giovedì 22 ottobre 2015

NBA Preview: Eastern Conference

L'inizio della stagione NBA 2015/2016 è sempre più vicino. Per arrivare preparati alla notte di apertura, abbiamo fatto 6 domande ai ragazzi della redazione di Pick and Pop Culture. Tutto quello da sapere sulla Eastern Conference.

di Redazione Pick and Pop Culture






1-  I Cleveland Cavaliers ripartiranno dalla sconfitta nelle Finals subita contro Golden State. Sono loro i favoriti a Est?

Marco Morelli
Assolutamente. La pochezza della Eastern Conference é qualcosa di imbarazzante, e sembra che quasi nessuna squadra possa arrivare a 55-60 vittorie, eccezion fatta per Cleveland. Forti delle Finals raggiunte lo scorso anno, i Cavaliers si presentano ai blocchi di partenza come la squadra da battere ad Est, nonostante l'assenza di Irving fino a Gennaio: i meccanismi di squadra sono già assimilati, e l'ex-Duke potrebbe essere sostituito degnamente da Mo Williams e Matthew Dellavedova e, al rientro, avere qualche minuto da SG grazie alle doti spot-up (mortifero 46.3% dall'angolo).
L'ago della bilancia per il titolo é Kevin Love, fresco di un pesante rinnovo contrattuale in estate e atteso al salto di qualità nei playoff dopo una stagione al di sotto delle aspettative: ne sarà capace?

Alberto Guerrini
La squadra di LeBron James, historia magistra vitae, è la favorita ad arrivare in fondo in quel letamaio che è la Eastern Conference. E si dà il caso che quest'anno tocchi ancora ai Cleveland Cavaliers. Rispetto all'anno scorso Cleveland è più profonda, più motivata e possibilmente sarà quasi impossibile ripetere la serie sfortunata di infortuni che ha rivolto l'ago della bilancia nei favori di Golden State. I Cavaliers giocano una pallacanestro PO, brutta, sincopata, ma difensivamente consapevole e dunque adatta a contrastare le velleità di chiunque si frapponga nel loro cammino verso le Finals. LeBron si sente in debito con la sua città per lo sgarbo pro-Miami e siamo sicuri ce la metterà tutta per portare i Cavs sul tetto del mondo, e se mai abbiamo imparato qualcosa beh quella è MAI, dicasi MAI scommettere contro il Re.

Alberto Ambrosio
Certamente, i Cleveland Cavs quest’anno sono ancor più favoriti dell’anno scorso: tolto il fatto che nessuna squadra ha fatto un “mercato estivo” tale da poter impensierire la supremazia James e compagnia, le affinità difensive che sono riusciti a trovare negli scorsi playoffs rendono ancor più favorita questa squadra. Certamente con il ritorno di Love l’efficienza difensiva vista nella scorsa post season calerà notevolmente, ma comprimari come Mattew Dellavedova e Timofey Mozgov saranno pronti fin da subito a lottare ad altissimi livelli. Resta da risolvere la grana Thompson, giocatore che si è rivelato estremamente importante nel sostituire Love ma che rischia seriamente di saltare l’intera stagione a causa di dispute contrattuali con l’attuale franchigia.

Tristan Thompson, un artista del rimbalzo offensivo.

Marco Braini
I Cavs sono nettamente i favoriti. L’assenza di Kyrie Irving e la grana del rinnovo di Tristan Thompson potrebbero compromettere la loro rincorsa al miglior record della lega, ma nessuna squadra ad Est si è rinforzata in modo tale da impensierire LeBron e soci: infortuni permettendo, il seed #1 sarà loro.


2- Atlanta riuscirà a ripetere l'incredibile Regular Season dello scorso anno?

Alberto G.
No, affatto. Senza nulla togliere al druido ex Spurs Mike Budenholzer, capace di scoprire e somatizzare i segreti dell'alchimia, la pallacanestro rimane uno sport dove la fiducia conta tanto, tantissimo, soprattutto nel momento in cui condividi la sfera ai volteggi a cui ci hanno abituato gli Hawks. Atlanta è una bella realtà, ma non sorprendiamoci se non dovesse ripetere l'exploit dello scorso anno. Horford in contract year è un punto a favore, Millsap fresco di rinnovo miliardario e la dipartita di Carroll lo sono a sfavore.

