mercoledì 4 maggio 2016

Dominio perpetuo

La Mercedes alza l'asticella e domina il Gran Premio di Russia più di quanto abbia fatto nei precedenti.

di Federico Principi







Il primo episodio che mi viene in mente pensando alla storia del Gran Premio di Russia (tre sole edizioni) è Rosberg che, nel 2014, attacca Hamilton alla prima curva bloccando però in maniera pesante entrambe le ruote anteriori. Il tedesco rientrerà ai box al primo giro per sostituire subito gli pneumatici soft danneggiati dal flatspot, sostituendoli con un treno di medie destinato a percorrere i restanti 52 giri senza alcun problema di degrado, uno stint senza precedenti per lunghezza in Formula Uno.

Nonostante tutto, Rosberg finì comodamente secondo.

Gomme di marmo
In quell'edizione la Pirelli non si è sbilanciata, evitando di portare la super-soft che invece ha giustamente obbligato ad usare nel 2015. Per questa stagione - con la nascita della nuova mescola ultra-soft - quello di Sochi avrebbe dovuto essere lo scenario perfetto per inaugurarla, con una pista estremamente dolce sulle gomme sia per conformazione (tante curve a 90 gradi e un solo curvone lungo, verso sinistra), sia per la consistenza liscia dell'asfalto. Quando la Pirelli aveva tuttavia dovuto deliberare le scelte delle tre mescole per i primi Gran Premi, la ultra-soft non era ancora stata provata nei test ed è stata quindi evitata, nuovamente con eccessiva precauzione.

Il prevedibile risultato è che la media è stata giustamente scartata da tutti nelle scelte iniziali (un set da portare, ma non da utilizzare, era obbligatorio). L'ultra-soft avrebbe mescolato molto di più le carte e messo in difficoltà gli strateghi.

Ulteriore testimonianza dell'inutilità della media è stato l'interminabile stint in simulazione gara del venerdì di Ricciardo, con gomme soft. Dopo oltre 20 giri su quella gomma i tempi andavano perfino migliorandosi (cosa che non accade mai dopo tutti quei giri), con un degrado praticamente nullo e una macchina sempre più scarica di benzina che permetteva il progressivo miglioramento.

Le gomme soft hanno ben 30 giri di vita. Nonostante il run sia lungo 20 giri, Ricciardo nel finale migliora progressivamente i tempi e scende costantemente sotto l'1:43. Il degrado è inesistente.

Con una pista così poco severa sulle gomme, lo scorso anno in qualifica tutti i piloti di vertice hanno registrato il tempo buono al secondo giro completo dopo l'uscita dai box, prendendosi un ulteriore giro di riscaldamento per le super-soft che (pur essendo le più morbide in assoluto) erano comunque difficili da mandare in temperatura. Le Mercedes in Q3 avevano percorso addirittura un lungo stint con un secondo tentativo buono al quarto giro completo dopo l'uscita dai box; con le super-soft ormai molto calde, macchina scarica di benzina che avrebbe dovuto permettere di migliorare il primo tempo e un giro centrale di raffreddamento per ricaricare al massimo le batterie dell'ERS. 

Nel 2015 in Q3 a Sochi soltanto le Force India avevano effettuato il time attack al primo giro buono. Ferrari, Mercedes e Williams avevano scelto la strada del giro di riscaldamento supplementare (il "fucsia" di Rosberg nel primo settore si riferisce al time attack che è appena partito, dopo aver fatto segnare un lento 1:46.620 di riscaldamento).

Come nel 2015, Ferrari e Mercedes hanno replicato le loro strategie: Raikkonen e Vettel, a differenza di Rosberg (Hamilton è stato bloccato da un problema elettrico), hanno percorso due stint inframmezzati da un veloce pit stop, nei quali il tempo buono sarebbe arrivato dopo un giro e mezzo di riscaldamento (eccezione di Vettel per il primo tentativo, con il tempo fatto registrare subito).

Solo Vettel e Perez (di nuovo dopo il 2015, evidentemente la Force India non ha problemi a mandare subito in temperatura le gomme) cercano il tempo al primo giro completo in Q3, mentre tutti gli altri si prendono un ulteriore passaggio per scaldare ancora le super-soft. Vettel nel secondo stint della Q3 seguirà a sua volta la tattica di scaldare le gomme per un giro supplementare.

