lunedì 21 marzo 2016

Vittoria di Pirro

Leggendo l'ordine d'arrivo del primo Gran Premio della stagione, sembrerebbe che i rapporti di forza nella Formula Uno siano rimasti immutati. Guardando la gara, si capisce che non è esattamente così.

di Federico Principi






La semplice consultazione degli ordini di arrivo (di qualifiche e gara) del Gran Premio di Australia è vivamente sconsigliata a chi, pur con l'intenzione di andare a fondo nelle analisi e nelle opinioni, non sia riuscito a vedere la prima gara della stagione. Potrebbe trarre in inganno sulle dinamiche che potrebbero essere facilmente riconducibili a quei frequenti monologhi Mercedes che hanno caratterizzato le ultime due stagioni, e onestamente hanno stancato forse anche chi tifa Mercedes.

La Formula Uno aveva lasciato il carrozzone sospeso sulle 6 pole position consecutive e le 3 vittorie di fila di Nico Rosberg a fine 2015. Hamilton aveva lamentato difficoltà a guidare con le nuove sospensioni montate dopo il disastroso Gran Premio di Singapore, e ha evidentemente lavorato molto nei test su questo aspetto, risultando il più veloce in tutte (TUTTE) le sessioni cronometrate prima della gara.

Nuove regole, parte 1
Il Gran Premio di Australia è stato il primo (e forse ultimo) appuntamento della Formula Uno con la regola dell'eliminazione continua in qualifica, conservando la consueta separazione in 3 sessioni. Il taglio progressivo - differente da quello "di gruppo" di fine Q1 e Q2 - ha costretto tutti i piloti a scendere immediatamente in pista dopo il semaforo verde della pit lane, per stampare un tempo il prima possibile e mettersi al riparo dalla tagliola precoce.

Le nuove regole della qualifica hanno anche ridotto da 10 a 8 il numero di piloti ammessi alla Q3. Il risultato è che anche i più veloci (Ferrari e soprattutto Mercedes) sono costretti a fare il tempo con le più morbide e prestazionali mescole (super-soft in Australia) tra le 3 differenti, da asciutto, portate dalla Pirelli in ogni weekend. La conseguenza è che la prima parte di gara dei primi 8 in griglia viene obbligatoriamente effettuata proprio con il compound più morbido, con il quale si registra il miglior tempo della Q2.

La nuova regola della tagliola ha però portato a un'orrenda rinuncia collettiva del secondo tentativo in Q3 negli ultimi minuti. Con gli altri 3 eliminati alle spalle, Verstappen ha rinunciato al nuovo tentativo per risparmiare un treno di super-soft per la gara, conscio che nessuno poteva soffiargli la quinta posizione e che al tempo stesso non avrebbe potuto attaccare le Mercedes e le Ferrari. La stessa scelta è stata effettuata proprio da Vettel e Raikkonen: pur essendo entrambi davanti a Rosberg dopo il primo tentativo, i ferraristi hanno pensato che al secondo giro buono le Mercedes avrebbero riallineato entrambi i piloti in prima fila. Le Ferrari sono rimaste ai box tenendo in fresco un treno di super-soft per la gara, usato nel secondo stint.

Parallelo Hamilton-Rosberg nei loro rispettivi migliori giri della qualifica. Hamilton stacca meglio già nella prima curva. 

Nuove regole, parte 2
Le regole della qualifica sono state già abolite poche ore dopo la loro prima sperimentazione, e dal Bahrain tornerà il format utilizzato fino a fine 2015. Non va invece assolutamente modificata la nuova regola sull'utilizzo delle mescole in gara, con la possibilità di scegliere tra 2 differenti compound (o tutti e 3, come ha fatto Rosberg) tra quelli indicati dalla Pirelli.

Lo scorso anno si era giunti in Australia con pneumatici soft e medi. Seguendo le indicazioni emerse dal 2015 (ed evidentemente confermate dalla prima gara del 2016), la comparsa della super-soft in Australia - con l'obbligo di utilizzo da parte delle Mercedes almeno nel primo stint - avrebbe potuto dare una mano alla Ferrari. Le Rosse hanno sempre mostrato di avere un passo gara mediamente molto più vicino a quello delle Mercedes (o addirittura migliore in certi casi) con le gomme più morbide, soffrendo invece con le temperature con pneumatici medi e duri.