Alberto A.
Mi piacerebbe dire di si, il gioco offerto nella scorsa Regular Season dalla truppa di Budenholzer è stato entusiasmante, ma se ripetersi dopo un importante exploit è difficile, farlo senza un giocatore così importante negli equilibri offensivi e difensivi della squadra lo è ancora più.  Demarre Carrol infatti ha accettato l’importante offerta contrattuale di Masai Ujiri, andando a creare un importante buco nel ruolo di ala piccola nel roster di Atlanta: la capacità di segnare sugli scarichi e difendere con aggressività su ben 2 ruoli lo rendevano indispensabile alla causa di Budenholzer, che ora sarà costretto ad adattare altri tipi di giocatori in quel ruolo. C’è molta curiosità attorno al possibile “quintettone” con in campo contemporaneamente Millsap, Horford e Splitter, chissà se l’ex assistente di Popovich riuscirà anche in questo miracolo.

Marco B.
Ripetere 60 vittorie? Praticamente impossibile, ma Atlanta può contare sul miglior coach della Eastern Conference e su un roster che ha sì perso qualità in SF (Carroll volato a Toronto), ma ha guadagnato profondità in tutti gli altri ruoli. Tavares e soprattutto Splitter consentiranno finalmente ad Horford di agire da ‘quattro’, l’innesto di Hardaway jr sarà fondamentale per preservare Kyle Korver in vista dei playoff, mentre Justin Holiday è un giocatore che ha ben figurato nei pochissimi minuti avuti a Golden State (44% da tre lo scorso anno). Ci vorrà del tempo ai nuovi per inserirsi nel sistema di Budenholzer, ma 50W sembrano alla portata...

"Teamwork"...

Marco M.
Confermarsi é sempre molto difficile, e lo sarà in particolar modo per gli Hawks, già in calo durante l'ultimo segmento della scorsa stagione. Nonostante sia rimasto Millsap, la mancanza di Carroll (vero collante della squadra andato a Toronto con un esorbitante 60x4) si farà sentire specialmente in difesa, probabile punto forte della squadra anche il prossimo anno (non stupisce che coach Budenholzer abbia già proposto ai suoi allenamenti per migliorare i rimbalzi difensivi).
Si giocheranno con Washington il primato della Southeast, ma sarà quasi impossibile vederli nuovamente col primo seed di conference.


3- Anche alla luce dei cambiamenti nei vari roster, quali franchigie possono essere considerate le altre favorite per giocarsi i primi posti?

Alberto A.
Dopo Cleveland vedo un gruppo molto numeroso di squadre sicure della post season ma che lotteranno fino all’ultima giornata per un posto tra le prime quattro (il che vuol dire fattore campo ai playoffs): Chicago, Washington e Toronto sono le favorite in quest’ordine, ma Milwaukee e Miami con i nuovi arrivi sono pronte a scalzare di lì non appena una di queste tre dovesse fare qualche passo falso. Sarà interessante vedere se Hojberg aumenterà realmente l’efficienza offensiva della squadra che dopo anni di sofferenza con Thibodeau potrà trovare un po’ di sollievo in attacco con spaziature migliori e ritmi più elevati.

Marco B.
Per la conquista del fattore campo al primo turno di playoff (oltre alle sopracitate Cleveland e Atlanta), partono leggermente favorite sulle altre: i Bulls, che nonostante il cambio in panchina restano una squadra ricca di talento, e Milwaukee, che ha aggiunto al gruppo della scorsa stagione un pezzo da 90 come Greg Monroe (e spera di recuperare al più presto Jabari Parker). Leggermente staccati i Wizards, da registrare senza un veterano come Pierce, e i Raptors, che possono comunque contare sulla pochezza della Atlantic Conference per raggiungere un record da oltre 40 vittorie.

