Ridimensionare: riportare alle giuste proporzioni, valutare in maniera più realistica. Dallo stadio Louis II esce fuori una Juventus diversa da come era entrata, una squadra che approda in semifinale dopo 12 anni, la prima italiana dopo l'Inter di Mourinho del 2010. La prestazione è stata tanto brutta e deludente quanto storico e importante è stato il traguardo raggiunto. Il calcio italiano conferma la sua attitudine a concepire le partite di calcio come una sorta di altalena: risultati da una parte, bel gioco dall'altra. Se sale una, l'altra scende: inesorabilmente, senza mezzi termini o interpretazioni. Quasi fosse un contrappasso dantesco intrinseco alla nostra visione generale di calcio che ci obbliga a lucrare sul gioco altrui. Eppure i presupposti per una grande prova dei bianconeri c'erano tutti: uno dei migliori risultati possibili all'andata in casa, avversario sulla carta inferiore, possibilità di dimostrare all'Europa intera del calcio che la realtà della Juventus è in ascesa. Tutto questo non è avvenuto ma la semifinale è arrivata, possiamo dire “missione compiuta”?
La Juventus spicca il volo verso la semifinale. È tra le prime quattro d'Europa. |
Passiamo
ad analizzare la partita di ieri sera nel dettaglio partendo dal
Monaco.
Il
portoghese Jardim, tecnico dei monegaschi, ha costruito un gruppo
molto competitivo e complessivamente ha fatto un lavoro straordinario
considerando il materiale a sua disposizione. Il Monaco si schiera
con un 4-2-3-1 molto fluido e ibrido: a seconda delle situazioni Joao
Moutinho si alza o si abbassa sulla linea dei centrocampisti
determinando il modulo effettivo. La squadra attacca molto le fasce
laterali, le ali Carrasco e Silva lasciano spazio alle
sovrapposizioni dei terzini senza però rischiare niente nella zona
centrale perchè i due centrali, Raggi e Abdennour, eroicamente
accorciano in maniera sistematica in avanti soffocando le punte
juventine. Il gioco negli ultimi 30 metri, però, è parecchio banale
e impreciso: dipende troppo dalle posizioni in cui Moutinho tocca la
palla e gli attaccanti deludono molto. Martial e Carrasco, per quanto
siano talentuosi e futuribili, non giocano una partita di valore
specifico comparabile a quello dei compagni e la manovra offensiva
del Monaco ne risente tantissimo. I monegaschi sbattono continuamente
contro la difesa della Juve - molto bassa, dentro l'area di rigore –
e Barzagli e Bonucci dimostrano una grande capacità di
concentrazione e attenzione.
Mappa statistica della grande partita difensiva di Bonucci. |
Al
contrario la Juventus sembra non riuscire a proporre gioco. Il 3-5-2
scelto da Allegri è molto efficace quando i due laterali giocano
alti perché arricchisce la manovra di numerosissimi sbocchi e
possibilità. Quando, però, come ieri sera, i laterali sono bloccati
dagli avversari e sono costretti a stare troppo bassi – formando
una linea a 5 con i difensori – il modulo diventa un handicap
perchè i 3 centrocampisti si schiacciano e i due attaccanti non
sanno mai cosa fare: indietreggiare per accorciare la squadra oppure
cercare di rimanere più alti per allungarla a costo di creare un
buco alle loro spalle. Morata e Tevez ballano indecisi tra queste
due possibilità e lo fanno sempre disarmonicamente uno con l'altro.
Riuscire ad interpretare efficacemente il 3-5-2 in campo europeo,
dove rischi di regalare un uomo agli avversari, è estremamente
difficile.
