il "mercato del bestiame", la riduzione di giocatori a semplici nomi, numeri, contratti di trasferimento che hanno un costo nullo per il Parma, che si augura di azzeccare una minima parte di nomi per trarne profitto.

Roberto Donadoni ignora tutto questo. Il tecnico lombardo è alla guida dei Ducali da già due anni e mezzo, dopo esser subentrato a Franco Colomba nel gennaio 2012, senza portare mai la squadra oltre al decimo posto in tre stagioni. 

Nel campionato appena concluso ha fatto ancora meglio: il Presidente Tommaso Ghirardi ed il DS Pietro Leonardi hanno allestito una rosa competitiva in cui spiccano i nomi di Antonio Cassano, Jonathan Biabiany, Gabriel Paletta e Marco Parolo; Roberto ha letteralmente cavato il sangue dalle rape, spremendo la squadra ed ogni suo componente centrando la qualificazione alla prossima edizione dell'Europa League, frutto di un dignitosissimo sesto posto che ha premiato il lavoro del tecnico e del suo staff.

Spicca però come il Parma abbia speso sul mercato: analizzando su transfermarkt.it il saldo delle sessioni di mercato dal 2009 (la stagione del ritorno in A dei gialloblu) ad oggi si evince che:

   2009/2010 - saldo positivo di 9 Mln
   2010/2011 - saldo negativo di 14 Mln
   2011/2012 - saldo positivo di 17 Mln
   2012/2013 - saldo negativo di 14 Mln
   2013/2014 - saldo positivo di 11 Mln
   2014/2015 - saldo positivo di 9 Mln

Insomma il Parma sa bene come operare sul mercato e trarre enormi vantaggi dalle cessioni dei suoi gioielli, la piazza rimane una meta ambita da giovani in rampa di lancio e gli operatori di mercato sanno come fare un buon mercato anche con risorse risicate. C'è davvero bisogno di questa considerevole mole di giocatori?





Mentre la stampa si chiede se forse Donadoni non sia stato troppo precocemente bocciato in Nazionale ed al Napoli esaltando l'intelletto e la sagacia tattica del tecnico bergamasco, mentre le prime sirene di calciomercato già aleggiano attorno ai prodotti della boutique del Parma, mentre Roberto ed il Parma si apprestano a godere di una meritata estate di riposo a termine dell'ennesimo campionato tranquillo, qualcosa si inceppa nel meccanismo perfetto della squadra gialloblù. O forse è meglio dire nel suo assetto societario, ripercuotendosi indelebilmente nella sua storia giudiziaria. 



Nel Maggio 2014 la UEFA non rilascia la licenza europea alla squadra romagnola: al 31 marzo risulta un ritardo di 300mila euro alla voce IRPEF e, dopo i ricorsi di routine, il massimo organo europeo si pronuncia con esito negativo e sottrae al Parma la preziosa qualificazione ottenuta sul campo.
Cerco di fare chiarezza e scopro che il Parma ha pagato dieci dei suoi giocatori considerando il tutto come un prestito di denaro ma la ditta di consulenza cui il Parma è affidato ha ratificato questo trasferimento di denaro come un anticipo di stipendio, dimenticando di versare quindi la quota IRPEF relativa al pagamento di tali stipendi. Apparentemente sembra una inezia, un errore burocratico.

In UEFA però forse avvertono già qualcosa e non vogliono rischiare di includere in una competizione continentale una squadra che, apparentemente pecca di problemi di comunicazione interni ma che di li a poco si imbatterà davvero in un tornado giudiziario incredibile.




Tommaso Ghirardi annuncerà le dimissioni il 30 maggio dello stesso anno, ritirandole in settembre e cedendo poi la società nel Dicembre dello stesso anno, il tutto sotto gli occhi della FIGC che non si lascerà minimamente impensierire dai tanti piccoli segnali che il Parma continua a fornire. Solo nella primavera del 2015 Ghirardi verrà inibito per cinque mesi a seguito dell'accusa di bancarotta fraudolenta.

La squadra però sta già disputando il suo campionato: nell'estate Donadoni ha provato, assieme al direttore sportivo Pietro Leonardi, a costruire una squadra che possa comunque affrontare la successiva stagione di Serie A provando a centrare nuovamente la qualificazione europea. Alcuni pezzi pregiati resteranno a Parma mentre in gennaio Leonardi si siederà addirittura al tavolo delle trattative con diverse squadre, riuscendo a portare in Romagna anche Cristian Rodriguez, fresco campione di Spagna con l'Atletico di Madrid e mentre i giornali esaltano questo immenso giro di trattative di cui sopra, che segna un record nella storia del calciomercato, nessuno degli organi competenti si interroga su cosa stia davvero accadendo a Parma.


