giovedì 22 ottobre 2015

Una gara dell’altro mondo

Phillip Island è stata teatro ancora una volta di una delle gare più belle di sempre, con protagonista un fenomenale Iannone.

di Leonida Monaco






Il circus del motomondiale è giunto in Australia portando con sé i 18 punti di vantaggio di Rossi sul compagno di squadra e un ormai fuori dai giochi Marc Marquez, costretto ad abdicare per uno dei due “Yamahisti”. Come si è potuto osservare in tutte le 15 gare disputate fino ad oggi, i pronostici sono stati sempre sovvertiti per un motivo o per un altro, portando Valentino a guadagnare punti in tracciati a lui storicamente sfavorevoli (Silverstone e Motegi in primis) e portando Marc Marquez alla vittoria in entrambi i circuiti in cui non era mai riuscito a vincere in MotoGP, Misano e per l’appunto Phillip Island. 

Il giovedì inizia con una novità: la Bridgestone si è presentata in Australia con una gomma anteriore asimmetrica, costituita da un mescola al 70% soft e al 30% extra soft, l’inverso dello scorso anno. Questo cambiamento, accolto con favore dai piloti, è stato apportato più per evitare le cadute che per un eccessivo degrado presentatosi lo scorso anno e che ha visto in Jorge Lorenzo il suo massimo esponente. Difatti nel 2014, la porzione extra soft, occupava tutta la zona sinistra e parte di quella destra dello pneumatico, lasciando la soft solo sulla sezione di pneumatico che serviva per inserire la moto in curva e restare in appoggio verso destra. La vecchia mescola causò infatti molte cadute in inserimento (pericolosissime per la clavicola), specialmente in curva 4 e 10, le staccate più difficili del circuito. Poiché la porzione destra dello pneumatico era costituita da un compound leggermente più duro, i piloti inserivano la moto mostrando un’eccessiva confidenza, che non vedeva il responso della porzione soft dello pneumatico. 

In questo video possiamo osservare questo tipo di cadute, avvenuta a MM in gara.

Il week end di gara è iniziato, forse è superfluo dirlo, con Jorge Lorenzo davanti a tutti nelle FP1, seguito a distanza ravvicinata dal solo Marquez. Molto veloci Iannone e Rossi, i quali però pagavano 4 e 5 decimi rispettivamente. Le FP2 hanno portato alla luce il primo posto di Marquez, addirittura più veloce di Jorge anche sul passo, che come il compagno di squadra ha lamentato uno spin eccessivo nell’ultimo settore, non riuscendo a tramutare le rotazioni della gomma posteriore in metri percorsi; tuttavia, a differenza del maiorchino, il pesarese si è fermato in un allarmante nona posizione, spiegata dall’uso anticipato delle gomme nuove a metà turno. A differenza di tutti gli altri piloti, i quali hanno utilizzato il set nuovo per la ricerca del tempo negli ultimi 10 minuti. In bianco e nero il venerdì Ducati, con un Iannone veloce fin da subito e un Dovizioso che beccava quasi un secondo sul giro e sul passo dal compagno di box. Questo venerdì ha anche permesso di individuare profonde differenze nella velocità massima tra le tre case principali. Mentre Yamaha ha stentato a superare i 334 km/h, che sono diventati 331 per Rossi, Honda ha raggiunto i 338 e Ducati i 348 con Dovizioso. 

Ma è il sabato mattina che si è scatenato il campione in carica, con un passo apparentemente irraggiungibile per tutti, fisso sull’ 1:29.5, ed un giro veloce che relega la prima Yamaha a 5 decimi. Il week end di Rossi, iniziato meglio del previsto, si incarta e si affloscia su se stesso, con le modifiche all’anteriore che non hanno portato alcun beneficio. Come affermato da lui stesso nell’intervista post gara, “la gara è stata persa il sabato. Abbiamo sbagliato nell’attuare le modifiche all’anteriore, per far curvare la moto, quando avremmo dovuto pensare a migliorare la trazione negli ultimi due curvoni”. In casa Ducati si riconferma la difficoltà di Dovizioso in una pista a lui non congeniale, e la freschezza di Iannone e Petrucci. Ci si ritrova così catapultati nelle qualifiche dove Marc Marquez come da previsioni giunge in pole position davanti ad uno strepitoso (seppur furbo) Andrea Iannone, a pari tempo con un Jorge Lorenzo stizzito relegato in terza posizione, poiché il tempo più veloce con la prima gomma era stato stabilito da Iannone, sempre in scia a al maiorchino. Stessa strategia la effettua il Dovi ma dietro l’altro Yamahista, riuscendo però a partire solo dalla 10 casella. 

