lunedì 19 ottobre 2015

Derby d'Italia, punti di interesse

Lettura tra le righe di Inter-Juventus. Tra moduli fluidi, piccoli ma importanti cambiamenti e dipendenze.

di AER






Il big match dell' ottava giornata della Serie A termina 0 a 0. Un risultato finale comunque meno interlocutorio rispetto a quello visto in campo. Simbolicamente la partita aveva un valore che trascendeva i momenti che vivono le due squadre e la classifica stessa attuale: sia Inter che Juve avevano la responsabilità di dimostrare passi in avanti nel gioco e nella continuità di prestazioni dopo la rivoluzione che le ha investite nell'ultimo mercato. 

La partita giocata dall'Inter è stata sorprendente. I nerazzurri ne escono sicuramente rafforzati in termini di fiducia e consapevolezza, soprattutto a livello di prestazioni individuali. Nell'altra parte, quella della Juventus, pregi e difetti sembrano essersi rafforzati: ritrovare quell'autorevolezza ed efficacia nella proposta di gioco – tratto caratteristico delle passate stagioni – sembra un traguardo molto complesso da raggiungere per il momento. 


Piccole ma importanti modifiche

Mancini ha rispolverato una squadra solida e difficile da affrontare. È bastato applicare piccoli – ma logici – accorgimenti strutturali all'Inter vista nelle prime sette giornate per poter assistere ai migliori 45 minuti nerazzurri di questa Serie A: il primo tempo di Inter-Juventus.

Il centrocampo a 4 in linea è una mossa sensata e che riesce a risolvere alcuni dei problemi dell'Inter. Perisic finalmente è schierato da esterno sinistro e le combinazioni strette e verticali con Jovetic, che istintivamente predilige il centro-sinistra come zona di ricezione sia statica che dinamica, hanno messo in difficoltà costantemente la Juventus.

Disposizione a 4 in linea del centrocampo dell'Inter, una novità assoluta rispetto alle precedenti partite.
Il 4-4-2 consente inoltre di difendere bene l'ampiezza del campo. Perisic si dimostra un ottimo difensore “di collettivo” – copertura profonda e raddoppi di marcatura nella zona laterale molto buoni – ed è fondamentale nel limitare Cuadrado. Il croato, allo stesso tempo, ha delle lacune nella difesa individuale soprattutto quando è costretto a difendere in zone in cui manca di riferimenti.

La coppia centrale di centrocampo Medel-Melo riesce nell'intento di mantenere la squadra molto corta in fase di non possesso – con le due linee da quattro molto strette – e ad assicurare le dovute coperture preventive per migliorare le transizioni negative, gestite in modo disastroso nella partita precedente contro la Sampdoria. È veramente difficile immaginare un'Inter senza Medel. Il cileno, oltre ad avere delle caratteristiche fondamentali per questa Inter, è il reale leader emotivo. L'Inter gioca al ritmo del suo respiro: se riesce ad alzare i giri della gara, tutta la squadra lo segue.


Crossover

Personalmente ho trovato molto interessante una dichiarazione di Vialli, rilasciata alla vigilia della partita: «Il sistema Juve invaderà l’Europa»Vialli si riferisce alla capacità della Juventus – cita anche la Fiorentina di Sousa, in realtà – di mutare strutturalmente, di cambiare fluidamente modulo di gioco durante la stessa azione. In realtà sono lievi gli spostamenti di posizione che causano questa differenza di moduli ed è necessario aggiungere che occupare zone di campo diverse con riferimenti diversi in base alla fase di gioco può essere molto più naturale di quello che sembra. Bisogna, poi, considerare che non si tratta di un piano tattico rivoluzionario.

La vera chiave di questi “moduli fluidi” è la ricerca di focalizzare le idee tattiche proposte su pregi e difetti dei singoli calciatori, massimizzando gli aspetti positivi e minimizzando quelli negativi, ma soprattutto cercando di avere una visione d'insieme, collettiva, di come le caratteristiche di un giocatore si incastrano con quelle dei compagni e degli avversari. 

