giovedì 27 agosto 2015

MotoGP Briefing: Silverstone

Riflessioni e aspettative prima del GP di Gran Bretagna.

di Leonida Monaco







Il Gran Premio di Silverstone giunge da 2 anni a questa parte a cavallo tra un’onda e il check-in a lavoro, come fosse un post-it giallo fluorescente attaccato sul frigorifero, il quale ci ricorda qualcosa di spiacevole, la visita dal dentista o in questo caso, l’avvicinarsi alla fine della stagione. Entrato a far parte del calendario del motomondiale solo dal 2010 in sostituzione del Donington Park, è stato fin da subito inserito all’unanimità nella leggenda dei GP da tutti i piloti.  

Nato nel 1943 come aeroporto militare, Silverstone è situato su due contee, quella del Northamptonshire e quella del Buckinghamshire. Come tutti i maggiori aeroporti costruiti tra gli anni 40 e 50, Silverstone è costituito da 3 piste disposte a triangolo, collegate da curve secche. 
L’attuale circuito della MotoGP, è uno dei più lunghi della stagione con i suoi 5.890 m e ben 18 curve. Caratteristiche salienti di questo circuito sono l’ampia carreggiata e l’ottimo mix di curve medie e veloci, unite da alcuni tornantini che spezzano il ritmo. Un circuito che per alcuni tratti può ricordare Termas de Rio Hondo (l’uscita dalla Woodcote che immette sul rettilineo di partenza) e per altri può ricordare Austin, con le curve veloci nella zona Becketts (2, 3, 4, 5 e 6), si adatta molto allo stile fluido di Jorge Lorenzo e alla velocità nei cambi di direzione di Marc Marquez.  Inoltre, essendo adagiato su un altopiano, è incline a raffiche di vento che causano repentini cambiamenti metereologici. Tutto questo rappresenta un mix perfetto per poter assistere a gare molto spettacolari.

On board Honda 2013. Si può ben notare la grandissima varietà di offerta dalla pista di Silverstone.


Il passato: duello spagnolo in Inghilterra
Nel 2013, Jorge Lorenzo faticò e non poco a tenersi dietro il rookie dell’anno, Marc Marquez. Il duello spagnolo si è risolto solo all’ultimo tornantino, con annessa spallata di Jorge nei confronti di Marc. Circa 13 secondi più indietro, il duello per il podio ha visto trionfare Valentino Rossi dopo una bagarre con un velocissimo ma incostante Dani Pedrosa e l’attuale duo Aprilia, Stefan Bradl e Alvaro Bautista. L’anno successivo ha visto gli stessi protagonisti lottare per la vittoria, questa volta con un risultato diverso. Marc Marquez infatti si è imposto su Jorge Lorenzo, complice la voglia di riscatto del campione del mondo dopo la deludente prestazione di Brno (4° posto causato da una gomma difettosa) e una Yamaha non all’altezza. Con questa vittoria, Marc Marquez raggiunse e successivamente superò il record di  Valentino Rossi , 11 vittorie stagionali. 


Che cosa indica Marquez? Le 11 vittorie stagionali (2014) o il pareggio tra gli scontri con Jorge a Silverstone?


Rewind MotoGP 2013. Lorenzo definì questa gara una delle migliori della sua carriera.


Il presente:  Il Martillo vs The Doctor
In questo 2015 Rossi  ha dimostrato una costanza di rendimento pari solo ai suoi anni migliori, anni di totale dominio (2003 e 2005), costruendo 11 podi in altrettante gare. Questa costanza però sembra non bastare più. Jorge martillo Lorenzo, dopo un inizio stentato, si è impossessato di una padronanza della moto assoluta, vincendo 5 gare, di cui 4 consecutivamente (121 giri consecutivi in testa). Questa raffica di risultati ha portato il martillo a raggiungere a pari merito Valentino Rossi nella classifica mondiale. Nel dopo Brno, il maiorchino ha affermato che il campionato riparte da zero. Ne siamo così sicuri? La sua costanza nelle zone alte del podio, la prossima gara nel suo fortino, per l’appunto Silverstone e la sua capacità, a detta del suo sfidante per il titolo, di guidare un range più ampio di moto rispetto a Rossi stesso, forniscono a Lorenzo un vantaggio più pratico che teorico, portando gli equilibri del mondiale a pendere più verso lo spagnolo che verso l’italiano. Tuttavia la situazione per Rossi potrebbe non essere così compromessa, sia perché a settembre si correrà a Misano, sia perché Rossi ha sempre dimostrato di saper reagire nel momento in cui serviva, negli anni passati e anche quest’anno.


