giovedì 12 febbraio 2015

Frank in the Moon


"Frank In The Moon" 
Così un accanito tifoso dei Citizens ha intitolato una foto scattata verso il cielo in cui la suggestione suggerisce di intravedere il volto di Frank Lampard sul lato illuminato della Luna. Kieran O'Brien, così si chiama l'eroico e sognante tifoso, ha prontamente deciso di puntare 500 sterline su Lampard primo marcatore della supersfida Chelsea - Manchester City, in programma oggi alle 18.30.






Nel 1964 un altro Frank (Sinatra) cantava "Fly me to the Moon" con la sua consueta eleganza inspiegabile e che non è di questo mondo. I suoi occhi era blu come la divisa del Chelsea. Ma torniamo a parlare del nostro Frank e della sua Luna...






Notizia inventata, fasulla o peggio ancora insignificante e banale direte voi. Forse però c'è dell'altro, qualcosa di più.

Lampard sulla Luna c'è arrivato per davvero,la sua carriera lo ha portato a diventare uno dei migliori centrocampisti al mondo riuscendo sempre e continuamente a migliorarsi e a reinventarsi. Frank, però, sulla Luna, non c'è arrivato solo per il suo talento ma per la sua determinazione, il suo bisogno trascendente di perfezionarsi senza mai uscire fuori dal suo personaggio così ben allineato al suo contesto calcistico e professionale: Premier League e calcio inglese in generale. 







L'onnipresente Mourinho, dipingendone magistralmente la personalità, disse di lui:

"Frank Lampard è una persona diversa, non così estroversa. È il miglior professionista con cui abbia mai lavorato. È il giocatore che si allena meglio, con maggior concentrazione, impegno, sempre attento a migliorarsi. Non è mai soddisfatto delle sue prestazioni, vuole sempre imparare cose nuove. Se commette un errore in partita, in allenamento resta un'ora in più per esercitarsi in quella specifica situazione di gioco. Ricordo che una volta aveva sbagliato una difficile volee di sinistro. Il giorno dopo è rimasto in campo dopo l'allenamento per migliorare quel colpo. Lampard è un professionista incredibile. Dio dà il talento... poi alcuni lo sprecano. Altri, come Frank, con questa mentalità diventano anche migliori, e questi sono i giocatori che possono durare per sempre." 

La sua professionalità, portata fino all'ossessione, lo ho condotto anche a rimanere profondamente ferito dalle sconfitte. L’autobiografia di Lampard, “Totally Frank”, inizia con il racconto del rigore sbagliato contro il Portogallo ai quarti di finale dei Mondiali in Germania nel 2006. Lui, che in carriera ne ha segnati decine. Forti, precisi, imprendibili. Lui, che con un suo errore ha eliminato la Nazionale dei Tre Leoni da un Mondiale in cui le paure del passato sembravano finalmente battute. Non ci dormì per giorni, racconta.






La sua storia parte da Romford, sobborgo nord-orientale di Londra di notevole spessore culturale ed intellettuale. Romford in inglese antico vuol dire "largo o ampio guado", un significato quasi profetico vista l'innata qualità di Frank di capire in campo sempre quale sia la cosa più semplice ed efficace. Un gioco da ragazzi se hai un quoziente intellettivo superiore a 150.
Arrivò al Chelsea a 23 anni dal West Ham nel 2001 e quella maglia blu divenne qualcosa in più di una semplice maglia: una seconda pelle con cui vincere tutto quello che c'era da vincere.






30 aprile 2008, semifinale di ritorno di Champions League. Il Chelsea di Frank ospita il Liverpool dopo l'1-1 dell'andata. Anche allo Stamford Bridge i primi 90' finiscono 1-1 e vai ai supplementari. Al 98' Lampard batte un calcio di rigore. E segna. Fa 2-1 e poi corre verso la bandierina e si inginocchia. E piange. Scoppia in un pianto surreale, abbracciato da tutta la squadra. Non sono lacrime di felicità, però. No, sono lacrime amare, tristi. Le lacrime di chi ha appena perso una madre. Sono anche le lacrime di chi ha fatto una promessa a quella madre, poco prima di morire. Sono le lacrime di un giocatore, anzi di un uomo, legato da sette anni alla stessa squadra e che ha promesso alla madre che quei sette anni sarebbero diventati sempre di più e che la propria carriera sarebbe finita lì. Da allora sono passati tanti anni: Frank ha vinto tanti trofei ma continua ad alzare le braccia al cielo dopo ogni gol per ricordare l'amata mamma.






Quando adesso mancano poche ore al big match di Premier il mio pensiero va a sua mamma e a quella promessa mantenuta solo a metà. A quella promessa buttata via. A quella promessa che tutti si aspettavano sarebbe stata mantenuta, o, quantomeno, non sconvolta in questo modo. Perché fra tutte le squadre di questo mondo in cui andare Frank ha scelto una tra le peggiori per i tifosi del Chelsea.







Ed è qui che rientra in scena il nostro amico Kieran O'Brien, l'accanito difoso del City che ha visto il volto di Lampard nella Luna. Ve lo ricordate? Avrà un motivo in più per sperare che Frank oggi alzi le mani al cielo allungandosi verso il ricordo della madre e della vecchia promessa ma, perché no, prolungandosi idealmente verso la luna. Quella luna che lo ha sempre accompagnato da Romford passando per i campi di allenamento di West Ham e Chelsea, quando faceva buio e Frank continua a provare e riprovare i tiri che sbagliava in partita.

Frank In The Moon.

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