Jovetic giocherà di nuovo nel campionato
italiano. Analizziamo cosa può aggiungere al gioco dell'Inter.
di AER
di AER
Questa volta i giornali e i media
sportivi hanno esagerato. Uno alla volta, come una catena, hanno
iniziato ad associare - con slogan poco originali – Stevan Jovetic
e la duttilità. "Mister duttilità" oppure "attaccante duttile
ma pagato poco" (come se siano mai state legate le cose) oppure
ancora "un giocatore duttile per un Inter duttile".
Stevan Jovetic, invece, non è un
giocatore duttile e non rientra nemmeno nella sfera emotiva o in
quella psico-cognitiva che vengono evocate dalla parola "duttilità".
In realtà Jovetic ha sempre avuto un'identità molto precisa e definita a cominciare dalla posizione in campo e dalle caratteristiche di gioco. Sono passati 7 anni da quando la Fiorentina si aggiudicò Stevan ma sotto quei ricci si nascondeva lo stesso tipo di calciatore che Jovetic è oggi.
In realtà Jovetic ha sempre avuto un'identità molto precisa e definita a cominciare dalla posizione in campo e dalle caratteristiche di gioco. Sono passati 7 anni da quando la Fiorentina si aggiudicò Stevan ma sotto quei ricci si nascondeva lo stesso tipo di calciatore che Jovetic è oggi.
Seconda punta, difficilmente adattabile per più di qualche finale di partita ad attaccante esterno. Le cose che sa fare in campo sono quelle, sempre quelle, le stesse, che faceva nel Partizan. Adesso le fa con una consapevolezza fisica e tecnica diversa ma questo è un altro discorso.
Se non vi ho
convinto provate a guardare qualche gol realizzato con la maglia del
Partizan: sono reti che avrebbe potuto tranquillamente fare lo
Jovetic di Firenze o lo Jovetic di Manchester o che potrebbe
tranquillamente fare lo Jovetic che giocherà con l'Inter.
Provate ad
immaginare una maglia viola, azzurra o nerazzurra al posto di quella
del Partizan. Vi risulterà semplicissimo.
Mentre il suo
fisico si rinforzava – anche in base al grado crescente di fisicità
richiesta in base al campionato di appartenenza (Serbia poi Italia
poi Inghilterra) – ma allo stesso tempo veniva infastidito da
numerosi infortuni, il suo stile di gioco è rimasto intatto, quasi
per contrappasso.
Il montenegrino era
un giocatore incredibilmente moderno fin dai primi anni con il
Partizan: una seconda punta in grado di mettere in relazione il modo
di muoversi per il campo e di toccare il pallone con la porta con
quella naturalezza e a quella età era una merce rarissima.
Non si tratta di
avere un particolare e preciso stile (sempre che si possa parlare di
stile nel calcio) ma di fare le stesse scelte e nello stesso identico
modo a distanza di anni. Indeformabilità di pensiero e azione:
Jovetic era un calciatore già profondamente maturo.
Magari sarà facile
fraintendere questo giudizio arrivando a delle conclusioni sbagliate: "Allora il modo di giocare di Jovetic non è migliorato in questi 7
anni?" oppure "Allora Jovetic era già un giocatore
straordinariamente forte a 18 anni?".
Risponderei
comunque dicendo che spesso il cambiamento non coincide con il
miglioramento e che si, Jovetic era già un giocatore
straordinariamente forte a quell'età.
Alla
luce del tipo di calciatore perfettamente definito che è Jovetic e
delle sue caratteristiche tecnico-tattiche, proviamo ad analizzare il
suo potenziale contributo alla squadra nerazzurra. Il principale riferimento coinciderà con le stagioni di Firenze (per ovvi motivi) con qualche riferimento anche alle sue - poche - prestazioni con il City.
Innalzamento qualitativo della manovra
Le
esigenze di Jovetic e dell'Inter si incastrano perfettamente, i
problemi dell'uno diventano una soluzione per l'altra e viceversa.
Jovetic
ha bisogno di "stare" costantemente nella partita sia
mentalmente che fisicamente. La soluzione più razionale sarebbe
quella di fargli toccare tanti palloni rendendolo il perno dello
sviluppo della manovra offensiva. Inoltre a Jovetic piace abbassarsi
e avere un impatto diretto sul gioco conservando comunque la sua
attitudine verso un calcio verticale e profondo.
Il
montenegrino ha delle buone doti di passatore, dimostrando sia
continuità che efficienza, ed è un giocatore molto creativo
nonostante riesca a mantenere sempre un'assoluta essenzialità. Il suo sarà principalmente un lavoro di sostegno alla manovra che negli ultimi 30 metri dipenderà inevitabilmente da lui.
Tatticamente non vedo grandi enigmi: da seconda punta riesce ad esprimere al meglio le proprie caratteristiche esaltando le qualità e mascherando i difetti. Ad esempio non lo vedo come un attaccante esterno, soffrirebbe troppo in fase di non possesso: non è adatto a coperture profonde o raddoppi di marcatura nella zona laterale.
