Sono passati quasi 9 anni da quando Riquelme calciò tra le braccia di
Jens Lehmann il rigore che poteva valere la prima, storica, finale di Champions
per il piccolo Villareal, club rappresentativo dell’omonima cittadina di
cinquantamila anime nel cuore della Comunidad Valenciana. In quegli anni il
“sottomarino giallo” rappresentava la favola del calcio europeo: due le
vittorie in Coppa Intertoto, due le semifinali di Coppa Uefa/Europa League,
diversi gli ottimi piazzamenti in Liga e tante tante gioie nelle notti più
prestigiose, quelle di Champions. Memorabili le prestazioni del submarino
amarillo contro Inter, Manchester United, Benfica, Rangers e Panathinaikos;
indimenticabili le incornate di Arruabarrena, le galoppate sulla fascia
dell’argentino Sorin, la geometria di Marcos Senna, la classe cristallina del
già citato Riquelme, le incursioni di Santi Cazorla, le pennellate di Pires, i
gol della coppia Franco-Forlan e, soprattutto, la sagacia del tecnico Manuel
Pellegrini.
Villareal 2005/2006 |
In seguito all’addio dell’attuale tecnico del Manchester City e
all’illusoria stagione 2010/2011 (conclusasi con il raggiungimento del quarto
posto in campionato e la conseguente qualificazione per la Champions League),
la “magia” sembrava essersi dissolta. Nell’annata 2011/2012 il Villarreal ha
stupito tutti in negativo, chiudendo il girone di Coppa con 0 punti a causa
delle sei sconfitte contro Napoli, Bayern Monaco e Manchester City,
retrocedendo clamorosamente in Segunda Divisiòn. Eppure la rosa a disposizione
dei tre allenatori che si sono avvicendati alla guida del club (Garrido, Molina
e Lotina) non era poi così malaccio, con i vari Giuseppe Rossi (infortunatosi
gravemente nella gara del Bernabeu contro il Real), Borja Valero, Gonzalo
Rodriguez, Zapata, Nilmar e Diego Lopez protagonisti di un’annata da
dimenticare.
Nella scorsa stagione (la prima in segunda dopo 12 anni) il Villareal è
riuscito a chiudere il campionato al secondo posto, tornando immediatamente in
Liga grazie principalmente all’arrivo di Marcelino Garcia Toral, nel gennaio
2013, sulla panchina della squadra. L’ex tecnico di Siviglia, Espanyol e Racing
(tra le altre), non ha inventato nulla: 4-4-2 vecchia scuola in fase difensiva
che diventa un 4-2-3-1 con la squadra in possesso palla e giocatori impegnati
nei ruoli che prediligono. L’allenatore spagnolo anche nella massima divisione
del campionato iberico sta stupendo tutti, grazie ad una squadra senza fenomeni
ma con diversi giocatori d’esperienza e qualche talento mai esploso che nella
cittadina valenciana sembra aver trovato il suo habitat naturale. A questa
seconda schiera appartiene Giovani Dos Santos, che proprio agli ordini di Toral
sembra aver trovato finalmente la tanto agognata continuità: sono già di 10 i
gol realizzati in stagione dal messicano, autore anche di 7 assist. Nel fulcro
del centrocampo non c’è spazio che per il duo composto da Tomas Pina e Bruno
Soriano, capitano della squadra con il vizio del gol (già 5 i centri del
regista sin qui). Niente male anche il reparto arretrato, dove troviamo il vero
gioiello della squadra: l’argentino Mateo Musacchio (classe ’90), perno del
Villareal da ormai 3 anni, sul quale hanno messo gli occhi diversi club
italiani. Al suo fianco solitamente viene impiegato l’esperto Dorado, mentre
sulle corsie agiscono gli spagnoli Costa (rimpiazzato dall’ex Chievo Jokic in
situazioni d’emergenza) e Gaspar. Autore di un’ottima stagione fin qui è anche
Sergio Asenjo, portiere di proprietà dell’Atletico Madrid, considerato come uno
dei più interessanti prospetti del calcio spagnolo sino a pochi anni fa e degno
estremo difensore di una squadra concreta, cinica e ostica che è in piena lotta
per un posto in Europa. Il Villareal è tornato.
Vietto con la maglia del Villareal |
Il vero acquisto di quest'anno però ha un nome e cognome: Luciano
Vietto, classe 1993, nato a Balnearia, nella provincia di Cordòba, in
Argentina. Non ha avuto bisogno di quel tempo di adattamento che spesso hanno i
giovani giocatori che intraprendono il lungo viaggio dall'America all'Europa.
Costato 6 milioni di euro anche se nell'ultimo anno al Racing ha giocato poco.
Le sue credenziali di promessa le aveva già fatte uscire fuori un anno prima e
ora, a Villareal, le sta consolidando. I suoi primi 3 gol nella Primera
Divisiòn Argentina li ha fatti nella stessa partita. Con il numero 36 e la
sfrontatezza dell'età, il primo è un "golazo", per dirla alla spagnola,
che merita esser visto su YouTube. Un'opera d'arte.
"Pochi minuti prima della partita mi hanno detto che sarei stato
titolare", ha raccontato succesivamente la nuova stella dopo la partita
contro il San Martin. Tre gol nella sua prima partita in Primera come titolare.
Neppure il più ottimista poteva immaginare un tale debutto. "Sognava con
un gol, ma tre è qualcosa di incredibile", ha confessato con la stessa
timidezza con cui è arrivato da Balnearia, Còrdoba.
