giovedì 31 dicembre 2015

Motori 2015: the best of

Una divertente e stuzzicante raccolta del meglio e del peggio della stagione 2015 di Formula 1 e MotoGP.

di Federico Principi e Leonida Monaco







TOP 3 FORMULA 1
di Federico Principi


Top 3 sorpassi:

1 – Verstappen su Maldonado (GP Singapore): Max Verstappen è il più piccolino della compagnia e già il più agguerrito e probabilmente uno dei più solidi nel corpo a corpo. I maggiori meriti della spettacolarizzazione della categoria vanno senza dubbio ricondotti alle sue manovre aggressive e precise allo stesso tempo. Ne ha regalate di altissimo livello anche in Belgio o in Brasile, ma il sorpasso sotto il tunnel di un circuito strettissimo come Singapore ha messo a rischio la veridicità di molte leggi della fisica.


2 – Ricciardo su Hamilton (GP Ungheria): Non tanto per la tecnica del sorpasso in sé (splendido in ogni caso), quanto soprattutto come atto di lesa maestà. Hamilton era ripartito molto male a seguito del rientro ai box della Safety Car e l’australiano è stato fenomenale ad appiccicarsi al codone del Campione del Mondo. Non disponendo neanche del DRS - ed anzi di un motore molto meno potente di quello di Lewis -  Ricciardo ha compiuto una splendida manovra di scia e di staccata, suo vero punto di forza. Al punto tale da forzare la difesa del pilota Mercedes e provocarne la scorrettezza, poi sanzionata.


3 – Vettel-Raikkonen su Hamilton-Rosberg (GP Ungheria): Rimanendo alla fantastica gara mitteleuropea non poteva passare inosservata la fantasmagorica partenza delle Ferrari, preludio alla vittoria di Vettel e ad una doppietta scongiurata solo dai problemi di affidabilità di Raikkonen. Con la mappatura “Race Start” (RS) le Rosse hanno sprigionato una trazione nettamente superiore alle Mercedes, specialmente a marce ancora basse. Estremamente cattivi e intelligenti, oltretutto, i sorpassi compiuti nelle prime due curve, scegliendo sempre le traiettorie giuste per sorprendere soprattutto Rosberg.



Top 3 strategie:

1 – Hamilton al GP Gran Bretagna: La partenza dell’inglese al Gran Premio di casa era stata problematica, e così anche la ripartenza dopo la Safety Car (ancora una volta). Dopo il primo pit stop la strada per Lewis al successo si era però spianata: primo posto con Rosberg alle spalle delle insuperabili Williams, ormai lontanissimo e tappato. 

Pochissimi istanti prima del sorpasso di Rosberg su Bottas, il tedesco aveva accumulato oltre 11 secondi di ritardo dal compagno leader.

La pioggia aveva però di nuovo scombussolato l’ordine delle cose, col tedesco autore di facili sorpassi su Bottas e Massa (troppo poco carico aerodinamico per guidare bene su acqua) e clamorosamente in rimonta su un Hamilton che, con condizioni ibride ed incerte, aveva incredibilmente perso il passo.

Clamorosa progressione di Rosberg su Hamilton. Il tedesco in pochissimi giri torna prepotentemente minaccioso dietro ai tubi di scarico di Lewis, là dietro.

Non sapremo mai se Hamilton si sia fiondato ai box per montare le intermedie con la disperazione o con la reale consapevolezza che fosse in realtà la scelta giusta da fare in una situazione così delicata. L’inglese, in quel momento, pareva spacciato e destinato ad un facile sorpasso del compagno di squadra. Rosberg invece, rientrando ai box per montare la mescola intermedia con un giro di ritardo, aumenterà e di parecchio il proprio gap in quel passaggio in più percorso con le slick, e comprometterà una vittoria che sembrava ormai possibile.

Appena uscito dai box, Rosberg ha di nuovo 9 secondi di ritardo da Hamilton.