È chiaro che tutto diventa più semplice (o paradossalmente forse no) dopo una partenza così.

Dal 2016 cambia anche la regola della procedura manuale della partenza. Il pilota più utilizzare solo una levetta della frizione sul volante. Evidentemente su questo aspetto le Ferrari hanno lavorato meglio durante l'inverno.

Paradossalmente no perché, dopo tutti i discorsi ipotetici in cui la Ferrari avrebbe potuto e dovuto prendere dei rischi per minacciare le Mercedes, i ruoli si sono capovolti. Con le Rosse in potenziale doppietta e Hamilton tappato inesorabilmente da Verstappen, il coltello dalla parte del manico passava proprio alle frecce d'argento.

La prima mossa l'ha fatta Rosberg con il primo pit stop alla conclusione del dodicesimo passaggio. La presenza di Raikkonen alle spalle di Vettel si è quindi rivelata fondamentale: il piccolo tappo effettuato dal finlandese è stato determinante per allontanare di quei tre secondi e mezzo, circa, Rosberg dalla testa della corsa. Il box Ferrari ha quindi capito che la seconda posizione, con l'undercut di Rosberg con gomma nuova, era già persa e nel giro successivo ha chiamato Vettel ai box per proteggere la leadership.

Non solo la strategia è stata tempestiva e corretta, ma anche l'abilità esecutiva dei meccanici è stata fondamentale. Il cronometro della regia internazionale ha registrato in 2,6 secondi il pit stop di Vettel contro i 3 di quello precedente di Rosberg. Quattro decimi fondamentali per tamponare l'emorragia di gap sul giro che il pilota Mercedes aveva dato al ferrarista in quel passaggio. Vettel è uscito dai box e con grande cattiveria nel corpo a corpo ha mantenuto per un soffio la leadership. Un pit stop più lento di due soli decimi avrebbe già pregiudicato tutto.

L'inseguimento alla Ferrari ha stravolto anche i piani di Lewis Hamilton. Ormai lontanissimo, l'inglese ha effettuato un cambio di strategia totalmente impronosticabile alla vigilia. Le scelte dei treni di pneumatici avevano mostrato come Hamilton (dei 4 piloti di vertice) fosse stato l'unico ad aver deciso di portare un unico treno di gomme medie, obbligatorio da scegliere ma non da usare. Hamilton al termine del giro 16 è entrato ai box per montare proprio quel treno di medie - ovviamente mai provate nelle prove libere - dopo che dalle scelte sembrava l'unico sicuramente orientato a coprire tutta la gara con super-soft e soft.

Rosberg, Vettel e Raikkonen avevano invece scelto due treni di medie, anche se poi non hanno avuto modo di provarle nelle libere per colpa della pioggia.

All'uscita dai box il Campione del Mondo aveva addirittura perso altre due posizioni, frutto dei pit stop anticipati di Ricciardo e Sainz che gli hanno guadagnato posizioni, oltre al ritorno di Verstappen. Hamilton era destinato a coprire 41 giri con un unico treno di gomme ma con diverse vetture lente davanti, e che non era riuscito a sorpassare (e nemmeno ad attaccare) nel primo stint. Le Toro Rosso, con power unit Ferrari 2015, hanno raggiunto degli ottimi livelli di velocità di punta e il tracciato non è molto favorevole per i sorpassi nonostante due zone di DRS. Al momento della bandiera rossa, provvidenziale per le Mercedes, Hamilton aveva infatti accumulato un ritardo abissale da Vettel, destinato ad aumentare.

Il clamoroso botto tra Alonso e Gutierrez che ha causato la bandiera rossa.

Al re-start, Rosberg si è presentato a sorpresa anche lui con gomme medie, deciso a percorrere con quel treno i restanti 38 giri. Le Ferrari sono invece rimaste sulle super-soft, obbligate ovviamente ad effettuare un altro pit stop. Che non c'è stato in realtà per lo sfortunato Raikkonen, fermato dal surriscaldamento e susseguente rottura della turbina.

"On fire" nel modo sbagliato.

