lunedì 23 marzo 2015

Luciano "Lucky" Vietto, el Chico de Balnearia


Sono passati quasi 9 anni da quando Riquelme calciò tra le braccia di Jens Lehmann il rigore che poteva valere la prima, storica, finale di Champions per il piccolo Villareal, club rappresentativo dell’omonima cittadina di cinquantamila anime nel cuore della Comunidad Valenciana. In quegli anni il “sottomarino giallo” rappresentava la favola del calcio europeo: due le vittorie in Coppa Intertoto, due le semifinali di Coppa Uefa/Europa League, diversi gli ottimi piazzamenti in Liga e tante tante gioie nelle notti più prestigiose, quelle di Champions. Memorabili le prestazioni del submarino amarillo contro Inter, Manchester United, Benfica, Rangers e Panathinaikos; indimenticabili le incornate di Arruabarrena, le galoppate sulla fascia dell’argentino Sorin, la geometria di Marcos Senna, la classe cristallina del già citato Riquelme, le incursioni di Santi Cazorla, le pennellate di Pires, i gol della coppia Franco-Forlan e, soprattutto, la sagacia del tecnico Manuel Pellegrini.


Villareal 2005/2006


In seguito all’addio dell’attuale tecnico del Manchester City e all’illusoria stagione 2010/2011 (conclusasi con il raggiungimento del quarto posto in campionato e la conseguente qualificazione per la Champions League), la “magia” sembrava essersi dissolta. Nell’annata 2011/2012 il Villarreal ha stupito tutti in negativo, chiudendo il girone di Coppa con 0 punti a causa delle sei sconfitte contro Napoli, Bayern Monaco e Manchester City, retrocedendo clamorosamente in Segunda Divisiòn. Eppure la rosa a disposizione dei tre allenatori che si sono avvicendati alla guida del club (Garrido, Molina e Lotina) non era poi così malaccio, con i vari Giuseppe Rossi (infortunatosi gravemente nella gara del Bernabeu contro il Real), Borja Valero, Gonzalo Rodriguez, Zapata, Nilmar e Diego Lopez protagonisti di un’annata da dimenticare.

Nella scorsa stagione (la prima in segunda dopo 12 anni) il Villareal è riuscito a chiudere il campionato al secondo posto, tornando immediatamente in Liga grazie principalmente all’arrivo di Marcelino Garcia Toral, nel gennaio 2013, sulla panchina della squadra. L’ex tecnico di Siviglia, Espanyol e Racing (tra le altre), non ha inventato nulla: 4-4-2 vecchia scuola in fase difensiva che diventa un 4-2-3-1 con la squadra in possesso palla e giocatori impegnati nei ruoli che prediligono. L’allenatore spagnolo anche nella massima divisione del campionato iberico sta stupendo tutti, grazie ad una squadra senza fenomeni ma con diversi giocatori d’esperienza e qualche talento mai esploso che nella cittadina valenciana sembra aver trovato il suo habitat naturale. A questa seconda schiera appartiene Giovani Dos Santos, che proprio agli ordini di Toral sembra aver trovato finalmente la tanto agognata continuità: sono già di 10 i gol realizzati in stagione dal messicano, autore anche di 7 assist. Nel fulcro del centrocampo non c’è spazio che per il duo composto da Tomas Pina e Bruno Soriano, capitano della squadra con il vizio del gol (già 5 i centri del regista sin qui). Niente male anche il reparto arretrato, dove troviamo il vero gioiello della squadra: l’argentino Mateo Musacchio (classe ’90), perno del Villareal da ormai 3 anni, sul quale hanno messo gli occhi diversi club italiani. Al suo fianco solitamente viene impiegato l’esperto Dorado, mentre sulle corsie agiscono gli spagnoli Costa (rimpiazzato dall’ex Chievo Jokic in situazioni d’emergenza) e Gaspar. Autore di un’ottima stagione fin qui è anche Sergio Asenjo, portiere di proprietà dell’Atletico Madrid, considerato come uno dei più interessanti prospetti del calcio spagnolo sino a pochi anni fa e degno estremo difensore di una squadra concreta, cinica e ostica che è in piena lotta per un posto in Europa. Il Villareal è tornato.


Vietto con la maglia del Villareal


Il vero acquisto di quest'anno però ha un nome e cognome: Luciano Vietto, classe 1993, nato a Balnearia, nella provincia di Cordòba, in Argentina. Non ha avuto bisogno di quel tempo di adattamento che spesso hanno i giovani giocatori che intraprendono il lungo viaggio dall'America all'Europa. Costato 6 milioni di euro anche se nell'ultimo anno al Racing ha giocato poco. Le sue credenziali di promessa le aveva già fatte uscire fuori un anno prima e ora, a Villareal, le sta consolidando. I suoi primi 3 gol nella Primera Divisiòn Argentina li ha fatti nella stessa partita. Con il numero 36 e la sfrontatezza dell'età, il primo è un "golazo", per dirla alla spagnola, che merita esser visto su YouTube. Un'opera d'arte.