2 - Vettel al GP Stati Uniti: Come Honda e Renault anche Ferrari ha conosciuto l'onta della penalizzazione di 10 posizioni in griglia per aver utilizzato una power unit supplementare alle quattro concesse dal regolamento, per tutta la stagione. Ferrari ha giustamente scelto Austin come tappa prevista per scontare la penalità: il circuito si presta volentieri a occasioni di sorpasso e la pioggia attesa avrebbe ancora di più facilitato le operazioni di rimonta. Quando poi Vettel si è ritrovato in quarta posizione, prossimo al sorpasso di un più lento Ricciardo, il tedesco ha deciso di sfruttare la Safety Car per montare le medie e coprire il resto della gara, nonostante la pista umida avrebbe molto difficilmente permesso alla Ferrari di mandare in temperatura le mescole più dure del weekend. Sono venute in soccorso alle Mercedes due finestre di neutralizzazione - una con Virtual Safety Car e un'altra con Safety Car canonica - per permettere a Hamilton e Rosberg di compiere la loro seconda sosta senza perdere tempo da Vettel. Che, in caso di corsa pulita, avrebbe probabilmente festeggiato la quarta vittoria stagionale. Una strategia, a priori, perfetta.

A 18 giri dalla fine le Mercedes devono ancora compiere la propria seconda sosta. Senza Virtual Safety Car sarebbero rientrate in pista in mezzo al gruppone, presumibilmente tra Perez e Maldonado, e in ogni caso nel traffico e lontane da Vettel.

3 - Vettel al GP Singapore: L'occasione era ghiotta, con le Mercedes senza ritmo e qualificate in terza fila. Sembrava che per Vettel le insidie al Gran Premio di Singapore fossero ristrette alla partenza, e una volta chiusa la prima curva in prima posizione la gara sarebbe scivolata liscia. Vettel ha invece pericolosamente subito il rientro di Ricciardo alla fine del primo stint, che poteva far sorgere il sospetto che la Red Bull fosse superiore - anche se unicamente in materia di degrado - e che avesse il margine per tentare un clamoroso undercut. Per il secondo stint Vettel opta per una strategia opposta: rallenta vistosamente il ritmo e risparmia le gomme, conscio che in un tracciato cittadino non avrebbe mai subito un sorpasso in pista, per poi accelerare improvvisamente e scacciare a debita distanza Ricciardo prima della seconda sosta. Mettendo così in cassaforte la terza e ultima vittoria del 2015.

Il ventisettesimo giro è il turning point.


Top 3 errori:

1 - Box Mercedes su Lewis Hamilton (GP Monaco): Fin da quando comprai il mio primo videogioco all'età di cinque anni (F1 1997) avevo già capito che sorpassare a Montecarlo era un'impresa complessa. La scelta degli uomini Mercedes di cambiare strategia ad Hamilton - avviato alla vittoria col cruise control - si è rivelata probabilmente il più grande errore degli ultimi 10 anni di Formula 1. Non aveva senso montare un treno nuovo di super-soft, sfruttando la Safety Car ma rischiando allo stesso tempo di perdere la posizione su Rosberg e/o Vettel. Forse il regime di neutralizzazione della gara aveva rassicurato gli uomini al muretto sul fatto che Hamilton avesse margine di gap per uscire comodamente davanti, ma all'atto pratico così non è stato. Relegato ad un misero terzo posto, con l'odiato compagno autore della più immeritata vittoria della storia dell'automobilismo.


2 - Box Williams al GP Gran Bretagna: Dopo la grandiosa partenza, le cose per le Williams a Silverstone si erano messe nel miglior modo possibile, per tutto il primo stint:

Trenino a quattro con le Williams davanti alle Mercedes.

Constatata l'impossibilità per Hamilton e Rosberg di riuscire ad attaccare in pista le Williams, dotate della miglior velocità di punta, Massa e Bottas avevano una grandissima chance di vincere l'unico Gran Premio stagionale. Il brasiliano era in testa ma sembrava forse più lento del compagno di squadra: dal box non era arrivato però l'ordine di lasciar passare Bottas, ed anzi era arrivato l'avvertimento opposto. L'unica chance per gli argentati era rappresentata dall'undercut al box: gli uomini Williams dovevano saperlo ed evidentemente impedirlo in ogni modo, anticipando l'unica sosta - in caso di gara asciutta - o quantomeno effettuandola nello stesso momento (diciannovesimo giro) in cui era avvenuta la chiamata a Lewis Hamilton. Che si ritroverà invece solo in pit lane prima, e solo in testa alla corsa poi. La successiva pioggia sarà ormai ininfluente sulle possibilità di una vittoria che gli uomini Williams avevano già buttato via.