Marco M.
Washington e Chicago. I Wizards hanno perso Pierce, ma puntano sulla definitiva esplosione di Beal (in odore di ricco rinnovo), sulla crescita di Porter e, soprattutto, sul miglior mid-range game dell'intera lega. Sembrano corti sotto le plance, ma senza infortuni gravi e con il Wall dello scorso anno potrebbero ambire a qualcosa di più del quinto posto. Chicago ha cambiato allenatore, e l'arrivo di Hoiberg potrà solamente far bene ad un attacco troppo stagnante nelle ultime due stagioni; tra le note positive la coppia di lunghi Gasol-Noah e il rinnovo di Jimmy Butler, ormai tra le prime tre SG della lega. Non convincono troppo la tenuta fisica di Rose, ancora una volta sotto i ferri per un intervento facciale, e i pochi punti dalla panchina, nonostante Gibson, Mirotic e Hinrich siano delle assolute garanzie. Se il fisico di Rose reggerà sono da secondo posto, altrimenti è in dubbio la presenza a fine maggio alle Finali di Conference.

Le migliori 10 giocate di Butler nella scorsa stagione.

Alberto G.
Cleveland, poi Cleveland e infine ancora Cleveland. Dietro, a partire dal quarto posto è bagarre tra Chicago e realisticamente la nuova Miami firmata Pat Riley, infortuni permettendo. I Bulls schierano tra le loro file il principe catalano nonché matador di Eurobasket, ovvero Pau Gasol, e possono contare sul debordante talento di Jimmy Butler finché la speranza di rivedere un Rose competitivo non sarà scemata del tutto. Miami invece ha un quintetto interessante con Whiteside polo difensivo e il terzetto Dragic - Wade - Bosh a giostrare la fase offensiva: old, but gold dicono di là dall'Atlantico. Niente di più vero. A loro si aggiungono una serie di ottimi mestieranti per gli standard Eastern Conference come Luol Deng (se recuperato), Gerald Green e il rookie Justise Winslow. 


4- Quale sarà la franchigia destinata a migliorare maggiormente il record della passata stagione e quale invece a peggiorarlo?

Marco B.
I New York Knicks non dovrebbero aver problemi ad incrementare di 15 se non di 20 il loro numero di vittorie: hanno aggiunto giocatori solidi come Arron Afflalo, promesse come Kristaps Porzingis ed altri che sembrano fatti dal sarto per giocare la "Triple Post Offense" (vedi Kyle O’Quinn). Ah, rientra anche un certo ‘Melo Anthony. La squadra candidata invece a subire la flessione più importante in termini di record sono i cugini dei Brooklyn Nets: la panchina è fra le peggiori della lega, Joe Johnson è in netta parabola discendente e tutto l’attacco si basa sul talento di Brook Lopez e Andrea Bargnani, due lunghi "spesso" soggetti ad infortuni.

Per chi non conoscesse la "Triple Post Offense".

Alberto G.
Quotazioni sicuramente in rialzo per i Milwaukee Bucks: la franchigia del Wisconsin ha messo le mani su uno dei pezzi pregiati della FA, ovvero Greg Monroe, centro old school in grado di mettere una pezza alla sterilità offensiva che ha contraddistinto la Milwaukee post trade per Carter-Williams, soprattutto contro la difesa schierata. Poca fiducia invece nei confronti dei Toronto Raptors. La squadra canadese ha ristrutturato la second-unit assoldando una manica di atletoni defensive-minded pronti a mettere pressione sulla palla e sulle linee di passaggio andando così a lenire i difetti strutturali dello scorso anno, ma finché DeMar Derozan (ancora career low in eFG%) e Kyle Lowry continueranno il loro personalissimo regno del terrore beh, auguri. 