Il buongiorno è arrivato la domenica con la conferma dei dati del giorno prima se non che Valentino, che ha lasciato la vecchia strada per intraprenderne una radicalmente opposta, ha migliorato il passo nel warm up, pur restando dietro il quarto del lotto. Alle 7.00 ore italiane, viene posto sulla tabella dei giri il numero 27. Impossibile non citare il genio assente di Phillip Island, Casey Stoner. Nessuno ha saputo interpretare meglio la pista Australiana, vincendo per 6 volte consecutivamente dal 2007 al 2012. 

Pronti via, l’inferno si scatena fin dalle prime curve, con un Iannone che parte alla grandissima, come pronosticato il giorno prima da Lorenzo, e che passa in testa fino a metà giro, dove lo stesso Lorenzo con un sorpasso da urlo, lo affianca e lo svernicia tra la curva 8 e 9, posto in cui le Yamaha andavano visibilmente più delle altre moto, visto che Rossi effettuerà i primi tre sorpassi allo stesso modo. A differenza delle prove, Valentino sembra avere un feeling ritrovato con la moto, seppure pare non forzare troppo in staccata. Questo mancato feeling è dovuto semplicemente ad una mancata abitudine nel girare con una moto rivoluzionata, anche rispetto al warm up. 

Una fase concitata di gara con il duo italiano all’inseguimento dei maiorchini.

La gara già in partenza spettacolare dà il meglio di se nelle ultime 5 tornate, con una Ducati fenomenale in rettilineo, riuscendo in più occasioni a superare Yamaha e Honda insieme, e continui sorpassi effettuati da Marquez e Rossi nel guidato. La situazione a 3 giri dalla fine vede Iannone ultima ruota del carro, che poi si reinventa la seconda con un sorpasso fenomenale alla curva 10, sorpasso agevolato sì dal lungo dei due piloti in lotta ma, sia per tempismo che per pulizia verrà ricordato come uno dei sorpassi più belli di sempre. 


La situazione cambia all’inizio dell’ultimo giro con Iannone davanti a Rossi e un Marquez distaccato di 913 millesimi dall’altro spagnolo. Proprio Marquez, come direbbe il Dott. Costa, “si mette in testa una cosa meravigliosa” cioè tentare un giro da qualifica (che poi si rivelerà il più veloce della gara) sfruttando l’esplosività della Honda e riuscendo ad infilare Lorenzo all’ultima staccata. 

Non è stata solo una delle gare più belle degli ultimi anni. Difatti ad un’analisi attenta, è stata la gara più tirata della stagione. Il passo gara messo in mostra dai primi 4 piloti è stata una sorpresa per tutti gli addetti al circuito, soprattutto il miglioramento di 6 decimi di Valentino, dal warm up alla gara. Non solo sono riusciti a girare stabilmente sull’1:29 e mezzo, ma per la prima volta nel 2015, il giro più veloce è stato effettuato all’ultimo giro. Considerazione che ci porta a concludere come non solo il lavoro svolto da Bridgestone sia senza ombra di dubbio il migliore di sempre, ma ci porta a pensare come questi piloti ogni gara, ogni giro spingano il limite un po’ più in là, costruendo il mondiale più tirato di sempre. In quest’ottica non rientra Dovizioso, che forse a 30 anni suonati ha capito di non essere completo come i primi 4/5 del campionato. A tal proposito il pilota forlivese soffre troppo le piste da lui non amate, che iniziano a diventare veramente tante, a differenza di Iannone e dei fantastici 4, i quali pur avendo piste indigeste, riescono sempre a tirar fuori qualcosa in più rispetto alla prima (?) guida Dovizioso. Un discorso a parte va fatto per Vinales, che in quel di Phillip Island è stato semplicemente maestoso, riuscendo a terminare a meno di 7 secondi da quei 4 mostri, dimostrando di essere, dopo Marquez, il miglior rookie di sempre. Qualche parola su Vinales l’ha spesa anche Valentino Rossi: secondo il pesarese infatti, che ha seguito il giovane talento durante le prove, <<Maverick diventerà nel giro di un paio d’anni un contendente per il titolo>>

I piloti hanno lasciato l'Australia con un +11 di Rossi in classifica generale, per poi ritrovarsi a Sepang. Il GP di Malesia sarà la vera chiave di volta del mondiale, sancendo un allungo, probabilmente finale di Rossi o introducendoci ad un’ultima gara spettacolare, qualora Lorenzo dovesse finire davanti al compagno. Le previsioni indicano pioggia e temporali, condizione in cui le Yamaha e le Ducati dovrebbero avere un vantaggio tecnico nei confronti della Honda. 

In ultimo vi lascio una considerazione: è vero che Jorge ha recuperato 7 punti su Valentino, ma è pur vero che ne ha persi 5 a 600 metri dal traguardo. Cinque punti che consentono a Rossi di poter arrivare sempre in seconda posizione, terminando, qualora Lorenzo dovesse vincerle entrambe, un punto avanti in campionato. 



Articolo a cura di Leonida Monaco



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