Rosberg, a seguito dell'abbandono di Hamilton in Q3, si è sentito talmente onnipotente che nel secondo tentativo ha commesso un grosso errore, ininfluente dopo aver già registrato un tempo imbattibile per tutti. Ben più grave l'errore di Raikkonen all'ultima curva, che gli è costato la prima fila ai danni di Bottas, con Vettel costretto alla settima posizione (secondo in qualifica, ma penalizzato di 5 posizioni per la sostituzione del cambio). Gli uomini Ferrari hanno giustamente scelto di scontare la penalità in Russia (con il cambio danneggiato nel contatto al via con Raikkonen in Cina) per evitare di doverlo fare in piste come Spagna o soprattutto Montecarlo, dove effettuare sorpassi è un'operazione molto più complessa.

La prima parte di gara
Con gomme così relativamente dure, la strategia più naturale sarebbe stata quella con un'unica sosta. La partenza avrebbe così rivestito un'importanza ancora più elevata del solito: con strategie così bloccate, uno dei momenti più propizi a guadagnare posizioni sarebbe stato proprio quello del via.

Raikkonen ha guadagnato la posizione su Bottas, ma il vero caos si è scatenato alle spalle. Kvyat - dopo le polemiche con Vettel in Cina e le voci che lo vorrebbero allontanato in favore di Verstappen dalla prossima stagione - ha letteralmente perso la testa: il russo ha tamponato Vettel da dietro, da molto lontano, mentre il tedesco stava sorpassando in modo regolare Ricciardo, e lo ha tamponato una seconda volta nel lungo curvone successivo verso sinistra in maniera più che imbarazzante, causandone il ritiro. Le giustificazioni del russo stavolta non sembrano reggere.

Tra l'altro, la manovra di Kvyat ha danneggiato anche la gara del compagno Ricciardo.

La Safety Car è entrata immediatamente in pista e la Red Bull ha giocato una carta totalmente impronosticabile e assolutamente sbagliata: la gomma media. L'obiettivo chiaro era quello di sfruttare la neutralizzazione della vettura di sicurezza e percorrere tutto il resto della gara con la gomma più dura e senza problemi di degrado, ma le prestazioni della media in un tracciato così erano veramente scadenti, soprattutto alla luce dello stint di Ricciardo con le soft nelle libere citato in precedenza. L'australiano si è poi pentito, tornando sulla soft: il tutto nonostante, come visto sopra, la Red Bull è stata la vettura (insieme alla Haas di Grosjean e Gutierrez) che ha portato più treni di super-soft, ben 10 sui 13 totali. 

Le strategie di tutti i piloti. Ricciardo, tornando sulla soft nel finale, ha parzialmente limitato i danni: molto peggio è andata a Kvyat e Gutierrez, mai a proprio agio con la media.

Raikkonen ha avuto come al solito problemi con la ripartenza dalla Safety Car: come da fotocopia dello scorso anno il finlandese ha faticato enormemente a scaldare le gomme ed è stato immediatamente risorpassato da Bottas. Con un altro piccolo errore in un successivo corpo a corpo con il connazionale, Raikkonen ha perso un'ulteriore posizione a vantaggio del rimontante Hamilton, stavolta aggressivo nei duelli. Si è formato un trenino a 3 per la lotta alla seconda posizione, con il Campione del Mondo impossibilitato a sorpassare la freccia bianca Williams, sempre molto scarica di aerodinamica e velocissima in rettilineo.

La Williams aveva mostrato un ottimo passo gara nelle simulazioni del venerdì (anche se con meno benzina delle rivali). Nelle prime fasi di gara Bottas tappava sia Hamilton che Raikkonen ma non era così distante dal ritmo di Rosberg. La super-soft di Bottas è però calata molto prima rispetto a Ferrari e Mercedes, fedele alla tendenza della Williams di degradare molto in anticipo le gomme rispetto alle rivali (compresa la Red Bull).

Simulazioni gara delle prove libere in Cina. Con pressoché identico numero di giri percorsi sulla gomma (super-soft) e di giri percorsi nello stint, la Williams (sopra) è nettamente meno costante della più guidabile Red Bull, che è meno severa sugli pneumatici.

Quando Bottas è andato ai box al sedicesimo giro, Hamilton si è concesso un giro in più per due motivi: in primo luogo perché l'undercut (difensivo nel caso di Bottas) su questa pista (dove il degrado è nullo e anzi è più difficile andare forte nei primi giri con le gomme che rimangono fredde) sarebbe stato molto difficile per Bottas. In secondo luogo perché con il GPS avevano calcolato bene la sosta del finlandese, rientrato appena davanti a Grosjean: Hamilton e Raikkonen sarebbero finiti dietro al francese della Haas se avessero seguito Bottas in pit lane.

