Una divertente e stuzzicante raccolta del meglio e del peggio della stagione 2015 di Formula 1 e MotoGP.
di Federico Principi e Leonida Monaco
TOP 3 FORMULA 1
di Federico Principi e Leonida Monaco
TOP 3 FORMULA 1
di Federico Principi
Top 3 sorpassi:
1 – Verstappen su Maldonado (GP Singapore): Max Verstappen è il più
piccolino della compagnia e già il più agguerrito e probabilmente uno dei più
solidi nel corpo a corpo. I maggiori meriti della spettacolarizzazione della
categoria vanno senza dubbio ricondotti alle sue manovre aggressive e precise
allo stesso tempo. Ne ha regalate di altissimo livello anche in Belgio o in
Brasile, ma il sorpasso sotto il tunnel di un circuito strettissimo come
Singapore ha messo a rischio la veridicità di molte leggi della fisica.
2 – Ricciardo su Hamilton (GP Ungheria): Non tanto per la tecnica
del sorpasso in sé (splendido in ogni caso), quanto soprattutto come atto di
lesa maestà. Hamilton era ripartito molto male a seguito del rientro ai box
della Safety Car e l’australiano è stato fenomenale ad appiccicarsi al codone
del Campione del Mondo. Non disponendo neanche del DRS - ed anzi di un motore
molto meno potente di quello di Lewis -
Ricciardo ha compiuto una splendida manovra di scia e di staccata, suo
vero punto di forza. Al punto tale da forzare la difesa del pilota Mercedes e
provocarne la scorrettezza, poi sanzionata.
3 – Vettel-Raikkonen su Hamilton-Rosberg (GP Ungheria): Rimanendo
alla fantastica gara mitteleuropea non poteva passare inosservata la
fantasmagorica partenza delle Ferrari, preludio alla vittoria di Vettel e ad
una doppietta scongiurata solo dai problemi di affidabilità di Raikkonen. Con
la mappatura “Race Start” (RS) le Rosse hanno sprigionato una trazione
nettamente superiore alle Mercedes, specialmente a marce ancora basse.
Estremamente cattivi e intelligenti, oltretutto, i sorpassi compiuti nelle
prime due curve, scegliendo sempre le traiettorie giuste per sorprendere
soprattutto Rosberg.
Top 3 strategie:
1 – Hamilton al GP Gran Bretagna: La partenza dell’inglese al Gran
Premio di casa era stata problematica, e così anche la ripartenza dopo la
Safety Car (ancora una volta). Dopo il primo pit stop la strada per Lewis al
successo si era però spianata: primo posto con Rosberg alle spalle delle
insuperabili Williams, ormai lontanissimo e tappato.
Pochissimi istanti prima del sorpasso di Rosberg su
Bottas, il tedesco aveva accumulato oltre 11 secondi di ritardo dal compagno
leader.
La
pioggia aveva però di nuovo scombussolato l’ordine delle cose, col tedesco
autore di facili sorpassi su Bottas e Massa (troppo poco carico aerodinamico
per guidare bene su acqua) e clamorosamente in rimonta su un Hamilton che, con
condizioni ibride ed incerte, aveva incredibilmente perso il passo.
Clamorosa progressione di Rosberg su Hamilton. Il
tedesco in pochissimi giri torna prepotentemente minaccioso dietro ai tubi di
scarico di Lewis, là dietro.
Non
sapremo mai se Hamilton si sia fiondato ai box per montare le intermedie con la
disperazione o con la reale consapevolezza che fosse in realtà la scelta giusta
da fare in una situazione così delicata. L’inglese, in quel momento, pareva
spacciato e destinato ad un facile sorpasso del compagno di squadra. Rosberg
invece, rientrando ai box per montare la mescola intermedia con un giro di
ritardo, aumenterà e di parecchio il proprio gap in quel passaggio in più
percorso con le slick, e comprometterà una vittoria che sembrava ormai
possibile.
Appena uscito dai box, Rosberg ha di nuovo 9 secondi
di ritardo da Hamilton.
2 - Vettel al GP Stati Uniti: Come Honda e Renault anche Ferrari ha conosciuto
l'onta della penalizzazione di 10 posizioni in griglia per aver utilizzato una
power unit supplementare alle quattro concesse dal regolamento, per tutta la
stagione. Ferrari ha giustamente scelto Austin come tappa prevista per scontare
la penalità: il circuito si presta volentieri a occasioni di sorpasso e la
pioggia attesa avrebbe ancora di più facilitato le operazioni di rimonta.