Marco M.
Indiana e Brooklyn. I Pacers ritrovano Paul George e, seppur non irresistibili sotto canestro, potranno essere guidati dalla loro stella ai playoff dopo l'esclusione al fotofinish dello scorso anno. La difesa dovrebbe rimanere solida grazie ai dettami di Vogel, e l'inserimento di Monta Ellis (probabilmente il miglior affare estivo in rapporto qualità/prezzo) aiuterà non poco l'attacco dei Pacers, 23esimi per offensive rating lo scorso anno.
Brooklyn si troverà di fronte a un anno di transizione, e avrà come uniche certezze Joe Johnson e il poco sano Brook Lopez: dalla salute del centro passeranno le speranze di post-season, ma la panchina continua a non convincere e, oltretutto, il progetto di Prokhorov sembra sempre più una follia ogni giorno che passa.

Alberto A.
Difficile scegliere la squadra che peggiorerà maggiormente il proprio record ma credo che proprio Atlanta, per i motivi sopracitati, farà molta fatica questa stagione. È vero che il buon gioco rimane pure togliendo qualche tassello, però ripetere la scorsa stagione, anche dal punto di vista delle motivazioni, sarà estremamente dura.  La squadra che invece migliorerà maggiormente il suo record probabilmente saranno i nuovi New York Knicks che, dopo una offseason finalmente gestita con criterio sembrano avere un progetto tecnico credibile, con giocatori funzionali al sistema e con un Carmelo Anthony più desideroso che mai di lottare per un posto ai PO. Non avendo nemmeno la prima scelta al draft del prossimo anno verso fine stagione i Knicks recupereranno diverse posizioni, diventando una seria pretendente al tanto ambito ottavo posto.


5- Due nomi: una squadra e un giocatore che ci sorprenderanno in positivo.

Marco M.
Orlando e Kemba Walker. I Magic hanno finalmente trovato un allenatore capace di imprimere una cultura e una work-ethic di un certo tipo, la panchina si é rinforzata e se Oladipo ed Harris continuassero a migliorare da oltre l'arco in Florida Centrale si potrebbe rivedere il sole dopo più di tre stagioni. Senza considerare il talento di Hezonja (fortemente voluto da Hennigan già quest'anno) e, soprattutto, Aaron Gordon, pronto a soffiare il posto da titolare a Frye, comunque utilissimo per aprire il campo alle penetrazioni di Oladipo e ai tagli di Harris. I playoff non dovrebbero arrivare a causa del totale ground zero tecnico lasciato a Skiles, ma 35 vittorie non sono proprio utopiche.
Big Shot Kemba é alla quinta stagione, ha recuperato dopo il brutto infortunio dello scorso anno, ha il posto sicuro e, soprattutto, una squadra che potrebbe metterlo più a suo agio rispetto a Stephenson ed Henderson. Le pericolose lacune al tiro sono state colmate con gli arrivi di Batum e la scelta al draft di Kaminsky, e l'intero organico sembra più disciplinato rispetto allo scorso anno.
Probabile che il MOP 2011 migliori sensibilmente la casella "assist", forte anche del buono inizio dello scorso anno, e che, con un po' di fortuna, possa guidare i suoi ai playoff.

Orlando è anche questa roba qua...

Alberto A.
La squadra rivelazione della Eastern Conference mi piacerebbe fossero gli Orlando Magic di Scott Skiles che si ritrova tra le mani un potenziale difensivo straordinario, perfetto per la sua idea di pallacanestro vincente. Magari non otterranno grandi risultati fin da subito, ma la rinomata capacità di Skiles di costruire in un paio di anni al massimo un eccellente sistema difensivo, pone gli Orlando Magic in una situazione molto intrigante e da seguire con attenzione per gli anni a venire. Sul giocatore rivelazione della prossima stagione punto tutto su Bradley Beal, giocatore estremamente versatile pronto a replicare per 82 partite tutto ciò che di buono ha mostrato negli scorsi playoffs, chiusi con una produttività offensiva da stella assoluta: il contract year è il vero turning point della carriera di ogni giocatore nba, e sono certo che Beal non si farà sfuggire questa occasione.