Un altro dato che conferma la preferenza per il ruolo di classica seconda punta è la percentuale di occasioni create da Jovetic relativa alle varie zone del campo (abbiamo considerato i dati relativi alla stagione 2012/2013, l'ultima con la Fiorentina e quella con il City appena passata).
Stagione 2012/2013. Fiorentina. 55 occasioni da gol create. Si nota una leggera predisposizione a preferire la fascia sinistra ma la zona centrale rimane la più adatta. |
Il dato statistico sulle occasioni create è molto importante perché, viste anche le prime uscite amichevoli nerazzurre, l'Inter dimostra una notevole fatica nell'arrivare al gol. A tal proposito, Jovetic non è stato acquistato direttamente per i gol ma perché tutto quello che fa in campo porti al gol. In una squadra carente dal punto di vista della costruzione del gioco dal palleggio basso, Jovetic può diventare il vero regista della squadra.
Jovetic potrebbe anche contribuire ad aumentare la velocità della circolazione della palla e renderla più verticale.
Pericolosità al limite dell'area
Uno dei maggiori problemi dell'Inter di Mancini, nella passata stagione, è stato l'incapacità di trasformare efficacemente il possesso palla, anche sulla trequarti avversaria, in situazioni pericolose. La manovra era troppo orizzontale, costruita con passaggi banali e poco movimento senza palla finendo per stagnarsi nei pressi del limite dell'area. Il rombo, modulo più usato, contribuiva ad ingolfare la manovra centralmente trascurando le fasce laterali. La soluzione più ricercata era il filtrante alle spalle dei difensori, facilmente difendibile dalle difese avversarie attraverso una linea difensiva molto bassa.
Jovetic arricchisce il reparto offensivo dell'Inter offrendo nuove possibilità alla fase d'attacco nerazzurra.
Il montenegrino è un temibile tiratore da fuori area, qualità che il solo Hernanes possiede nell'organico attuale.
La possibilità di tirare da fuori area non è un'arma fine a se stessa: la difesa avversaria è costretta ad alzarsi e a raddoppiare liberando spazi e uomini. Si andrebbe così a rompere anche la monotonia e l'appiattimento della manovra dell'Inter: mai un cambio ritmo.
Due tra i gol più belli di Jovetic siano stati realizzati tirando da fuori area. convergendo dal centro-sinistra.
Un'altra caratteristica del montenegrino che potrebbe risolvere i problemi dell'attacco interista è la sua abilità negli spazi stretti. Jovetic può attaccare l'area palla al piede, può dialogare con i compagni, può premiare gli inserimenti dei compagni, può allargare il gioco sugli esterni: tutto questo negli spazi stretti al limite dell'area e contro le difese schierate.
A questo proposito sono favorevoli i miglioramenti di Icardi nella partecipazione attiva alla manovra e la possibilità di avere come trequartista Hernanes, molto bravo sia a crearsi il tiro che negli inserimenti senza palla.
Creazione di spazio per i compagni
La presenza di Jovetic con il suo modo di giocare può portare benefici anche indiretti. Abbiamo già parlato della sua attitudine ad abbassarsi per partecipare alla manovra, questo unito alla possibilità di allargarsi nelle zone laterali creerebbe molti spazi sfruttabili dai compagni. In realtà l'Inter manifesta una poco considerata carenza di centrocampisti abili a proporsi in fase offensiva per finalizzare e non solo per sostenere il possesso palla.
I movimenti e la capacità di "gestire" la manovra offensiva del montenegrino possono diventare importanti per rendere più frequente e più efficace gli inserimenti dei centrocampisti.
Miglioramento della fase di finalizzazione
Le qualità di Jovetic come attaccante nel senso specifico del termine sono molto sottovalutate. Con il tempo il suo modo di giocare si è arricchito di varie sfumature: lo Jovetic attuale - cioè quello visto nell'ultima stagione a Firenze e a sprazzi a Manchester – dimostra una maggiore coscienza delle proprie scelte in campo. In area si trova a proprio agio, sia che l'attacchi palla al piede da lontano sia che riceva il pallone già all'interno sia che si muova senza palla: sono rarissimi, oltre che sempre più ricercati, gli attaccanti che riescano ad essere incisivi allo stesso modo sia lontano dalla porta che in area. Jovetic è uno di questi.
Il suo modo di attaccare l'area senza palla è molto istintivo ma allo stesso tempo intuitivo. La sua completezza come giocatore offensivo gli permette di ragionare un secondo prima come rifinitore e un secondo dopo come attaccante, nella stessa azione con scelta di tempi e spazi sempre molto buoni. Inoltre riesce a "razionalizzare" le sue scelte istintive: ad esempio la scelta di muoversi in profondità è spontanea, dove e come muoversi, invece, è assolutamente logico.
A questo proposito sono favorevoli i miglioramenti di Icardi nella partecipazione attiva alla manovra e la possibilità di avere come trequartista Hernanes, molto bravo sia a crearsi il tiro che negli inserimenti senza palla.