"Pochi minuti prima della partita mi hanno detto che sarei stato titolare", ha raccontato succesivamente la nuova stella dopo la partita contro il San Martin. Tre gol nella sua prima partita in Primera come titolare. Neppure il più ottimista poteva immaginare un tale debutto. "Sognava con un gol, ma tre è qualcosa di incredibile", ha confessato con la stessa timidezza con cui è arrivato da Balnearia, Còrdoba.
Il grande passo verso il calcio che conta se lo è guadagnato una mattina quando Diego, "El Cholo", Simeone, prima dell'inizio dell'Apertura 2011, rimase senza parola, "è veloce, si muove per tutto l'attacco, tira con i due piedi e, soprattutto, tira nei quattro pali", fu questa la spiegazione del Cholo al suo staff quando decise di farlo salire in prima squadra.




Il suo arrivo al "Sottomarino Giallo" è stato carico di pressione per il giovane argentino, avrebbe lotatto con Uche, Giovani Dos Santos, Gerard Moreno e Joel Campbell. 5 per 3 posti, ma Vietto è riuscito a dare all'allenatore 10 motivi in 20 partite per essere titolare e altri 5 in Europa League. Tra questi, gol all'Atletico Madrid e al Barcellona. Nel Camp Nou il suo gol non servì per prendere punti, anche se si portò a casa una foto con Lionel Messi, quella volta rivali e chissà se un giorno compagni di squadra.


Sicuramente uno dei gol più belli realizzati fino ad ora in Liga è quello realizzato al Vicente Calderòn contro l'Atletico Madrid. Si possono vedere tutte le qualità del giovane argentino, la velocità e la sterzata col peso tutte sulle ginocchia che inganna e manda fuori gioco Godìn, non proprio il primo arrivato, sono le caratteristiche principali del "Enano". Il centrale rimane assolutamente paralizzato quando Vietto cambia il movimento del corpo e affronta Moyà con la sicurezza dei grandi e davanti ad un Calderòn pienissimo non sbaglia. Vietto ha l'istinto del killer.
Con le squadre lunghe e l'Atletico Madrid sbilanciato in avanti che ovviamente in casa tentava il tutto per tutto, la velocità di Vietto lo ha sorpreso e il Calderòn ha vissuto la sua prima sconfitta della stagione.




Un altro dei più gol sicuramente l'ha realizzato a Sevilla, nel Sanchez Pizjuàn, un altro dei campi più difficili. Il gioco del Villareal sicuramente lo aiuta nella sua crescita personale. Nel video possiamo vedere benissimo come Vietto inizi l'azione e la segua durante tutto il suo svolgimento. L'assist di Cani è sicuramente di scuola Villareal ma se Vietto non avesse seguito l'azione quell'assist sarebbe stato vano, mentre invece Luciano ci crede, si inserisce in mezzo ai due difensori centrali e conclude davanti a Beto con un pallonetto. Un vero e proprio "golazo" come lo chiamano in Spagna. Sicuramente tutta l'azione dovrebbe essere studiata nei suoi particolari. Dal passaggio in mezzo di Trigueros, all'assist di Cani di prima alla definizione magistrale di Vietto. Questo è il calcio spagnolo.





Il Villareal potrebbe ripetere con il giovanissimo Vietto la scommessa che, a suo tempo, fece con Giuseppe Rossi. Un calciatore, sconosciuto a suo tempo, quando lo acquistò il Villareal e che finì per esplodere proprio nella Liga spagnola. Sette stagioni dopo, l'attaccante argentino comincia a riscrivere le pagine che aveva firmato "Il bambino" nel Madrigal. In quegli anni, e dopo l'addio di Forlàn, il Villareal fece la sua più grande scommessa della stagione per un giovane attaccante italiano di 20 anni. Il presidente Roig non ci pensò un attimo a pagare 10 milioni per un giovane calciatore senza spazio in quel Manchester United.




Il suo passaggio per il Racing di Avellaneda gli è servito per crescere nella èlite professionale e ora il Villareal proverà a tenerlo nella sua rosa per i prossimi 5 anni. Ma i suoi gol e le sue giocate sono già arrivate alle grandi d'Europa. Prima della partita tra Barcellona e Villareal, semifinale di Coppa del Re, in Can Barça si è spostata l'attenzione verso il nome di Luciano Vietto. Motivi ce ne sono parecchi, a partire da una ammirazione del giovane ragazzo di Cordoba verso Leo Messi. Ci troviamo davanti ad un giocatore che è chiamato ad essere uno degli attaccanti più forti nel panorama calcistico dei prossimi anni. Attaccante con moltissima qualità e sfrontatezza, che si muove bene nello spazio, ma sa anche quando concludere la giocata. Anche se il fisico non lo aiuta, sa giocare bene di spalle e lo abbiamo visto anche segnare di testa nella penultima giornata. Un giocatore che potrebbe adattarsi perfettamente in questo Barcellona come alternativa a Luis Suarez.
Non si può immaginare quale sia il tetto di Luciano Vietto come calciatore. I suoi numeri - 20 gol e 8 assist questa stagione- indicano che finirà facilmente la stagione con più di 25 gol, nel suo primo anno in Europa. Una cifra incredibile per un ragazzo di 21 anni che non si può nemmeno definire un "9" di razza. Nello staff del Villareal credono che il ragazzo deve ancora migliorare sotto molti aspetti. C'è un enorme spazio di miglioramento.
Per il momento saranno rumori, ma come dice il proverbio spagnolo, "cuando rio suena agua lleva", quando ci sono sospetti, qualcosa succederà.



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