Marco B.
Mi attendo sviluppi importanti dagli Orlando Magic, non tanto in termini di risultati, ma nel trovare finalmente un’identità di squadra (improntata sulla difesa, tanto cara a Scott Skiles).
Otto Porter sarà una piacevole sorpresa in quel di Washington: il degno sostituto di JaVale McGee nelle top 5 di Shaqtin’ a Fool, gioverà dell’aumento di possessi dei nuovi Wizards, e avrà spazio in abbondanza dopo la partenza di Paul Pierce in direzione L.A.

Alberto G.
Sorpresa? Difficile, la Eastern è cambiata tanto per non cambiare affatto, il livello medio resta desolante. Punterei sul tandem team -giocatore Indiana - Paul George, entrambi chiamati a riscattarsi dopo una stagione ai box. Indiana interpreterà una pallacanestro più dinamica è vicina agli standard della Western, scelta che potrebbe pagare vista la durezza mentale tipica della squadra di Vogel. George invece si caricherà sulle spalle i compagni nel tentativo di rovinare la festa a James, occhio perché il ragazzo scalpita e potremmo vederlo alle prime posizione della MVP race tra Marzo e Aprile.


6- Quale dei rookie finiti nell'Eastern Conference avrà l'impatto migliore con l'NBA?

Alberto A.
Ad inizio stagione prevedere il rookie dell’anno è sempre una lotteria, e l’anno scorso in molti hanno preso clamorosi abbagli. Personalmente vado su Myles Turner, lungo atletico ed estremamente interessante, tanto da far innamorare di lui nientemeno che Larry Bird, disposto a (quasi) tutto pur di vederlo protagonista fin da subito. Il nuovo contesto tattico di Indiana è adatto al suo tipo di gioco e un giocatore con quelle qualità atletiche unite alla mano morbida dalla lunga distanza lo rendono l’ideale per sostituire difensivamente Hibbert e migliorare le spaziature in difesa.

Marco B.
Jahlil Okafor sarà probabilmente il migliore nelle voci statistiche, grazie soprattutto all’ampio spazio che troverà a Phila (anche in ottica trade?), ma il suo innesto difficilmente cambierà le sorti dei Sixers…quindi se dovessi giocare un euro lo punterei su Stanley Johnson. I Pistons hanno una voragine nel ruolo di SF, e il prodotto di Arizona University garantisce di sicuro difesa, rimbalzi e tantà fisicità. Da verificare le % da fuori, ma se manterrà la cattiveria agonistica vista in SL e preseason, si divertiranno in quel del Michigan.

Alberto G.
Per venerazione personale punto tutto (casa, vestiti, salvadanaio) su Frank Kaminsky. La competizione con Cody Zeller non dovrebbe essere un grosso problema per coach Steve Clifford, e Kaminsky ha le qualità tecniche, la comprensione del gioco, l'autostima e l'autoironia per diventare un protagonista in campo e fuori per questa lega. La coppia Kaminsky - Jefferson potrebbe rivelarsi gustosissima in una serie di possessi anni '90 al gomito. Old School, che vuol dire Will Ferrel, che vuol dire The Tank, che vuol dire Frank Kaminsky.

Meglio con la palla in mano? Nah...

Marco M.
Jerian Grant. É sempre più semplice, per un rookie, emergere in un contesto perdente: si é giovani, pagati poco, e con molto margine di errore a causa delle tante attenuanti dovute all'età, all'adattamento e all'inesperienza. É per questo che il fratello di Jerami, reduce da un grandissimo senior year a Notre Dame, potrebbe trovare da subito minuti da PG a New York, in uno spot che, ad oggi, vede come rivali Langston Galloway e José Calderon (non proprio Steph Curry e Chris Paul). La stazza, il primo passo e gli istinti per il passaggio e l'anticipo potrebbero garantirgli un posto in rotazione fin dal day one, e non é così folle scommettere su di lui per un posto al rookie challenge e, in generale, come sorpresa di questo anno.     


"Fuori Dagli Schemi ringrazia Alberto Ambrosio e tutta la redazione di Pick and Pop Culture."


A cura della redazione di Pick&Pop Culture



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