Nel dicembre 2014 Ghirardi vende tutta la società ad uno sconosciuto gruppo Cipriota di nome Dastraso, che in poco tempo venderà ancora ad un'altra società, che di li a poco venderà di nuovo, alternando ben cinque presidenti in poco tempo, concludendo il suo giro nelle poco chiare mani di Tommaso Manenti. Il miracolo dei ducali si sgretola in una mezza stagione fatta di stipendi arretrati, mancati pagamenti di tasse e torbidi cambi di proprietà, in un eterno scarica barile al prossimo, fino al sopracitato Manenti. La FIGC in tutto questo aggrotterà al massimo un sopracciglio fino a quando il Parma non verrà dichiarato in bancarotta dando il via ad un surreale finale di campionato.





Si parla di 200 milioni lordi di deficit accumulato, 48 milioni di scoperto con le banche, 38 con i fornitori, 18 tra tasse e previdenza. Anche altri personaggi, fuori dal mondo del calcio, finiranno al setaccio della procura che proverà a dare una spiegazione di come questa squadra sia riuscita ad accumulare un debito così ingente in sole tre stagioni.

La squadra di Roberto Donadoni incomincia a perdere i pezzi già nella sessione invernale del campionato tra rescissioni legittimate dai mancati pagamenti ed improbabili cessioni a prezzi stracciati. Vengono a mancare i pilastri della squadra mentre i giocatori in campo si barcamenano come meglio possono continuando ad allenarsi regolarmente in un centro sportivo che non può più ospitarli. Alessandro Lucarelli si carica la squadra sulle spalle, la Errea fornisce alla squadra i soldi per affrontare le trasferte mentre la FIGC mette a disposizione dei soldi provenienti da un fondo multe per concludere il campionato e salvare il prodotto Serie A dalla sciagura dell'esclusione della squadra che avrebbe ripercussioni sul campionato, sul calendario e sulle televisioni, subito pronte a salvaguardare la loro posizione lesa attraverso un comunicato.

Donadoni ed i giocatori nulla possono di fronte a questo disastro incredibile per il Parma e per la città di Parma: testa china e correre per arrivare fino a fine campionato con la parola ''dignità'' che attraverserà la bocca di ogni dirigente o giocatore che si pronuncerà sulla squadra.




Dignità.
E' dignitoso continuare a svolgere il proprio lavoro fino a fine campionato, senza percepire uno stipendio da mesi. Il pubblico si aspetta questo, la super-privilegiata classe di calciatori può permettersi un anno senza pagamenti, si gioca per la gloria e per cercare di far bene e trovare una sistemazione a fine anno.
E' dignitoso rescindere il contratto e rinunciare a tutti gli emolumenti arretrati per provare a diminuire l'incredibile debito che spaventa probabili investitori ed impedisce al Parma di essere collocato sul mercato.
E' dignitoso lo sforzo degli sponsor, dei tifosi che riacquistano all'asta il mobilio del centro di allenamento e lo riconsegnano alla squadra, di Demetrio Albertini e dei curatori fallimentari che ancora oggi stanno provando a risolvere questa intricata situazione.
E' dignitoso, forse, il lavoro dei vari presidenti che magari hanno creduto di poter salvare la squadra ma che hanno cozzato contro una situazione surreale di malagestione che affonda le sue radici nell'operato dei precedenti proprietari e che non concede un punto di ritorno.





Finirà così l'ennesima triste avventura di questo calcio italiano martoriato da chi lo possiede.

Il Parma ed il suo palmarès fatto di tre Coppe Italia e due Coppe Uefa (tra gli altri trofei) affogherà nei meandri del calcio dilettantistico, colpito ed affondato da chi giurava di amarlo e di provare a fare il meglio. Tra qualche anno (si spera) assisteremo ad una risalita della squadra ducale, qualcuno elogerà l'ennesimo miracolo che una piazza importante come Parma può compiere, se saremo fortunati conosceremo la verità di chi ha mandato in frantumi il lavoro di Roberto Donadoni, del suo staff e dei giocatori scesi in campo.


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