martedì 10 novembre 2015

Nuovo socio per il Genoa

I continui esborsi economici del presidente Enrico Preziosi per coprire le innumerevoli perdite accumulate nel corso degli ultimi anni hanno portato all’inevitabile ricerca di un finanziatore che potesse dare stabilità e rilanciare le ambizioni del club più antico della storia del calcio italiano.

di Loris Mandelli










Bilancio in profondo rosso
Il patron Enrico Preziosi ha dovuto fronteggiare in questi ultimi anni una situazione di costante e crescente indebitamento del bilancio interno del Genoa Cricket and Football Club. Nel 2013 i tentativi di colmare il passivo furono sostanzialmente due: il conferimento del ramo commerciale legato allo sfruttamento del marchio nella controllata Genoa Image Srl (sostanzialmente uno spin-off dalla società di calcio ad una newco di proprietà dello stessa Genoa Cfc) e l’adesione al regime del consolidato fiscale di Fingiochi S.p.A. (holding controllata direttamente da Preziosi). Da questa doppia operazione il club riuscì ad ottenere introiti straordinari per circa 43mln di € (27,5mln dalla prima operazione e 15,3 dalla seconda). Risultato: gli accorgimenti avevano garantito il raggiungimento del pareggio interno.

Il presidente rossoblu Enrico Preziosi, alla guida del Genoa Cfc dal 2003.

Nel 2014 il trend non è però cambiato e, anzi, a peggiorare sono state soprattutto le voci relative ai ricavi, con un fatturato sceso di ben 15mln di € rispetto al 2013. Tra le voci positive il bilancio mette in risalto le entrate derivanti dai diritti tv (36,3mln di €), dallo stadio (4,6), dagli sponsor (4,5) e dal merchandising (1,1), mentre in grosso calo figurano le plusvalenze da cessione: nel 2013/14 ammontavano a 35,6 i milioni di surplus generati dal mercato, nel 2014/15 tale valore si è ridotto a 13,2mln di € (tra di esse figurano i movimenti in uscita di Stefano Sturaro che ha fruttato 5,4mln, Daniel Tozser 2,4mln, Alberto Gilardino e Francesco Lodi 1,4mln di €). Nonostante la progressiva riduzione dei costi della produzione (da 128,5 a 102,8mln di €), degli ingaggi (da 55 a 47,6mln di €) e degli ammortamenti dei cartellini (da 32,8 a 24,7mln), per mantenere la stabilità economica il presidente Enrico Preziosi è stato costretto ad effettuare un ulteriore versamento di 5mln di € per coprire le perdite, unito alla conversione in capitale sociale di 12,4mln derivanti da una rinuncia della restituzione di un finanziamento da parte della Fingiochi. Gli interventi correttivi di breve termine non hanno portato ad esiti migliorativi nel medio termine e così, in data 31 dicembre 2014, si è ripresentata una nuova situazione di emergenza: secondo l’art. 2447 del Codice Civile, infatti, il Genoa possedeva un capitale sociale al di sotto del limite legale. Il necessario aumento della quota è stato così intrapreso immediatamente dal patron Preziosi, il quale ha diluito i versamenti in due tranche da 4mln di € divisi tra gennaio e maggio 2015, importi destinati al solo scopo di chiudere le perdite accumulate. Tuttavia, le scarse garanzie ed il protrarsi dell’incertezza finanziaria in capo alla società (debiti verso il Fisco per 47mln di €, verso banche o altri istituti di credito per circa 68mln) hanno portato i Grifoni all’esclusione dalla Europa League 2015/16, competizione alla quale si erano qualificati di diritto giungendo al 6° posto nella Serie A 2014/15. Le plusvalenze realizzate nell’ultimo mercato estivo hanno permesso ai rossoblu di uscire dall’emergenza, ma il permanere della situazione di instabilità ha indotto il presidente ad iniziare la ricerca di nuovi soci al fine di poter immettere nuova liquidità.

