mercoledì 29 luglio 2015

I nuovi "vecchi Spurs"?

Come cambiano i San Antonio Spurs con l'arrivo di LaMarcus Aldridge.

di Marco Braini 
in collaborazione con Pick&Pop Culture






Dopo esser stato eliminato in gara 7 dai "Chrispaulers", Popovich aveva sentenziato così: "Gli Spurs cambieranno volto". Era dal 2009 che R.C. Buford non si muoveva in maniera così pesante sul mercato (trade per Richard Jefferson, ricordato il giusto all’ombra dell'Alamo), anche visto lo scarso appeal che la franchigia texana ha recentemente avuto nei confronti dei free agent più cool delle caldi estati NBA. Quest'estate invece all in su LaMarcus Aldridge, vincendo la forte concorrenza dei Suns: decisiva la presenza agli incontri di Tim Duncan e Gregg Popovich, insomma, due di cui puoi fidarti, ecco.

<<Mi hanno fatto sentire a casa e fatto capire che San Antonio fosse la scelta migliore>>. Così ha asserito il quattro volte all star, la cui firma (insieme al quinquennale a Kawhi Leonard) ha di fatto rimandato ulteriormente il rebranding di San Antonio, a caccia della diciannovesima apparizione consecutiva ai playoff (guarda caso la prima di questa serie è avvenuta nell'anno da rookie di TD21). Ma riuscirà ad inserirsi in un attacco collaudato come quello degli Speroni? Avere accanto uno dei migliori interpreti del gioco di sempre potrebbe aiutare…

Twin Towers 2.0


Nella Motion degli Spurs può accadere che non ci sia ricezione per il giocatore in post basso (Diaw); in questo caso l’esterno sul lato debole riceve due blocchi, l’ultimo dal trailer (Splitter, il lungo in punta ad inizio del gioco). Ginobili esegue il cosiddetto "ricciolo", riceve la palla e libera il francese per un semplice tiro piedi per terra.



Boris Diaw converte quel tiro, il cosiddetto tiro spot-up, piedi per terra, nel 35.9% dei casi. Fra i lunghi con 150 o più conclusioni di questo tipo tentate è 22esimo per % di realizzazione, LaMarcus Aldridge è secondo con un folgorante 46%.
L’upgrade derivante dall'acquisizione del former Longhorn è evidente, ma il contesto Spurs – Popovich potrebbe sublimare ulteriormente l'efficacia di LMA. Infatti, se consideriamo soltanto i tiri spot-up, la franchigia guidata dal duo Pop – Buford è:
– seconda per tiri tentati (costituiscono il 22.9% dell’attacco neroargento);
– prima in quelli messi a segno;
– quarta per punti per possesso prodotti, 1.04 PPP.

Spot up FG% 2014/15

In questa variabile del "weak" si libera l’uomo in post, forzando un cambio e andando poi conseguentemente a cavalcare il mismatch creatosi. Perché ci interessa? Semplice, perchè da "post-up" arriva il 36.5% delle conclusioni di Aldridge (contro il 18.6% da spot up precedentemente analizzato).


Fra i giocatori con almeno 150 possessi in post Aldridge è quarto in termini di produttività, con più del doppio delle ricezioni di Valanciunas che è primo. Scorrendo l’elenco si scopre che nel roster texano è presente anche l'11esimo in classifica. Tim Duncan? Boris Diaw? Macchè, Kawhi Leonard! 0.94 PPP, giusto per dimostrare come a SA sia abbastanza facile costruire set per servire un post-basso di alta, altissima qualità.
Chi potrebbe giovarne è l’eterno e intramontabile Tim Duncan: in questo modo ci sarebbe l’opportunità di preservare il numero 21 per i momenti più calienti della stagione, senza costringerlo ad ore e ore di straordinari come nel recente passato all'ombra dell'Alamo.


Visto il modo in cui gli Spurs creano la ricezione in post, resta da scoprire come "esegue" LMA.

In questo video il "12" (numero che avrà anche in questa sua nuova esperienza, Bruce Bowen ha già dato l’ok) si mette in proprio.

Qui attira il raddoppio lasciando chilometri di spazio a Wes Matthews.

Come si coniuga, però, la sua abilità di passatore dal post con le spaziature tipiche del "made in San Antonio"?
Per lasciare l’area libera ad Aldridge, Tim Duncan può stazionare a 4-5 metri da canestro: il nativo di Sainte-Croix è ancora in grado di connettere il jumper dalla media (flirta con il 50%). Se l’aiuto giungesse dal lato debole, il rischio di esaltare una squadra che fa dell’occupare gli angoli una delle pietre miliari del suo attacco, sarebbe concreto.

Sono indicate le % di realizzazione riferite ai soli ed unici "corner threes".
L’ultima chiamata è il cosiddetto loop, che prende il nome dal taglio eseguito in questo caso dalla point guard (usualmente Tony Parker), nel quale si costruisce un’uscita che sfrutta ben tre blocchi, ultimo dei quali con il lungo coinvolto che poi dovrà decidere se tagliare verso canestro o aprirsi in angolo.


Diaw esegue splendidamente.

Stessa conclusione della motion? Sì, ma aggiungiamo una possibile opzione…e se Aldridge si allargasse per prendere un tiro da tre punti (sia esso in guardia o in angolo)?

Nelle prime otto stagioni nella lega l’ex Portland ha tentato 116 tiri totali da oltre l’arco, ma nel solo 2014/2015 sono stati 105. Non sarà di certo l’arma principale del suo infinito arsenale, ma lo staff guidato da Chip Engelland (staff che stava lavorando addirittura con un artigiano autodidatta del gioco come Aron Baynes su questo fondamentale) continuerà senza dubbio ad esplorare questa possibilità, soprattutto se le percentuali dalla lunga verranno confermate (e il 35.2% è una base solida su cui poter lavorare).



Una delle richieste estive dell'ex Portland Trail Blazers gravitava attorno alla presenza di un buon centro al suo fianco, pronto a coprirgli le spalle in fase difensiva. La cessione di Splitter (più che altro un regalo a mo’  di attestato di stima a Budenholzer) è una perdita notevole: senza il brasiliano, fondamentale nella cavalcata al titolo 2014, l’unico C di ruolo rimasto a roster è Tim Duncan (aspettando Boban Marjanovic). Aldridge non sarà mai in grado di scivolare insieme a 4 atipici come i Draymond Green, ma l’impatto difensivo sotto il proprio canestro è spesso sottovalutato.
LaMarcus Aldridge e Tim Duncan concedono rispettivamente agli avversari al ferro il 45.1% e il 46.9%: per rendere meglio l’idea, Gobert concede il 40.4%, Kanter il 56.9%. Senza una circolazione di palla degna di questo nome sarà dura tirare là sotto...




Popovich in questi quasi 20 anni di NBA ci ha sorpreso per la capacità di stravolgere la sua concezione del basket in funzione del roster a disposizione. Con questa versione degli Speroni vedremo sicuramente dei ritmi più bassi, così da poter sfruttare a pieno la produttività in post dei lunghi e tutti i centimetri a disposizione

Rivedremo la prima San Antonio, quella di Timmy e dell’ammiraglio David Robinson, che viaggiava 90 possessi a partita? All'epoca arrivarono i primi due banner dell’attuale AT&T Center...



Articolo a cura di Marco Braini

Nessun commento:

Posta un commento