Quando poi Vettel si è ritrovato in quarta posizione, prossimo al sorpasso di
un più lento Ricciardo, il tedesco ha deciso di sfruttare la Safety Car per
montare le medie e coprire il resto della gara, nonostante la pista umida
avrebbe molto difficilmente permesso alla Ferrari di mandare in temperatura le
mescole più dure del weekend. Sono venute in soccorso alle Mercedes due
finestre di neutralizzazione - una con Virtual Safety Car e un'altra con Safety
Car canonica - per permettere a Hamilton e Rosberg di compiere la loro seconda
sosta senza perdere tempo da Vettel. Che, in caso di corsa pulita, avrebbe
probabilmente festeggiato la quarta vittoria stagionale. Una strategia, a
priori, perfetta.
A 18 giri dalla fine le Mercedes devono ancora
compiere la propria seconda sosta. Senza Virtual Safety Car sarebbero rientrate
in pista in mezzo al gruppone, presumibilmente tra Perez e Maldonado, e in ogni
caso nel traffico e lontane da Vettel.
3 - Vettel al GP Singapore: L'occasione era ghiotta, con le Mercedes senza ritmo e
qualificate in terza fila. Sembrava che per Vettel le insidie al Gran Premio di
Singapore fossero ristrette alla partenza, e una volta chiusa la prima curva in
prima posizione la gara sarebbe scivolata liscia. Vettel ha invece
pericolosamente subito il rientro di Ricciardo alla fine del primo stint, che
poteva far sorgere il sospetto che la Red Bull fosse superiore - anche se
unicamente in materia di degrado - e che avesse il margine per tentare un clamoroso undercut. Per il secondo stint Vettel opta per una
strategia opposta: rallenta vistosamente il ritmo e risparmia le gomme, conscio che in un
tracciato cittadino non avrebbe mai subito un sorpasso in pista, per poi
accelerare improvvisamente e scacciare a debita distanza Ricciardo prima della seconda sosta. Mettendo così in cassaforte la terza e ultima
vittoria del 2015.
Il ventisettesimo giro è il turning point.
Top 3 errori:
1 - Box Mercedes su Lewis Hamilton (GP Monaco): Fin da quando
comprai il mio primo videogioco all'età di cinque anni (F1 1997) avevo già
capito che sorpassare a Montecarlo era un'impresa complessa. La scelta degli
uomini Mercedes di cambiare strategia ad Hamilton - avviato alla vittoria col
cruise control - si è rivelata probabilmente il più grande errore degli ultimi
10 anni di Formula 1. Non aveva senso montare un treno nuovo di super-soft,
sfruttando la Safety Car ma rischiando allo stesso tempo di perdere la
posizione su Rosberg e/o Vettel. Forse il regime di neutralizzazione della gara
aveva rassicurato gli uomini al muretto sul fatto che Hamilton avesse margine
di gap per uscire comodamente davanti, ma all'atto pratico così non è stato.
Relegato ad un misero terzo posto, con l'odiato compagno autore della più
immeritata vittoria della storia dell'automobilismo.
2 - Box Williams al GP Gran Bretagna: Dopo la grandiosa partenza,
le cose per le Williams a Silverstone si erano messe nel miglior modo
possibile, per tutto il primo stint:
Trenino a quattro con le Williams davanti alle
Mercedes.
Constatata
l'impossibilità per Hamilton e Rosberg di riuscire ad attaccare in pista le
Williams, dotate della miglior velocità di punta, Massa e Bottas avevano una
grandissima chance di vincere l'unico Gran Premio stagionale. Il brasiliano era
in testa ma sembrava forse più lento del compagno di squadra: dal box non era
arrivato però l'ordine di lasciar passare Bottas, ed anzi era arrivato
l'avvertimento opposto. L'unica chance per gli argentati era rappresentata
dall'undercut al box: gli uomini Williams dovevano saperlo ed evidentemente
impedirlo in ogni modo, anticipando l'unica sosta - in caso di gara asciutta -
o quantomeno effettuandola nello stesso momento (diciannovesimo giro) in cui
era avvenuta la chiamata a Lewis Hamilton. Che si ritroverà invece solo in pit
lane prima, e solo in testa alla corsa poi. La successiva pioggia sarà ormai
ininfluente sulle possibilità di una vittoria che gli uomini Williams avevano
già buttato via.