Nonostante un giro a pista libera con gomma soft nuova per Bottas, e nonostante la sosta del finlandese sia durata mezzo secondo in meno di quella del Campione del Mondo (2,7 contro 3,2 secondi) l'undercut è paradossalmente riuscito a Hamilton che si è fermato nel giro successivo. Raikkonen, ai box ben 4 giri dopo Bottas, riuscirà anche lui a passare il connazionale attraverso la strategia. Il finlandese stava registrando giri record personali a ripetizione, e se Hamilton non avesse passato Alonso all'interno del ventesimo giro nel rettilineo posteriore, il ferrarista avrebbe potuto addirittura soffiare la posizione anche al Campione del Mondo.

Secondo atto
Cominciava così una seconda parte di gara, molto differente. Rosberg, Hamilton e Raikkonen ancora distanziati come in Bahrain, con questi ultimi due stavolta a posizioni invertite.

Il gap tra Rosberg e Hamilton creato da Bottas nel primo stint, nel momento esatto della sosta del pilota Williams. Il finlandese ha accusato un violento degrado negli ultimi passaggi con la super-soft: in soli 3 giri ha contribuito ad allargare il gap tra le due Mercedes di ben 4,7 secondi, scavando un solco di oltre 13 secondi.

Il leader della corsa e del Mondiale vedeva il proprio margine su Hamilton assottigliarsi in corrispondenza dei propri doppiaggi, ma non è esattamente chiaro se fosse dovuto soltanto al corpo a corpo con vetture più lente. 

Rosberg non ha ancora raggiunto il gruppetto dei doppiati, ma il ritmo di Hamilton con le soft è già costantemente migliore.

Quel che è certo è che non appena è stato comunicato a Hamilton il rischio di avere un problema sulla pressione dell'acqua (solo sulla sua vettura), il Campione del Mondo ha alzato il piede dall'acceleratore e il gap da Rosberg si è riportato a distanza di sicurezza.

Sopra, il distacco tra Rosberg e Hamilton si è clamorosamente ridotto a poco più di 7 secondi quando arriva il team radio all'inglese per annunciargli dei problemi. Da lì in poi Hamilton perderà terreno nei confronti dei due più diretti rivali.

Kimi Raikkonen soffriva tantissimo il confronto con le Mercedes con le gomme soft, ennesima conferma delle difficoltà della Ferrari con pneumatici relativamente più duri (la soft a Sochi era veramente di marmo). Il finlandese si è riavvicinato a Hamilton solo dopo quella comunicazione radio all'inglese, ma l'accelerazione finale di Rosberg ha suggellato la netta superiorità Mercedes anche e soprattutto con questo tipo di mescola. 

Grafico dei tempi in gara in Bahrain (riferimento il tempo medio del vincitore, Rosberg). Nel primo stint i tre piloti di testa non sono comparabili (Raikkonen e Hamilton erano nel traffico). Il parallelo Rosberg-Raikkonen è interessantissimo: nel secondo e nel quarto stint (delimitati dalle cadute, che rappresentano le soste ai box) Rosberg guadagna qualcosa in più, mentre nel terzo le prestazioni sono pressoché uguali. Dove Rosberg guadagna entrambi sono sulle soft, mentre nella terza parte di gara sono su super-soft: è evidente quanto la Ferrari regga il confronto con le gomme più morbide, pagando qualcosa con le più dure. Dati Forix.

Nel frattempo Massa stava tenendo il ritmo di Raikkonen, ma la differenza di gestione delle gomme è estremamente diversa tra Ferrari e Williams: mentre Raikkonen accelerava negli ultimi passaggi, il brasiliano rientrava ai box negli ultimi giri dopo un brusco calo di prestazione, simile a quello di Bottas nel primo stint.

Grafico tempi in gara di Sochi (riferimento il tempo medio di Rosberg). Il tedesco alza il livello del proprio ritmo verso la metà di ogni stint (impennata finale verso il giro veloce). Tra il trentunesimo e il trentacinquesimo giro Rosberg rallenta in concomitanza con i doppiaggi e Hamilton ne approfitta, ma l'inglese rallenterà dopo la comunicazione del problema tecnico (al giro 37). Fino a quel momento Raikkonen non regge assolutamente il ritmo di Hamilton con gomme soft. Si notano anche le Williams: Bottas rimane un po' a contatto con Rosberg fino al decimo giro ma poi non lo segue più, e Massa è sui tempi di Raikkonen con le soft per una ventina di giri, prima di crollare. Dati Forix.

Rosberg si è aggiudicato la quarta corsa su quattro del 2016, la settima consecutiva, con statistiche che scomodano le stagioni trionfali di Michael Schumacher o del Mondiale di Mansell nel 1992. Il giro veloce lo ha fatto segnare al penultimo passaggio, e nell'ultimo giro ha fatto registrare il record assoluto nel settore centrale. Anche negli ultimi passaggi con la gomma super-soft il tedesco stava costantemente aggiornando il record sul giro: unito al fatto che lo stesso Raikkonen migliorava i propri parziali a ridosso della sosta, è evidente quanto quello di Sochi sia stato un appuntamento caratterizzato dal degrado nullo, e forse per questo motivo dovrebbe restare un'eccezione. 