La mossa delle Mercedes si è rivelata vincente. Vettel, con le super-soft, doveva scavare quel gap necessario per effettuare il pit stop e attaccare la leadership di Rosberg. Il ferrarista è riuscito nell'operazione soltanto nei primi giri dopo il re-start, con la gomma che aveva già percorso 5 giri prima della Safety Car ed era quindi già in fase di degrado.

Il gap sul giro che Vettel dà a Rosberg è troppo poco, con il ferrarista costretto a un'ulteriore sosta.

Vettel, scartata la possibilità di utilizzare la media, ha quindi allungato lo stint per non costringere la gomma soft (da usare nel finale) ad un lavoro esagerato. Ovviamente il ferrarista ha via via assistito alla progressiva riduzione del gap su Rosberg e avrebbe dovuto colmarlo con gomma fresca nel finale.

Dal ventiseiesimo giro in poi il passo gara di Vettel e Rosberg tende sempre più a favorire il pilota Mercedes. Negli ultimi passaggi prima della sosta di Vettel, il margine si assottiglia fino quasi ad annullarsi.

La situazione è perfettamente illustrata dal grafico dei tempi. Prima della Safety Car e della bandiera rossa Vettel con la super-soft stava seminando Rosberg, che aveva la soft. Ricomincia a costruire un gap dopo la ripartenza (con Rosberg stavolta sulle medie) prima dell'inevitabile calo. Dati Forix.

Con la gomma super-soft nel secondo stint Vettel aveva infatti stampato 5 giri veloci, di cui uno prima della Safety Car e ben 4 consecutivi dopo la ripartenza.

Il pit stop di Vettel è arrivato al trentacinquesimo giro. Un problema al fissaggio dell'anteriore sinistra lo ha allungato di circa 3 secondi fino ai 5,6 effettivi. Tutto questo ha portato Vettel all'estremo inseguimento delle due Mercedes con un gap di circa 21 secondi dal leader e di circa 10 da Hamilton, più facilmente raggiungibile.

Il problema al fissaggio dell'anteriore-sinistra. 

La gomma soft nuova, rispetto alle medie già parzialmente degradate dei due Mercedes, ha mostrato la classica parabola delle prestazioni. La spinta extra del pneumatico nuovo ha inizialmente garantito più di un secondo al giro di guadagno su Rosberg e Hamilton, ma la differenza di passo si è appiattita con il passare dei giri rendendo sempre più difficile l'inseguimento alla vittoria.

Nel quarantaquattresimo giro Hamilton addirittura guadagna. In generale Vettel non recupera abbastanza tempo in queste fasi.

Il gap sul giro è tornato a crescere a circa 10 passaggi dal termine, per il prevedibile degrado delle medie dei due Mercedes. Un errore di Hamilton ha consentito a Vettel di avvicinarsi ulteriormente e puntare direttamente la seconda posizione.

Nel giro 50 Vettel guadagna addirittura 1,3 secondi. Al giro 51 arriva l'errore di Hamilton e il gap tra i due in pista scenderà sotto il secondo con Vettel abilitato all'uso del DRS.

Nonostante la doppia zona di DRS, rimaneva comunque difficile per Vettel passare una Mercedes che sembrerebbe essere dotata di 20 cavalli in più, e per giunta in un circuito con rettilinei abbastanza brevi e stretti. Vettel ha forzato la penultima staccata per stare più vicino possibile al Campione del Mondo prima del rettilineo del traguardo, ma con il suo errore ha congelato le posizioni verso una doppietta Mercedes dal sapore completamente diverso da quelle degli scorsi anni.

Col senno del poi
La Mercedes ha ribaltato l'inerzia della corsa montando le inizialmente snobbate (soprattutto da Hamilton) gomme medie. Un rischio che si è clamorosamente presa anche la Haas di Grosjean, sesto al traguardo con zero pit stop, partito con le soft e autore del cambio verso le medie in regime di bandiera rossa.

Le strategie di tutti i piloti. Gomma rossa sta per "super-soft", gialla per "soft", bianca per "media.

Nonostante gli stravolgimenti effettuati sulla vettura, pregi e difetti della Ferrari sembrano essere rimasti identici. Grande passo con le gomme più morbide, tendenziale rifiuto di medie e dure. E ancora una volta la Ferrari ha sofferto le temperature basse della pista e la conseguente difficoltà a scaldare anche gli pneumatici più morbidi.