Centrocampo della Juve a 4 in fase di non possesso. In queste situazioni Barzagli ricopre il ruolo di terzino destro.

In fase di possesso palla, la linea mediana della Juventus si dispone a 5. Pogba occupa una posizione più centrale anche se comunque rimane molto corto l'asse Marchisio-Khedira.

Cuadrado ha delle evidenti lacune difensive – sia individuali che collettive – allora in fase di non possesso viene schierato esterno del 4-4-2 con Barzagli terzino. Pogba è l'altro esterno “formale” che, per giocare il pallone in zona centrale, in fase di possesso stringe centralmente la propria posizione aprendo lo spazio ad Evra che va a formare una linea a 5, con Barzagli che scala a terzo di difesa dietro.


Jovetic-dipendenza

Quasi profeticamente avevamo immaginato la totale dipendenza dello sviluppo della manovra dell'Inter da Stevan Jovetic in questo articolo
Durante i primi 45 minuti l'Inter è riuscita con efficacia a trovare Jovetic tra le linee che si è mosso molto bene tra difesa e centrocampo bianconero. La circolazione ha come obiettivo quello di costruire il gioco attraverso i triangoli terzino-difensore centrale-mediano e terzino-mediano-esterno per poi servire Jovetic in verticale.

Esempio di uno dei triangoli di costruzione dell'Inter. Terzino-centrale di centrocampo-esterno.

Non sempre però i movimenti degli altri giocatori dell'Inter sono stati quelli giusti per poter concretizzare l'enorme mole di lavoro di Jovetic. 

Jovetic si abbassa e riceve palla tra le linee - costante del match - attirando Chiellini che lascia vuota la sua posizione. Intelligentemente Medel si muove in quello spazio libero.

Nel secondo tempo, quando il montenegrino è inevitabilmente calato e la Juventus ha iniziato ad adeguarsi, l'Inter non è riuscita a ribaltare l'azione senza poter più passare dal suo punto di riferimento avanzato abbassando il baricentro e concedendo alla Juventus un possesso palla più alto e pericoloso.

La vera domanda, che emerge dopo una partita come questa, è se sia in qualche modo possibile per l'Inter attuale riuscire a proporre una manovra offensiva bilanciata con questo tipo di centrocampo  poco incline al gioco veloce verticale  senza necessariamente dover passare dai piedi di Jovetic.


Sulla linea

La posizione di Cuadrado è senza dubbio una delle chiavi di lettura più importanti della partita. La Juventus cerca di servirlo costantemente per poter poi conseguentemente ramificare le opzioni gioco. Curiosamente il colombiano diventa la primaria fonte di gioco e contemporaneamente il terminale principale.


Ricezione statica di Cuadrado, immediatamente Marchisio e Khedira si muovono nello spazio creato nel mezzo.

In fase di possesso la posizione di Cuadrado diventa fondamentale per allargare il gioco, avere un giocatore molto largo consente alla Juventus di dilatare le distanze tra i giocatori dell'Inter creando spazio centralmente. La posizione e il tempo della ricezione del pallone di Cuadrado determinano i movimenti dei compagni. Senza alcun dubbio il colombiano è uno dei giocatori più importanti nel progetto tattico di Allegri sia per caratteristiche proprie che per affinità al gioco della Juventus. Inoltre, una posizione così larga riesce a contribuire efficacemente al consolidamento del possesso palla.

I miglioramenti nel gioco senza palla di Cuadrado, da quando è tornato in Italia, sono evidenti. Ecco che le sue caratteristiche diventano fondamentali per l'esito positivo delle transizioni offensive. Una struttura fisica come quella del colombiano deve essere sfruttata per muoversi senza palla in profondità con più continuità, senza dover necessariamente ricevere il pallone in situazioni statiche.

Transizione offensiva della Juventus, la palla arriverà a Cuadrado da Morata che a sua volta aveva ricevuto da Zaza. 




Articolo a cura di AER



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