Giro record al penultimo passaggio con migliori parziali assoluti nel primo e terzo settore.

L'addio al Mondiale?
Già con il problema elettrico, e la successiva sostituzione del cambio con 5 posizioni di penalità in partenza, Vettel sapeva che il suo Gran Premio di Russia sarebbe stato difficile. È diventato impossibile per colpa di uno scriteriato Kvyat. Raikkonen ha raggiunto il podio ma il ritardo in classifica piloti da Rosberg è ora di 57 punti per il finlandese e addirittura 67 per Vettel. In classifica costruttori la Ferrari paga 81 lunghezze dalla Mercedes. Un gap apparentemente incolmabile in entrambe le graduatorie.

Prima del Gran Premio di Russia era lecito chiedersi se i problemi di "clipping" accusati dalla Ferrari sia in Bahrain che in Cina - sottolineati da Cristiano Sponton e Alfonso di Filippo - si sarebbero ripetuti, e se lo fossero stati se si sarebbero accentuati. La Rossa ha infatti mostrato la tendenza a preservare (in gara) energia elettrica, attraverso mappature specifiche, a fine rettilineo per utilizzarne più del solito in trazione per avere un'erogazione più immediata, disturbata altrimenti dall'eccessivo turbo lag prodotto da una turbina eccessivamente grande sul motore termico 2016. In Russia ci sono moltissime curve in cui è richiesta trazione e due rettilinei lunghi (il primo in particolare), dove la Ferrari avrebbe dovuto "tagliare" velocità di punta.

Sopra, il grosso clipping che la Ferrari subisce in Bahrain (Raikkonen in foto) è mitigato in una pista con meno trazione e più percorrenza come quella della Cina (Vettel, al centro). Sotto: anche la Red Bull soffriva di clipping in Bahrain. Senza staccare il piede dall'acceleratore, la mappatura taglia potenza elettrica a fine rettilineo per distribuirla in erogazione in uscita di curva, compensando le difficoltà delle power unit Ferrari e Renault negli sforzi di trazione. Immagini "Funo analisi tecnica".

La Ferrari in questo senso ha opportunamente speso 3 dei 9 gettoni rimanenti per aggiornare la power unit con interventi alla camera di combustione, con successiva forte riduzione del fenomeno del clipping. Nonostante Vettel sia già giunto alla terza unità sulle 5 previste dal regolamento per coprire tutta la stagione, lo stesso Cristiano Sponton ha prospettato un interessante schema di rotazione nell'utilizzo delle power unit nel corso dei weekend tale da non eccedere oltre la quinta, fino a fine stagione, evitando la famigerata penalizzazione di 10 posizioni in griglia.

I problemi tecnici già pesano sul bilancio in classifica: il ritiro prematuro in Bahrain di Vettel e quello in Australia di Raikkonen hanno allontanato le Rosse in classifica, ma il doppio problema all'ERS di Hamilton nelle qualifiche di Cina e Russia denota una certa pressione in casa Mercedes e una conseguente insospettabile fragilità.

Rispetto al 2015, la Ferrari in qualifica ha ridotto in 3 dei 4 appuntamenti il proprio gap dalla Mercedes, cresciuto solo in Bahrain di poco più di un decimo. Non si può certo dire che a Maranello non abbiano compiuto progressi durante l'inverno, alla luce del successo sfiorato in Australia e del fatto che nei tre luoghi del delitto (Malesia, Ungheria, Singapore), dove la Ferrari aveva vinto lo scorso anno, il Mondiale non sia ancora transitato. In Russia però la durezza relativa degli pneumatici troppo elevata e la superiorità Mercedes nel recupero di energia erano ingestibili per una Ferrari ormai già tagliata fuori nella lotta al Mondiale.

Rosberg prosegue nel suo momento magico e ancora una volta è l'unico ad avere un weekend completamente pulito: Vettel e Hamilton per sfortuna e Raikkonen per deconcentrazione si sono estraniati dalla lotta per la vittoria già nei primi giri. Con Hamilton lontano 43 punti da Rosberg in classifica piloti, il tedesco della Mercedes è ormai il naturale favorito al titolo mondiale. Hamilton è però l'unico a disporre dello stesso mezzo meccanico, ancora superiore agli altri: la fame che lo ha sempre contraddistinto sarà necessaria per sovvertire una legge storica che ha sempre consegnato il Mondiale a chi vince tutte le prime 4 gare. Soprattutto in una stagione mai così lunga, con 21 Gran Premi totali.


Articolo a cura di Federico Principi



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