Dopo pochi giri, per un attimo, scompare il sole e la pista si raffredda. Rosberg stampa il giro record e diventa improvvisamente più veloce di Raikkonen di ben mezzo secondo, per poi essere leggermente riportato a distanza di sicurezza dopo un paio di passaggi (e con il sole che torna a fare capolino).

Anche l'analisi del gap tra Raikkonen e Rosberg, nella prima parte di gara (al giro 12 sale la curva perché Rosberg va ai box), mostra che il distacco non sale mai oltre i 2 secondi ma contemporaneamente non scende mai sotto il secondo, escludendo proprio il giro 5 con pista fredda e giro record di Rosberg. Dati Forix.

In questo senso è stata determinante l'impossibilità di provare le medie nella seconda sessione di prove libere per via della pioggia. Nelle terze libere, le uniche con asfalto completamente asciutto, il tempo a disposizione era di 1 ora soltanto e andavano provati sia i giri da qualifica che i run con le due mescole più morbide. Una FP2 asciutta avrebbe consentito di provare le medie almeno su uno dei due piloti Ferrari, per verificarne prestazioni e durata. Lo scorso anno Rosberg percorse 42 giri con un unico treno di pneumatici medi nuovi.

La Ferrari ha forse sofferto ancora una certa sudditanza nei confronti della Mercedes, pur essendo in testa alla corsa. Se Vettel e Raikkonen avessero marcato a uomo Rosberg, copiando la scelta di mettere le medie, il rischio era quello che il tedesco sarebbe stato costantemente sotto pressione a parità di mescola, e forse sorpassato da Rosberg in pista. L'impossibilità per Hamilton di passare Verstappen nel primo stint avrebbe però dovuto dare manforte alla Ferrari nell'effettuare una scelta di gomma che marcasse a uomo i due piloti Mercedes.

La Ferrari ha tuttavia cercato di scavare un gap prestazionale con mescole più morbide, ma la super-soft nuova aveva già percorso 5 giri prima della Safety Car, perdendo quel surplus di prestazione fondamentale dopo il re-start. Probabilmente anche le simulazioni gara nei test - nelle quali (con serbatoio pieno) Ferrari e Mercedes erano alla pari, ma con serbatoio scarico e gomme medie le Mercedes erano decisamente più veloci - hanno pesato nelle scelte strategiche del Gran Premio di Australia.

Grafico dei tempi in gara con riferimento il tempo medio del vincitore (Rosberg): 
- Come già visto, nel primo stint Rosberg si avvicina a Raikkonen solo in quel frangente di pista fredda citato in precedenza (e con il giro record), segno che a parità di gomma super-soft la Ferrari reggeva perfettamente il ritmo della Mercedes; 
- Nell'ultimo stint Vettel avrebbe forse ripreso Rosberg se non ci fosse stato di mezzo Hamilton. I due Mercedes viaggiavano a ritmo simile, nonostante Hamilton avesse la pressione di Vettel ma avesse in precedenza rovinato le gomme dietro l'ingente traffico. 
- È comunque curioso notare come Rosberg acceleri il passo non appena Ricciardo va ai box, e di conseguenza la strada davanti a Hamilton si sgombra: più difficile capire se il rallentamento finale del tedesco fosse dovuto al degrado (e a quel punto Vettel lo avrebbe raggiunto senza la presenza di Hamilton) o semplice gestione degli ultimi giri. Dati Forix.

Una possibile doppietta Ferrari, che manca clamorosamente da Hockenheim 2010, si è trasformata in un'ennesima doppietta Mercedes. I sacrosanti proclama di Marchionne e Arrivabene alla vigilia del Campionato hanno fatto sì che i ferraristi abbiano ora l'amaro in bocca per un risultato che un anno fa era accolto come un grande inizio. Ma se nel 2015 Vettel arrivò terzo a 34 secondi da Hamilton vincitore, il risultato della prima gara del 2016 è più che indicativo del fatto che la nuova stagione sarà probabilmente molto più combattuta.


Articolo a cura di Federico Principi

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