3 - Lewis Hamilton al GP Ungheria: La gara di Budapest è stata il più grande concentrato di sbavature della carriera di Hamilton. A partire dalla già analizzata partenza (sopra, alla voce sorpassi), passando per il lungo alla chicane nel primo giro che lo ha spedito in decima posizione - in un tracciato tortuoso con problemi di sorpasso - arrivando all'onta del sorpasso subito da Ricciardo. Con conseguente tamponamento, rottura dell'ala e successivo drive through. "Come partire in pole e concludere la gara dietro una McLaren-Honda, senza avere problemi di affidabilità": perfettamente eseguito.



Top 3 pole position:

1 - Vettel al GP Singapore: Un capolavoro di coraggio e di balistica. Singapore è probabilmente la pista che esalta più di tutte il particolare ed unico stile di guida di Sebastian Vettel. Eccezionale reattività in uscita di curva e precisione millimetrica nello sfruttare tutte le traiettorie possibili andando a sfiorare i muri del tracciato cittadino. Con le Mercedes in difficoltà tecnica, questo giro capolavoro gli vale la pole con mezzo secondo sul primo rivale (Ricciardo) e ben sette decimi sul compagno Raikkonen.


2 - Hamilton al GP Belgio: Sarà perché percorrere i 7 chilometri della pista di Spa suscita brividi quasi unici nel panorama automobilistico, sta di fatto che Hamilton ha detto di non aver forse mai goduto in carriera come nella qualifica belga di questa stagione. Il suo giro è pulitissimo e allo stesso tempo aggressivo sui cordoli, sia in entrata che in uscita, e totalmente privo di sbavature. La bellezza del tracciato delle Ardenne fa il resto.


3 - Rosberg al GP Abu Dhabi: Se Hamilton è così talentuoso al punto tale da spingere al limite senza apparente sforzo, Rosberg possiede probabilmente una cultura ingegneristica superiore. Fino a quando (prima di Suzuka) in Mercedes non avevano ancora modificato la sospensione, l'inglese conduceva il confronto interno in qualifica per 12-1. Da lì in avanti, 6-0 Rosberg. L'apice del rovesciamento della supremazia interna (troppo tardi, va detto) è stato toccato proprio nell'ultima gara, dove il Campione del Mondo ha beccato quasi 4 decimi. Un'enormità, con lo stesso mezzo meccanico.



Top 3 gare più belle:

1 - GP Ungheria: Incerto fino alla fine, la Safety Car ha rimesso in gioco tre piloti - Rosberg, Hamilton e Ricciardo - che dopo due terzi di gara erano meritatamente spacciati. Vettel (dopo la meravigliosa partenza di cui sopra) è stato costretto a montare le medie, con le quali la Ferrari soffriva sicuramente di più. Tallonato da Rosberg, il vero favorito alla vittoria era in realtà Ricciardo, l'unico dei piloti di testa che montava la più veloce mescola soft dopo essersi smarcato dalla media nel secondo stint. L'inseguimento in stile poliziesco americano si è concluso con il tamponamento tra questi ultimi, provocato da un'eccessiva irruenza di Ricciardo a seguito di un attacco da fuoriclasse. Strada spianata per Vettel, al quale saranno spuntati almeno un paio di capelli bianchi durante la gara.


2 - GP Stati Uniti: Inizio con asfalto bagnato. Rosberg in pole, ma Hamilton parte meglio e lo accompagna fuori. Arrivano le Red Bull e a un certo punto Ricciardo prende la testa, e sembra incontenibile:



L'asfalto si asciuga: ne approfittano Hamilton e Vettel che montano le slick (soft) un giro prima degli altri. Poi arriva la Safety Car e Vettel tenta l'azzardo (giusto) di montare le medie per andare fino in fondo. Il tedesco è terzo ma è una reale minaccia per le Mercedes. Nel frattempo Rosberg si è sbarazzato di Hamilton ed è più veloce, ma le nuove neutralizzazioni favoriscono le seconde soste dei Mercedes. Rosberg sembra condurre la gara ma un errore da principiante lo relega al secondo posto. Hamilton vince ed è Campione per la terza volta. Davvero difficile assistere ad una gara più entusiasmante.