L’intervento di Victor Paolo Dana
Intorno alla metà di ottobre arriva la vera e propria svolta. Enrico Preziosi, da lungo tempo a caccia di acquirenti per il Genoa Cfc, si rivolge esplicitamente a Victor Pablo Dana per affidargli la ricerca di nuovi potenziali finanziatori. Un incontro non certo casuale quello tra i due dato che il banchiere italiano residente a Dubai era giunto nel nostro paese per valutare nuove opportunità di business, soprattutto quelle strettamente collegate all’ambito calcistico. Dana, infatti, non è nuovo nel settore visto che fu uno dei più influenti sostenitori di Bee Taechaubol nella trattativa per l’acquisto della minoranza del Milan, culminata con un’improvvisa uscita di scena dello stesso finanziere (escluso da Silvio Berlusconi e dal broker thailandese a causa di un tweet infelice rivolto ai tifosi dell’Inter).

Il manager e banchiere Victor Pablo Dana immortalato con il broker thailandese Bee Taechaubol.

Tornando alla questione rossoblu, in prima battuta Dana avrebbe presentato alla società un fondo americano rappresentato da Carmine Villani, personaggio noto per aver tentato di salvare il Parma nell’aprile scorso attraverso il fondo Gem (Global Emerging Market). L’interesse di quest’ultimo è ricaduto proprio sul Genoa dato che si tratta di un club bisognoso di capitali freschi per poter intraprendere un processo di risanamento interno. Non a caso, la strategia dei fondi d’investimento è quella di acquistare aziende in difficoltà di liquidità ed entrare con una percentuale importante nelle quote azionarie al fine di ristrutturare, valorizzare ed infine rivendere il tutto con l’obiettivo primario del mero guadagno. Cedere la proprietà ad un fondo, d’altro canto, presupporrebbe l’uscita di scena definitiva dell’attuale presidente Enrico Preziosi, una ipotesi di difficile attuazione dato che lo stesso proprietario vorrebbe rafforzare la società e non abbandonarla ad individui che si preoccupano soltanto di ottenere un immediato profitto al di là dei riscontri sportivi.

L’interesse di Giovanni Calabrò
Quando la trattativa tra Preziosi e Villani sembrava in fase di studio, un volto non proprio nuovo irrompe prepotentemente sulla scena. Trattasi di Giovanni Calabrò, 45enne laureato in legge all’Università del Mediterraneo di Reggio Calabria nonché proprietario dal 1993 della Calfin International, società che si occupa di investimenti finanziari ed opera soprattutto nel venture capitalism (costituzione di fondi di investimento con l’intento di avviare o far crescere attività in settori di potenziale sviluppo). Già a luglio l’imprenditore intraprese i primi contatti con il presidente Enrico Preziosi, nel finale del mese di ottobre invece l’interesse si è fatto sempre più crescente. Stando a quanto indicato sul profilo Linkedin, la holding di proprietà di Calabrò vanterebbe un patrimonio netto di più di 5mld di € unito ad innumerevoli proprietà collocate tra Dubai ed Abu Dhabi nonché rapporti influenti per lo sfruttamento di pozzi petroliferi e miniere di gas in Russia. Rassicurazioni economiche incoraggianti se non fosse per il lato amaro della medaglia, la condanna inflitta nel 2006 a 6 anni e 4 mesi di reclusione (3 condonati) per il fallimento della Algol products (azienda che l’imprenditore avrebbe tentato di acquisire attraverso l’appoggio di un finto sceicco, Mario Saeed) unita all’impossibilità di poter intraprendere attività commerciali per i futuri 10 anni. La sentenza d’appello in merito sarà il prossimo dicembre. Sempre nel 2006, inoltre, Giovanni Calabrò fu coinvolto nella scalata ad RCS condotta da Stefano Ricucci. In tale operazione il ruolo dell’imprenditore fu fondamentalmente quello di accollarsi i debiti dell’immobiliarista per rivendere in futuro le quote ed accaparrarsi le plusvalenze.

L’imprenditore italiano Giovanni Calabrò, fondatore della Calfin International.