3 - Lewis Hamilton al GP Ungheria: La gara di Budapest è stata il
più grande concentrato di sbavature della carriera di Hamilton. A partire dalla
già analizzata partenza (sopra, alla voce sorpassi), passando per il lungo alla
chicane nel primo giro che lo ha spedito in decima posizione - in un tracciato tortuoso
con problemi di sorpasso - arrivando all'onta del sorpasso subito da Ricciardo.
Con conseguente tamponamento, rottura dell'ala e successivo drive through. "Come partire in pole e concludere la
gara dietro una McLaren-Honda, senza avere problemi di affidabilità":
perfettamente eseguito.
Top 3 pole position:
1 - Vettel al GP Singapore: Un capolavoro di coraggio e di
balistica. Singapore è probabilmente la pista che esalta più di tutte il
particolare ed unico stile di guida di Sebastian Vettel. Eccezionale reattività
in uscita di curva e precisione millimetrica nello sfruttare tutte le
traiettorie possibili andando a sfiorare i muri del tracciato cittadino. Con le
Mercedes in difficoltà tecnica, questo giro capolavoro gli vale la pole con
mezzo secondo sul primo rivale (Ricciardo) e ben sette decimi sul compagno
Raikkonen.
2 - Hamilton al GP Belgio: Sarà perché percorrere i 7 chilometri
della pista di Spa suscita brividi quasi unici nel panorama automobilistico,
sta di fatto che Hamilton ha detto di non aver forse mai goduto in carriera
come nella qualifica belga di questa stagione. Il suo giro è pulitissimo e allo
stesso tempo aggressivo sui cordoli, sia in entrata che in uscita, e totalmente
privo di sbavature. La bellezza del tracciato delle Ardenne fa il resto.
3 - Rosberg al GP Abu Dhabi: Se Hamilton è così talentuoso al punto
tale da spingere al limite senza apparente sforzo, Rosberg possiede
probabilmente una cultura ingegneristica superiore. Fino a quando (prima di Suzuka) in Mercedes non avevano ancora
modificato la sospensione, l'inglese conduceva il confronto interno in
qualifica per 12-1. Da lì in avanti, 6-0 Rosberg. L'apice del rovesciamento
della supremazia interna (troppo tardi, va detto) è stato toccato proprio
nell'ultima gara, dove il Campione del Mondo ha beccato quasi 4 decimi.
Un'enormità, con lo stesso mezzo meccanico.
Top 3 gare più belle:
1 - GP Ungheria: Incerto fino alla fine, la Safety Car ha rimesso
in gioco tre piloti - Rosberg, Hamilton e Ricciardo - che dopo due terzi di
gara erano meritatamente spacciati. Vettel (dopo la meravigliosa partenza di
cui sopra) è stato costretto a montare le medie, con le quali la Ferrari
soffriva sicuramente di più. Tallonato da Rosberg, il vero favorito alla
vittoria era in realtà Ricciardo, l'unico dei piloti di testa che montava la
più veloce mescola soft dopo essersi smarcato dalla media nel secondo stint.
L'inseguimento in stile poliziesco americano si è concluso con il tamponamento
tra questi ultimi, provocato da un'eccessiva irruenza di Ricciardo a seguito di
un attacco da fuoriclasse. Strada spianata per Vettel, al quale saranno
spuntati almeno un paio di capelli bianchi durante la gara.
2 - GP
Stati Uniti: Inizio
con asfalto bagnato. Rosberg in pole, ma Hamilton parte meglio e lo accompagna
fuori. Arrivano le Red Bull e a un certo punto Ricciardo prende la testa, e
sembra incontenibile:
3 - Aprilia: Il terzo gradino del podio va al costruttore Aprilia, per la gestione di Marco Melandri e quindi della prima parte della stagione. In particolare va imputata ad Aprilia la costrizione contrattuale sottoposta al pilota, che lo ha obbligato ad abbandonare la meno blasonata SBK in cui lottava per il titolo, per seguire una strada troppo in salita per un pilota della sua età e del suo carisma. Melandri non è mai stato un pilota forte psicologicamente tanto che, anche nei suoi anni migliori (2004, 2005, 2006) aveva di che lamentarsi sul comportamento della squadra e della moto.