Gran delusione.

3 - GP Gran Bretagna: Ne abbiamo parlato approfonditamente. Partenza sprint in doppietta per le Williams, i loro errori strategici al primo pit stop, la clamorosa rimonta di Rosberg su Hamilton frenata dalla giusta scelta dell'inglese di montare le intermedie un giro in anticipo rispetto a Nico. Lo stesso Vettel - partito malissimo e invischiato nel traffico dopo pochi giri - che segue Hamilton e monta le intermedie nello stesso momento, finendo per sorpassare le Williams e piazzarsi ancora sul podio con la perfetta strategia. Raikkonen che naufraga perché distrugge le intermedie montate troppo presto. La partenza fulminante di Hülkenberg e la clamorosa velocità di Kvyat e la sua Red Bull su pista bagnata, ancora una volta.

Lo scatto fulmineo delle Williams, visto dall'on board di Rosberg.



TOP 3 MOTOGP
di Leonida Monaco


Top 3 sorpassi:

1 - Rossi e Marquez (GP Malesia): Tecnicamente parlando, i 4 giri in cui Marc Marquez e Valentino Rossi si sono affrontati a Sepang, sono stati il momento più elevato della stagione. Entrambi in bilico su una sottile linea tesa tra lo stendersi e il sorpasso del secolo. Staccate, incroci, cambi di direzione fulminei e capacità di resistere alle sportellate. Solamente loro due potevano essere capaci di qualcosa di simile. Spettacolare.


2 - Iannone su Marquez e Rossi (GP Australia): Lontano dagli occhi lontano dal cuore: è questo che avrà pensato Andrea Iannone quando ha tirato quella staccata al tornantino in discesa di Phillip Island? Qualcuno avrebbe potuto dire “L’ambizione supera il tuo talento”, ma questa volta il ducatista abruzzese è riuscito in un sorpasso magistrale, scavalcando ben due piloti nel punto più difficile del circuito, un momento di esplosione di talento incredibile.


3 - Rossi su Dovizioso (GP Qatar): Pronti via, il tricolore ha raggiunto e colonizzato l’emirato del Qatar. Di questa memorabile gara, oltre ai tre italiani sul podio, resta vivido nella mia mente il sorpasso di Valentino su Dovizioso, alla prima curva dell’ultimo giro. Dovizioso affiancò e sverniciò Rossi sul dritto, il quale fu in grado direplicare il favoloso sorpasso effettuato in quel di Catalunya nell’anno 2009 ai danni di Jorge Lorenzo, staccando ancora una volta all’esterno e finendo davanti all’avversario in ingresso curva. Sorpasso da stratega, che ha permesso al tavulliese di vincere la gara. Rossi infatti sapeva che per arrivare davanti al Dovi avrebbe dovuto accumulare un vantaggio tale da impedire il ritorno del forlivese prima della linea del traguardo, vantaggio accumulabile solo sfruttando tutta la durata del giro.

Primi 20 secondi: da brivido.


Top 3 strategie:

1 - Lorenzo: Il primo posto, forse un po’ in controtendenza, se lo porta a casa Jorge Lorenzo con le sue sette vittorie stagionali, giunte in un unico modo. Spingere al massimo, sempre davanti, sempre in solitaria. Sette gare in supremazia totale, di cui le prime 4 in testa dal primo all’ultimo giro, da Jerez fino in Catalunya. Semplicemente imperioso.


2 - Rossi al GP Argentina: Il secondo gradino è di Valentino Rossi e ci porta oltre oceano, nel nord dell’Argentina, a Termas de Rio Hondo. In questa gara Rossi è stato l’unico a scegliere lo pneumatico extra-hard al posteriore, a differenza di Marquez che montò uno pneumatico hard (quello con la banda rossa per intenderci). Così, mentre nella prima metà di gara lo spagnolo prendeva il largo, a 10 giri dalla fine la scelta di Rossi ha iniziato a dimostrarsi lungimirante. Infatti a 3 giri dalla fine i due piloti si sono trovati fianco a fianco dando vita ad un duello lampo, durato poco più di un settore. Come ben sapete, Rossi superò Marquez che tentò di rispondere immediatamente, causando un contatto tra la gomma anteriore dello stesso Marquez e la posteriore di Valentino. Tutto ciò ha portato alla caduta di Marquez, ad una prima vera rottura tra i due piloti e ha permesso a Valentino di credere maggiormente nel titolo, visto che a parte nella prima gara del 2013, non era mai stato in grado di battere il cabroncito.