Creazione di spazio per i compagni
La presenza di Jovetic con il suo modo di giocare può portare benefici anche indiretti. Abbiamo già parlato della sua attitudine ad abbassarsi per partecipare alla manovra, questo unito alla possibilità di allargarsi nelle zone laterali creerebbe molti spazi sfruttabili dai compagni. In realtà l'Inter manifesta una poco considerata carenza di centrocampisti abili a proporsi in fase offensiva per finalizzare e non solo per sostenere il possesso palla.
I movimenti e la capacità di "gestire" la manovra offensiva del montenegrino possono diventare importanti per rendere più frequente e più efficace gli inserimenti dei centrocampisti.
Miglioramento della fase di finalizzazione
Le qualità di Jovetic come attaccante nel senso specifico del termine sono molto sottovalutate. Con il tempo il suo modo di giocare si è arricchito di varie sfumature: lo Jovetic attuale - cioè quello visto nell'ultima stagione a Firenze e a sprazzi a Manchester – dimostra una maggiore coscienza delle proprie scelte in campo. In area si trova a proprio agio, sia che l'attacchi palla al piede da lontano sia che riceva il pallone già all'interno sia che si muova senza palla: sono rarissimi, oltre che sempre più ricercati, gli attaccanti che riescano ad essere incisivi allo stesso modo sia lontano dalla porta che in area. Jovetic è uno di questi.
Il suo modo di attaccare l'area senza palla è molto istintivo ma allo stesso tempo intuitivo. La sua completezza come giocatore offensivo gli permette di ragionare un secondo prima come rifinitore e un secondo dopo come attaccante, nella stessa azione con scelta di tempi e spazi sempre molto buoni. Inoltre riesce a "razionalizzare" le sue scelte istintive: ad esempio la scelta di muoversi in profondità è spontanea, dove e come muoversi, invece, è assolutamente logico.
0:53. Jovetic, di prima, serve in profondità il compagno. "Istintivamente" attacca l'area ma "razionalmente" si accorge dello spazio libero sul secondo palo.
1:21. Ancora prima di mettere giù quel pallone incollandolo al piede (wow...) Jovetic già studia la situazione all'interno dell'area di rigore, dopo lo stop capisce che il movimento dei compagni non può essere premiato ma che gli può servire per costruirsi lo spazio per il tiro.
La caratteristica che risalta quando Stevan ha la palla in area è la sua lucidità. Nonostante sia molto mobile riesce a mantenere sempre la massima concentrazione quando è in possesso del pallone: questo gli permette di fare la scelta giusta, a volte anche la più astuta. Inoltre riesce a controllare e proteggere il pallone molto bene anche all'interno dell'area di rigore dimostrando padronanza dei suoi movimenti corporei, raffinati ed efficaci.
0:21. Notare il movimento di Jovetic prima del passaggio del compagno, ha già preparato il suo corpo per favorire la conclusione in porta. Nonostante sia in piena "preparazione del tiro" riesce ad essere lucido e a puntare sul primo palo, beffando astutamente il portiere.
Basterà?
La ovvia condizione necessaria affinché Jovetic possa influenzare lo sviluppo tecnico dell'Inter è che il suo fisico migliori rispetto agli ultimi due anni. Mi sembra giusto oltre che banale precisarlo.
Quello che emerge da questa analisi è che sicuramente Jovetic è un acquisto importante, con tutte le caratteristiche per dare una direzione precisa al tipo di gioco dell'Inter e soprattutto per renderlo un gioco migliore e più efficace.
Il ritorno in italia, al calcio italiano, la certezza di essere di nuovo un giocatore fondamentale nel contesto tecnico di una squadra, la voglia di riscatto: tutto questo unito ad una condizione fisica finalmente buona può essere la base per rievocare il giocatore che il montenegrino era a Firenze.
Rievocare e riammirare. Il giocatore che era a Firenze, che era lo stesso di Belgrado, che era lo stesso di Podgorica, quando da bambino giocava per strada. Sognando di diventare come un altro figlio di Podgorica, Savicevic, ma sempre con quell'assoluta percezione di sé.
La ovvia condizione necessaria affinché Jovetic possa influenzare lo sviluppo tecnico dell'Inter è che il suo fisico migliori rispetto agli ultimi due anni. Mi sembra giusto oltre che banale precisarlo.
Quello che emerge da questa analisi è che sicuramente Jovetic è un acquisto importante, con tutte le caratteristiche per dare una direzione precisa al tipo di gioco dell'Inter e soprattutto per renderlo un gioco migliore e più efficace.
Il ritorno in italia, al calcio italiano, la certezza di essere di nuovo un giocatore fondamentale nel contesto tecnico di una squadra, la voglia di riscatto: tutto questo unito ad una condizione fisica finalmente buona può essere la base per rievocare il giocatore che il montenegrino era a Firenze.
Rievocare e riammirare. Il giocatore che era a Firenze, che era lo stesso di Belgrado, che era lo stesso di Podgorica, quando da bambino giocava per strada. Sognando di diventare come un altro figlio di Podgorica, Savicevic, ma sempre con quell'assoluta percezione di sé.
Articolo a cura di AER
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