L'asfalto si asciuga: ne
approfittano Hamilton e Vettel che montano le slick (soft) un giro prima degli
altri. Poi arriva la Safety Car e Vettel tenta l'azzardo (giusto) di montare le
medie per andare fino in fondo. Il tedesco è terzo ma è una reale minaccia per
le Mercedes. Nel frattempo Rosberg si è sbarazzato di Hamilton ed è più veloce,
ma le nuove neutralizzazioni favoriscono le seconde soste dei Mercedes. Rosberg
sembra condurre la gara ma un errore da principiante lo relega al secondo
posto. Hamilton vince ed è Campione per la terza volta. Davvero difficile
assistere ad una gara più entusiasmante.
Gran delusione.
3 - GP
Gran Bretagna: Ne
abbiamo parlato approfonditamente. Partenza sprint in doppietta per le
Williams, i loro errori strategici al primo pit stop, la clamorosa rimonta di Rosberg
su Hamilton frenata dalla giusta scelta dell'inglese di montare le intermedie
un giro in anticipo rispetto a Nico. Lo stesso Vettel - partito malissimo e
invischiato nel traffico dopo pochi giri - che segue Hamilton e monta le
intermedie nello stesso momento, finendo per sorpassare le Williams e piazzarsi
ancora sul podio con la perfetta strategia. Raikkonen che naufraga perché
distrugge le intermedie montate troppo presto. La partenza fulminante di
Hülkenberg e la clamorosa velocità di Kvyat e la sua Red Bull su pista bagnata,
ancora una volta.
Lo scatto fulmineo delle Williams, visto dall'on board di Rosberg.
TOP 3 MOTOGP
di Leonida Monaco
Top 3 sorpassi:
1 - Rossi e Marquez (GP Malesia): Tecnicamente parlando,
i 4 giri in cui Marc Marquez e Valentino Rossi si sono affrontati a Sepang,
sono stati il momento più elevato della stagione. Entrambi in bilico su una
sottile linea tesa tra lo stendersi e il sorpasso del secolo. Staccate,
incroci, cambi di direzione fulminei e capacità di resistere alle sportellate. Solamente
loro due potevano essere capaci di qualcosa di simile. Spettacolare.
2 - Iannone su Marquez e Rossi (GP Australia): Lontano dagli occhi
lontano dal cuore: è questo che avrà pensato Andrea Iannone quando ha tirato quella
staccata al tornantino in discesa di Phillip Island? Qualcuno avrebbe potuto
dire “L’ambizione supera il tuo talento”,
ma questa volta il ducatista abruzzese è riuscito in un sorpasso magistrale,
scavalcando ben due piloti nel punto più difficile del circuito, un momento di
esplosione di talento incredibile.
3 - Rossi su Dovizioso (GP Qatar): Pronti via, il
tricolore ha raggiunto e colonizzato l’emirato del Qatar. Di questa memorabile
gara, oltre ai tre italiani sul podio, resta vivido nella mia mente il sorpasso
di Valentino su Dovizioso, alla prima curva dell’ultimo giro. Dovizioso affiancò
e sverniciò Rossi sul dritto, il quale fu in grado direplicare il favoloso
sorpasso effettuato in quel di Catalunya nell’anno 2009 ai danni di Jorge
Lorenzo, staccando ancora una volta all’esterno e finendo davanti
all’avversario in ingresso curva. Sorpasso da stratega, che ha permesso al tavulliese
di vincere la gara. Rossi infatti sapeva che per arrivare davanti al Dovi avrebbe
dovuto accumulare un vantaggio tale da impedire il ritorno del forlivese prima
della linea del traguardo, vantaggio accumulabile solo sfruttando tutta la
durata del giro.
Primi 20 secondi: da brivido.
Top 3 strategie:
1 - Lorenzo: Il primo posto, forse
un po’ in controtendenza, se lo porta a casa Jorge Lorenzo con le sue sette
vittorie stagionali, giunte in un unico modo. Spingere al massimo, sempre
davanti, sempre in solitaria. Sette gare in supremazia totale, di cui le prime
4 in testa dal primo all’ultimo giro, da Jerez fino in Catalunya. Semplicemente
imperioso.