Tutto perfettamente riassunto in questo video.

3 - Smith al GP San Marino: Il terzo gradino del podio va all’inglese Bradley Smith. Medaglia di bronzo meritata per ciò che è successo nel Gran Premio di Misano. In quella pazza gara, in cui si sono susseguiti tutti i tipi possibili di situazioni meteorologiche, l’inglese è stato l’unico a restare in pista con le slick in situazione di pista bagnata, ritrovandosi nel successivo cambio gomme degli altri piloti in notevole vantaggio. Vantaggio che gli ha permesso di salire sul secondo gradino del podio, dietro al solo Marc Marquez.



Top 3 errori:

1 - Marquez: Sul gradino più alto è ovviamente presente il campione uscente, Marc Marquez. Tanti, forse troppi errori quest’anno. Errori di sufficienza della Honda, nel costruire un telaio troppo rigido e un motore molto aggressivo, affidandolo nelle mani di un Marc Marquez troppo acerbo e superbo per poterlo gestire. Errori di costruzione che comunque non giustificano il numero di cadute di Marquez. L’anno era già iniziato male in Qatar, con un 5° posto, ma il peggio doveva ancora venire. Sono stati 6 i ritiri stagionali, a partire dall’Argentina per finire a Sepang. Questi ritiri sono facilmente spiegabili dalla situazione tecnica e mentale in cui si è trovato invischiato per la prima volta nella sua carriera. Non avere una moto quantomeno alla pari dell’avversaria, ha costretto il maiorchino a spingersi troppe volte oltre il limite, portando ad un eccessivo nervosismo, in gara e fuori.


2 - Rossi: Sono due gli errori di Valentino Rossi in questo 2015. Il primo in quel di Misano, quando ritardò troppo la seconda sosta ai box; sarebbe bastato rientrato un giro prima per finire quantomeno sul terzo gradino del podio e guadagnare almeno altri 5 punti fondamentali su Lorenzo. Il secondo errore in ordine cronologico è ovviamente rappresentato da quanto successo a Sepang. Sebbene Rossi abbia avuto tutte le scusanti del caso, portare fuori traiettoria un pilota è un gesto antisportivo che non si dovrebbe mai fare e che, probabilmente, gli è costato il mondiale. 


3 - Aprilia: Il terzo gradino del podio va al costruttore Aprilia, per la gestione di Marco Melandri e quindi della prima parte della stagione. In particolare va imputata ad Aprilia la costrizione contrattuale sottoposta al pilota, che lo ha obbligato ad abbandonare la meno blasonata SBK in cui lottava per il titolo, per seguire una strada troppo in salita per un pilota della sua età e del suo carisma. Melandri non è mai stato un pilota forte psicologicamente tanto che, anche nei suoi anni migliori (2004, 2005, 2006) aveva di che lamentarsi sul comportamento della squadra e della moto.



Top 3 pole position:

1 - Aleix Espargaro al GP Catalogna: La medaglia d’oro va allo spagnolo Aleix Espargaro, per il giro perfetto effettuato al Montmelò, pista di casa. Pole position inaspettata soprattutto per la presenza di un rettilineo lungo ben 1 chilometro, caratteristica non favorevole alla Suzuki neanche con gli aggiornamenti del motore giunti in seguito. Ispirato.

Clamorosa doppietta Suzuki in qualifica al Montmelò, con Espargaro-Vinales.

2 - Marquez al GP Stati Uniti: Quasi a pari merito troviamo la pole di Marc Marquez ad Austin. Marquez nelle piste americane è praticamente imbattibile, ma il modo in cui è arrivata questa pole position è a dir poco unico. A pochi minuti dalla fine delle qualifiche, un problema tecnico ferma la HRC 213V sulla linea del traguardo. Marquez salta sulla seconda moto con settaggi lievemente differenti e in un solo giro stampa il miglior tempo, mostrando una padronanza del mezzo sul giro secco pressoché assurda. Andrea Dovizioso, fortunato spettatore di questo giro, ha così commentato “La gara sarà dura, ho avuto la fortuna di seguire Marquez per mezzo giro e (ride) dobbiamo ancora lavorare molto (ride)”.