Il grande passo verso il calcio che conta se lo è guadagnato una mattina
quando Diego, "El Cholo", Simeone, prima dell'inizio dell'Apertura 2011,
rimase senza parola, "è veloce, si muove per tutto l'attacco, tira con i
due piedi e, soprattutto, tira nei quattro pali", fu questa la spiegazione
del Cholo al suo staff quando decise di farlo salire in prima squadra.
Il suo arrivo al "Sottomarino Giallo" è stato carico di
pressione per il giovane argentino, avrebbe lotatto con Uche, Giovani Dos
Santos, Gerard Moreno e Joel Campbell. 5 per 3 posti, ma Vietto è riuscito a
dare all'allenatore 10 motivi in 20 partite per essere titolare e altri 5 in
Europa League. Tra questi, gol all'Atletico Madrid e al Barcellona. Nel Camp
Nou il suo gol non servì per prendere punti, anche se si portò a casa una foto
con Lionel Messi, quella volta rivali e chissà se un giorno compagni di squadra.
Sicuramente uno dei gol più belli realizzati
fino ad ora in Liga è quello realizzato al Vicente Calderòn contro l'Atletico
Madrid. Si possono vedere tutte le qualità del giovane argentino, la velocità e
la sterzata col peso tutte sulle ginocchia che inganna e manda fuori gioco
Godìn, non proprio il primo arrivato, sono le caratteristiche principali del
"Enano". Il centrale rimane assolutamente paralizzato quando Vietto
cambia il movimento del corpo e affronta Moyà con la sicurezza dei grandi e
davanti ad un Calderòn pienissimo non sbaglia. Vietto ha l'istinto del killer.
Con le squadre lunghe e l'Atletico Madrid
sbilanciato in avanti che ovviamente in casa tentava il tutto per tutto, la
velocità di Vietto lo ha sorpreso e il Calderòn ha vissuto la sua prima
sconfitta della stagione.
Un altro dei più gol sicuramente l'ha realizzato a Sevilla, nel Sanchez
Pizjuàn, un altro dei campi più difficili. Il gioco del Villareal sicuramente
lo aiuta nella sua crescita personale. Nel video possiamo vedere benissimo come
Vietto inizi l'azione e la segua durante tutto il suo svolgimento. L'assist di
Cani è sicuramente di scuola Villareal ma se Vietto non avesse seguito l'azione
quell'assist sarebbe stato vano, mentre invece Luciano ci crede, si inserisce
in mezzo ai due difensori centrali e conclude davanti a Beto con un pallonetto.
Un vero e proprio "golazo" come lo chiamano in Spagna. Sicuramente
tutta l'azione dovrebbe essere studiata nei suoi particolari. Dal passaggio in
mezzo di Trigueros, all'assist di Cani di prima alla definizione magistrale di
Vietto. Questo è il calcio spagnolo.
Il Villareal potrebbe ripetere con il giovanissimo Vietto la scommessa
che, a suo tempo, fece con Giuseppe Rossi. Un calciatore, sconosciuto a suo
tempo, quando lo acquistò il Villareal e che finì per esplodere proprio nella
Liga spagnola. Sette stagioni dopo, l'attaccante argentino comincia a
riscrivere le pagine che aveva firmato "Il bambino" nel Madrigal. In
quegli anni, e dopo l'addio di Forlàn, il Villareal fece la sua più grande
scommessa della stagione per un giovane attaccante italiano di 20 anni. Il
presidente Roig non ci pensò un attimo a pagare 10 milioni per un giovane
calciatore senza spazio in quel Manchester United.
Il suo passaggio per il Racing di Avellaneda gli è servito per crescere
nella èlite professionale e ora il Villareal proverà a tenerlo nella sua rosa
per i prossimi 5 anni. Ma i suoi gol e le sue giocate sono già arrivate alle
grandi d'Europa. Prima della partita tra Barcellona e Villareal, semifinale di
Coppa del Re, in Can Barça si è spostata l'attenzione verso il nome di Luciano
Vietto. Motivi ce ne sono parecchi, a partire da una ammirazione del giovane
ragazzo di Cordoba verso Leo Messi. Ci troviamo davanti ad un giocatore che è
chiamato ad essere uno degli attaccanti più forti nel panorama calcistico dei
prossimi anni. Attaccante con moltissima qualità e sfrontatezza, che si muove
bene nello spazio, ma sa anche quando concludere la giocata. Anche se il fisico
non lo aiuta, sa giocare bene di spalle e lo abbiamo visto anche segnare di
testa nella penultima giornata. Un giocatore che potrebbe adattarsi
perfettamente in questo Barcellona come alternativa a Luis Suarez.
Non si può immaginare quale sia il tetto di Luciano Vietto come
calciatore. I suoi numeri - 20 gol e 8 assist questa stagione- indicano che
finirà facilmente la stagione con più di 25 gol, nel suo primo anno in Europa.
Una cifra incredibile per un ragazzo di 21 anni che non si può nemmeno definire
un "9" di razza. Nello staff del Villareal credono che il ragazzo
deve ancora migliorare sotto molti aspetti. C'è un enorme spazio di
miglioramento.
Per il momento saranno rumori, ma come dice il proverbio spagnolo,
"cuando rio suena agua lleva", quando ci sono sospetti, qualcosa
succederà.
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