2 - Rossi al GP Argentina: Il secondo gradino è
di Valentino Rossi e ci porta oltre oceano, nel nord dell’Argentina, a Termas
de Rio Hondo. In questa gara Rossi è stato l’unico a scegliere lo pneumatico
extra-hard al posteriore, a differenza di Marquez che montò uno pneumatico hard
(quello con la banda rossa per intenderci). Così, mentre nella prima metà di
gara lo spagnolo prendeva il largo, a 10 giri dalla fine la scelta di Rossi ha
iniziato a dimostrarsi lungimirante. Infatti a 3 giri dalla fine i due piloti
si sono trovati fianco a fianco dando vita ad un duello lampo, durato poco più
di un settore. Come ben sapete, Rossi superò Marquez che tentò di rispondere
immediatamente, causando un contatto tra la gomma anteriore dello stesso
Marquez e la posteriore di Valentino. Tutto ciò ha portato alla caduta di
Marquez, ad una prima vera rottura tra i due piloti e ha permesso a Valentino
di credere maggiormente nel titolo, visto che a parte nella prima gara del
2013, non era mai stato in grado di battere il cabroncito.
Tutto perfettamente riassunto in questo video.
3 - Smith al GP San Marino: Il terzo gradino del
podio va all’inglese Bradley Smith. Medaglia di bronzo meritata per ciò che è
successo nel Gran Premio di Misano. In quella pazza gara, in cui si sono
susseguiti tutti i tipi possibili di situazioni meteorologiche, l’inglese è
stato l’unico a restare in pista con le slick in situazione di pista bagnata,
ritrovandosi nel successivo cambio gomme degli altri piloti in notevole
vantaggio. Vantaggio che gli ha permesso di salire sul secondo gradino del
podio, dietro al solo Marc Marquez.
Top 3 errori:
1 - Marquez: Sul gradino più alto
è ovviamente presente il campione uscente, Marc Marquez. Tanti, forse troppi
errori quest’anno. Errori di sufficienza della Honda, nel costruire un telaio
troppo rigido e un motore molto aggressivo, affidandolo nelle mani di un Marc
Marquez troppo acerbo e superbo per poterlo gestire. Errori di costruzione che
comunque non giustificano il numero di cadute di Marquez. L’anno era già
iniziato male in Qatar, con un 5° posto, ma il peggio doveva ancora venire.
Sono stati 6 i ritiri stagionali, a partire dall’Argentina per finire a Sepang.
Questi ritiri sono facilmente spiegabili dalla situazione tecnica e mentale in
cui si è trovato invischiato per la prima volta nella sua carriera. Non avere
una moto quantomeno alla pari dell’avversaria, ha costretto il maiorchino a
spingersi troppe volte oltre il limite, portando ad un eccessivo nervosismo, in
gara e fuori.
2 - Rossi: Sono due gli errori di Valentino Rossi in questo
2015. Il primo in quel di Misano, quando ritardò troppo la seconda sosta ai
box; sarebbe bastato rientrato un giro prima per finire quantomeno sul terzo
gradino del podio e guadagnare almeno altri 5 punti fondamentali su Lorenzo. Il
secondo errore in ordine cronologico è ovviamente rappresentato da quanto
successo a Sepang. Sebbene Rossi abbia avuto tutte le scusanti del caso,
portare fuori traiettoria un pilota è un gesto antisportivo che non si dovrebbe
mai fare e che, probabilmente, gli è costato il mondiale.
3 - Aprilia: Il terzo gradino del podio va al costruttore Aprilia, per la gestione di Marco Melandri e quindi della prima parte della stagione. In particolare va imputata ad Aprilia la costrizione contrattuale sottoposta al pilota, che lo ha obbligato ad abbandonare la meno blasonata SBK in cui lottava per il titolo, per seguire una strada troppo in salita per un pilota della sua età e del suo carisma. Melandri non è mai stato un pilota forte psicologicamente tanto che, anche nei suoi anni migliori (2004, 2005, 2006) aveva di che lamentarsi sul comportamento della squadra e della moto.
Top 3 pole position:
1 - Aleix Espargaro al GP Catalogna: La medaglia d’oro va allo
spagnolo Aleix Espargaro, per il giro perfetto effettuato al Montmelò, pista di
casa. Pole position inaspettata soprattutto per la presenza di un rettilineo
lungo ben 1 chilometro, caratteristica non favorevole alla Suzuki neanche con gli
aggiornamenti del motore giunti in seguito. Ispirato.
Clamorosa doppietta Suzuki in qualifica al Montmelò, con Espargaro-Vinales.
2 - Marquez al GP Stati Uniti: Quasi a pari merito troviamo
la pole di Marc Marquez ad Austin. Marquez nelle piste americane è praticamente
imbattibile, ma il modo in cui è arrivata questa pole position è a dir poco
unico. A pochi minuti dalla fine delle qualifiche, un problema tecnico ferma la
HRC 213V sulla linea del traguardo. Marquez salta sulla seconda moto con
settaggi lievemente differenti e in un solo giro stampa il miglior tempo,
mostrando una padronanza del mezzo sul giro secco pressoché assurda. Andrea
Dovizioso, fortunato spettatore di questo giro, ha così commentato “La gara sarà dura, ho avuto la fortuna di
seguire Marquez per mezzo giro e (ride) dobbiamo ancora lavorare molto (ride)”.