3 - Rossi al GP Olanda: Sul terzo gradino del podio c’è l’italiano Valentino Rossi, che ha conquistato la sua unica pole position stagionale il venerdì pomeriggio ad Assen, rifilando due decimi al secondo pilota, A. Espargaro e 3 decimi al terzo, M. Marquez. Le pole non sono mai state il punto forte di Valentino, avendone conquistate “solo” 61 su 330 Gran Premi.

Godere dell'on board dell'intero giro da pole di Rossi in Olanda: fatto.


Top 3 gare più belle:

1 - GP Qatar: Al primo posto inserisco la gara d’apertura del 2015, il GP del Qatar. Una gara eccezionale per molti motivi, primo fra tutti il ritorno della Ducati ad altissimo livello. Vedere la Desmo16 guidata da due italiani giungere sul podio dopo una gara tiratissima, ci ha sorpresi molto. Anch’io ho provato una sensazione diversa dal solito nel vedere la rossa davanti. Il secondo motivo è aver rivisto Rossi sul gradino più alto fin da subito, quasi come fosse un segno. Valentino non vinceva la prima gara della stagione dal 2010, anno in cui avrebbe lottato per il titolo senza l’infortunio del Mugello. Terzo ed ultimo motivo, vedere in diretta Marquez e Lorenzo guidare meno forte rispetto al terzetto italiano ci ha riempito il cuore. Gara fenomenale, piena di sorpassi di cui alcuni molto tecnici. 


2 - GP Gran Bretagna: Seconda posizione di diritto per Silverstone. Altro storico risultato per i colori italiani, con Danilo Petrucci che ha sostituito sul podio il buon Andrea Iannone, non a suo agio sul bagnato. Gara con un alto tasso di emozioni, scaturite dalla maestria dei tre piloti italiani (Rossi, Petrucci e Dovizioso) che sono riusciti ad arrivare davanti a tutti. Si è assistito ad una prima parte di gara in cui l’estro e la classe di Rossi e Marquez l’hanno fatta da padrone, riuscendo a portare i due centauri lontanissimi dagli altri piloti. Dopo la caduta di Marquez, Petrucci e Dovizioso si sono avvicinati moltissimo a Rossi, facendoci pensare ad una lotta a tre per gli ultimi due giri. Tuttavia, mentre da una parte il 36enne riprendeva in mano le redini della gara, dall’altra il Dovi si accontentava del terzo gradino del podio, giunto dopo un periodo molto complicato per lui che si è protratto fino al termine della stagione.


3 - GP San Marino: Al terzo posto la gara di Misano, una delle poche gare negli ultimi anni in cui non sono andati sul podio i soliti big four. Questo tanto per l’imprevedibilità del meteo quanto per la strategia di piloti che non avevano nulla da perdere, compreso Marquez. È stata una gara magnifica, ricca di colpi di scena e che, giro dopo giro, ci ha tenuti con il fiato sospeso. Nella seconda parte di gara è successo di tutto: Valentino tardava a rientrare ai box e così anche Lorenzo, a differenza di Marquez che con furbizia ha prima lasciato passare i due piloti Yamaha, per poi rientrare ai box prima di loro, rischiando sì ma compiendo la mossa giusta per portarlo sul gradino più alto del podio. Alcuni giri dopo - con le gomme distrutte - si è fermato Lorenzo, che non riusciva più a tenere il passo di Valentino. Tuttavia, nel giro di rientro, il maiorchino commette un errore e cade consentendo a Valentino di accumulare altri 11 punti di vantaggio (è arrivato in 5° posizione) dopo la vittoria di Silverstone. Così, mentre i due contendenti facevano la loro gara, Bradley Smith (altro pilota rivelazione dell’anno) si è aggiudicato il secondo posto non rientrando mai ai box. Sul terzo gradino uno stoico Scott Redding, che dopo essere caduto è riuscito a raggiungere il podio poco staccato da Smith. 



Articolo a cura di Federico Principi e Leonida Monaco


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