Tevez in una delle rare volte in cui ha potuto attaccare palla al piede fronte alla porta avversaria. |
Il
vero gioiello della struttura tattica di Jardim – e il vero
problema della Juventus – è il sistema di pressing. A differenza
di tutte le squadre italiane, avversari abituali dei bianconeri, i
monegaschi attuano un pressing non specificamente sugli uomini ma sui
passaggi. In pratica lasciano anche qualche metro in più al
possessore per controllare e intercettare le linee di passaggio verso
il ricevente. L'uscita della palla dalla difesa per la Juve diventa,
così, un vero e proprio incubo tra il sistema di pressing del Monaco
e i tantissimi errori tecnici individuali e corali. Vidal è
irriconoscibile, Morata sbaglia praticamente tutto, Pirlo è in
sofferenza. Una squadra che praticava un pressing simile a livello di
struttura era il Barcellona di Guardiola. Non nascondo che per alcuni
istanti sparsi della partita ho follemente immaginato che il Louis II
si trasformasse nel Camp Nou e che il bianco delle magliette
diventasse improvvisamente l' ”azul” dei blaugrana.
Per
quanto riguarda i singoli hanno impressionato soprattutto Fabinho e
Kondogbia, oltre al solito Moutinho. Il terzino brasiliano è un '93
con ampi margini di miglioramento: spinta costante e tanto coraggio.
Il francese Kondogbia, invece, si è dimostrato incontenibile
fisicamente e molto intelligente tatticamente, ha letteralmente
dominato la zona centrale del campo vincendo quasi tutti gli 1vs1 e
ha occupato benissimo gli spazi.
Mappa di calore di Fabinho e Kurzawa. I due terzini sono stati un continuo e costante appoggio per lo sviluppo della manovra offensiva del Monaco. Entrambi sempre molto alti e propositivi. |
La
Juventus ha pagato la pessima condizione fisica dei suoi uomini più
importanti. La tensione per l'importanza della partita non regge, se
punti a vincere sempre non puoi essere impreparato psicologicamente
per queste partite. Buffon, Barzagli e Bonucci hanno varie volte
salvato la Juventus. Pereyra poteva e doveva essere inserito prima
perché ha consentito alla Juventus di alleggerire la pressione e
aggredire gli spazi in campo aperto che si aprivano con il passare
dei minuti nella difesa della squadra del Principato.
Pirlo molto in difficoltà nella partita di ieri sera. Soprattutto a causa del poco movimento senza palla dei compagni, far partire le azioni della Juventus è stato un enigma irrisolvibile per lui. |
Domani
ci aspetta il sorteggio delle semifinali. Analizzare chi possa essere
l'avversario migliore lascia il tempo che trova perché sicuramente
Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco sono sì squadre molto
diverse ma allo stesso tempo tutte apparentemente fuori portata.
Alla
meglio dei 180 minuti reggere il confronto tattico e mentale con il
Bayern Monaco sembra proibitivo ma rimane molto stimolante affrontare
le squadre di Guardiola e, se l'obiettivo per la Juve è continuare a
crescere, sarebbe l'avversario ideale.
Il
Barcellona, offensivamente, è la squadra più forte al mondo: Suarez,
Neymar e Messi danno infinite possibilità e variazioni al tema.
Senza considerare il fattore Camp Nou.
Infine
il Real Madrid, nonostante abbia più equilibrio del Barcellona,
dovrà recuperare molti infortunati e non presenta un sistema di
pressing organizzato comparabile a quello di Bayern e Barcellona. Se
è vero che dove cade, cade sempre male la Juventus può sperare di
accoppiarsi con il Real Madrid.
Se,
però, la prestazione sarà quella delle due sfide con il Monaco la
semifinale si trasformerà da sogno ad incubo.
È
arrivato il momento di smontare l'altalena di risultati e bel gioco,
serve ritrovare la Juventus propositiva e coraggiosa di Dortmund.
Vincere giocando bene è essenziale in campo europeo e l'uno è
propedeutico per l'altro. Intanto abbiamo la possibilità di goderci
la sfida tra la squadra che sta ammazzando il campionato italiano e
una delle tre big d'Europa. Non vediamo l'ora.
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