3 - Rossi al GP Olanda: Sul
terzo gradino del podio c’è l’italiano Valentino Rossi, che ha conquistato la
sua unica pole position stagionale il venerdì pomeriggio ad Assen, rifilando due
decimi al secondo pilota, A. Espargaro e 3 decimi al terzo, M. Marquez. Le pole
non sono mai state il punto forte di Valentino, avendone conquistate “solo” 61
su 330 Gran Premi.
Godere dell'on board dell'intero giro da pole di Rossi in Olanda: fatto.
Top 3 gare più belle:
1 - GP Qatar: Al primo posto inserisco la
gara d’apertura del 2015, il GP del Qatar. Una gara eccezionale per molti motivi, primo fra tutti il ritorno della
Ducati ad altissimo livello. Vedere la Desmo16 guidata da due italiani giungere
sul podio dopo una gara tiratissima, ci ha sorpresi molto. Anch’io ho provato una sensazione diversa dal solito nel vedere la
rossa davanti. Il secondo motivo è aver rivisto Rossi sul gradino più alto
fin da subito, quasi come fosse un segno. Valentino non vinceva la prima
gara della stagione dal 2010, anno in cui avrebbe lottato per il titolo senza l’infortunio del Mugello. Terzo ed ultimo motivo, vedere in
diretta Marquez e Lorenzo guidare meno forte rispetto al terzetto italiano ci ha
riempito il cuore. Gara fenomenale, piena di sorpassi di cui alcuni molto
tecnici.
2 - GP Gran Bretagna: Seconda posizione di diritto per Silverstone. Altro storico risultato per i colori italiani, con Danilo Petrucci
che ha sostituito sul podio il buon Andrea Iannone, non a suo agio sul bagnato.
Gara con un alto tasso di emozioni, scaturite dalla maestria dei tre piloti
italiani (Rossi, Petrucci e Dovizioso) che sono riusciti ad arrivare davanti a
tutti. Si è assistito ad una prima parte di gara in cui l’estro e la classe di Rossi e
Marquez l’hanno fatta da padrone, riuscendo a portare i due centauri lontanissimi
dagli altri piloti. Dopo la caduta di Marquez, Petrucci e Dovizioso si sono
avvicinati moltissimo a Rossi, facendoci pensare ad una lotta a tre per gli
ultimi due giri. Tuttavia, mentre da una parte il 36enne riprendeva in mano le
redini della gara, dall’altra il Dovi si accontentava del terzo gradino del
podio, giunto dopo un periodo molto complicato per lui che si è
protratto fino al termine della stagione.
3 - GP San Marino: Al terzo posto la gara di Misano, una
delle poche gare negli ultimi anni in cui non sono andati sul podio i soliti big four. Questo tanto per l’imprevedibilità del meteo quanto per la
strategia di piloti che non avevano nulla da perdere, compreso Marquez. È
stata una gara magnifica, ricca di colpi di scena e che, giro dopo giro, ci ha
tenuti con il fiato sospeso. Nella seconda parte di gara è successo di tutto: Valentino tardava a rientrare ai box e così anche Lorenzo, a differenza di Marquez che con furbizia ha prima lasciato passare i due piloti Yamaha, per poi
rientrare ai box prima di loro, rischiando sì ma compiendo la mossa giusta per
portarlo sul gradino più alto del podio. Alcuni giri dopo - con le gomme
distrutte - si è fermato Lorenzo, che non riusciva più a tenere il passo di
Valentino. Tuttavia, nel giro di rientro, il maiorchino commette un errore e
cade consentendo a Valentino di accumulare altri 11 punti di vantaggio (è arrivato in 5°
posizione) dopo la vittoria di Silverstone. Così, mentre i due contendenti
facevano la loro gara, Bradley Smith (altro pilota rivelazione dell’anno) si è
aggiudicato il secondo posto non rientrando mai ai box. Sul terzo gradino uno
stoico Scott Redding, che dopo essere caduto è riuscito a raggiungere il podio
poco staccato da Smith.
Articolo a cura di Federico Principi e Leonida Monaco
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