Trattativa rapida
Per quanto riguarda il Genoa Cfc, l’interesse di Giovanni Calabrò ha sorpreso un po’ tutto l’ambiente. Le intenzioni dell’imprenditore sono apparse da subito decise ad evitare perdite di tempo, tanto che nel giro di una settimana la possibile chiusura della trattativa si è fatta sempre più concreta. Nodo da sciogliere quello relativo al ruolo futuro di Enrico Preziosi, il quale non vuole perdere la maggioranza del club. D’altro canto l’imprenditore calabrese pretende (considerando l’esborso che andrà ad effettuare) di ottenere la leadership del club. Un punto d’incontro può essere senz’altro quello di una reciproca collaborazione, considerando che Calabrò sarebbe nuovo nell’ambiente calcio ed avrebbe sicuramente bisogno dell’esperienza di Preziosi. A tal proposito, un ottimo lavoro di mediazione lo ha fatto l’amministratore delegato Alessandro Zarbano, il quale ha fornito tutte le direttive ai professionisti di Calabrò nella valutazione finanziaria e patrimoniale della società e, soprattutto, ha convinto il nuovo socio a tenere in considerazione la possibilità di una cooperazione con Preziosi. In ogni caso, l’eccessiva fretta di chiudere l’operazione (palesata anche dall’attuale presidente) sarebbe legata alla imminente scadenza del 16 novembre relativa al pagamento degli stipendi di luglio, agosto e settembre per tutti i collaboratori tecnici ed i giocatori presenti in rosa. Nel caso di mancato pagamento, infatti, la società incorrerebbe in grosse sanzioni, cosa che al momento non farebbe assolutamente comodo sia sportivamente (riduzione di punti in classifica) che a livello mediatico (con conseguente perdita d’immagine e prestigio). Altro problema da risolvere resta quello relativo alla Fondazione Genoa, la quale detiene il 25% delle azioni societarie e che non vorrebbe uscire totalmente dall’azionariato sociale.

L’annuncio: sarà il rilancio dei Grifoni?
Il 29 ottobre l’annuncio ufficiale di Enrico Preziosi: “Giovanni Calabrò entra nelle mie società”. Tutto ciò non lascia intendere per l’esattezza in quali ed in che modo. Stando alle informazioni raccolte, infatti, non solo il Genoa Cfc sarebbe coinvolto, ma una parte della holding guidata dall’imprenditore avellinese verrebbe ceduta al nuovo socio. Eloquente la dichiarazione del presidente in merito a ciò: “importante rafforzamento patrimoniale del gruppo Fingiochi”. Ricordando che in questo agglomerato di società rientra anche la Giochi Preziosi al 29,32%, tutto ciò aumenta i dubbi sul reale interesse di Calabrò verso i Grifoni, i quali fanno parte della Fingiochi al 75% (il 25% restante, come detto nell’articolo precedente, è di proprietà della Fondazione). Le intenzioni di Enrico Preziosi, d’altra parte, sembrano essere piuttosto chiare in merito alle sorti del Grifone: condividere con Calfin International il tentativo di risanamento del Genoa e, al tempo stesso, scindere la società di calcio dalla Fingiochi. La trattativa si è chiusa con l’emissione di una lettera d’intenti soggetta a usuali condizioni quali il buon esito delle attività di diligence (analisi dei conti societari) e la definizione della documentazione contrattuale. Lettera che in tarda serata del 4 novembre è stata firmata da entrambe le parti e che prevede l’ingresso di Giovanni Calabrò al 50% nel Genoa Cfc per una quota esattamente alla pari di quella di Enrico Preziosi, il quale rimane presidente della società.

Giovanni Calabrò ed Enrico Preziosi alle prese con le consuete interviste dei media.

La nuova iniezione di capitali stimolerà sicuramente il mercato di gennaio dei Grifoni per provare immediatamente ad alzare un’asticella che, negli ultimi tre-quattro anni, è stata limitata dalle grandi lacune finanziarie in seno alla società. D’altro canto, gli investimenti dovranno essere fatti in maniera oculata al fine di evitare di sperperare il tesoretto appena accumulato. Il closing definitivo dell’operazione è invece previsto per la fine dell’anno e, solo da quel momento, tutti gli aspetti economici saranno più chiari.


Articolo a cura di Loris Mandelli




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