Anno 2008: il luogo, Laguna seca, l’obiettivo, una vittoria, una dimostrazione di forza.  La leggenda della MotoGP, Casey Stoner, arrivò a Laguna dopo un filotto di vittorie impressionante, e si presentò il giorno della gara con un passo mostruoso, 4-5 decimi al giro più veloce di Rossi. Eppure, l’esito della gara e del campionato medesimo, è noto a tutti.  Una domanda sorge spontanea: 
sarà che forse ci aspettiamo troppo da Valentino?  
Per quel che riguarda il maiorchino, tutto pare a suo favore. Dal gran premio di Jerez de la Frontera, Jorge Lorenzo vive un periodo di forma strabiliante, in cui è riuscito a guadagnare ben 28 punti al 9 volte campione del mondo. Ad un occhio poco esperto, questo recupero può essere visto come una concomitanza di fattori che si sono incastrati al momento giusto (rinnovo di contratto poco prima di Jerez e stabilità psicologica raggiunta), ma un’analisi tecnica rivela ben altro: nelle gare in cui ha vinto, Jorge è sempre partito benissimo fin dalle FP1 del venerdì, e questo non può essere solo dovuto al suo miglior adattamento alla moto. Difatti, come ha specificato Valentino Rossi, da Jerez Jorge ha trovato un set up di base che con le dovute differenze, varia lievemente di pista in pista. Al contrario di Rossi, il cui set up non solo viene stravolto di gara in gara ma capita, come successo ad Indianapolis, che il set up di base non soddisfi Rossi e che bisogni ripartire da zero il venerdì pomeriggio nelle FP2, perdendo un turno che al livello attuale non si può più recuperare, neanche con il famoso coniglio dal cilindro. In conclusione possiamo identificare in Jorge Lorenzo un pilota con una velocità pura simile a Valentino, ma la sua capacità di adattarsi meglio alla moto e al circuito, gli consentono e gli consentiranno un vantaggio sia nelle piste a favore come Silverstone e Valencia, che nelle piste teoricamente sfavorevoli, come Misano e Phillip Island. Per quel che riguarda Silverstone quindi dobbiamo aspettarci una gara simile alla precedente, con un Lorenzo ed un Marquez che potrebbero tentar la fuga fin dall’inizio, Rossi e Pedrosa permettendo. Basterebbe, e non è per niente semplice, trovare un settaggio soddisfacente, nemmeno ottimale, per limitare i danni ed agganciarsi al duo spagnolo, attendendo un eventuale errore per passare avanti almeno ad uno dei due, limitando difatti i danni.

Outsider nella lotta mondiale
Parliamo ovviamente di Dani Pedrosa e Marc Marquez. Nonostante la sfortuna continui ad attanagliare il povero Pedrosa, sembra che quest’anno “camomillo” abbia un qualcosa in più che gli consente di reagire  al ripresentarsi di dolori e infortuni. Si è visto benissimo sia il sabato nelle qualifiche di Brno sia la domenica in gara. Infatti, il campione del mondo della vecchia 250, è riuscito a guidare sopra il dolore alla caviglia sinistra, andando ad effettuare tutti i suoi sorpassi proprio nei cambi di direzione, punto in cui la caviglia funge da appoggio e si ritrova ad essere sottoposta ad un notevole stress. Questo ci porta a pensare che questo fine settimana potrebbe inserirsi nella lotta per il podio, andando a mettere in difficoltà magari proprio Valentino Rossi, il quale non ama particolarmente la pista di Silverstone, definendola il suo punto debole da ora fino a Valencia. D’altro canto l’attuale campione del mondo non vuol lasciare né il trono né la scena troppo facilmente. Anzi, trova proprio in Silverstone un piacevole alleato, che gli ha fornito 45 dei 50 punti in palio nei 2 anni precedenti. Caratteristica di Silverstone è che si rivela una pista più a favore dei piloti che la amano, rispetto a quelli come Rossi a cui non piace, che una pista a favore di una delle due case nipponiche, come lo era Brno per Yamaha. Infatti nei 5 anni in cui si è corso, 3 sono state le vittorie di Lorenzo alternate da una vittoria di Stoner nel 2011, e l’ultima proprio di Marquez, che ci era arrivato vicinissimo anche nel 2013. Questo dimostra una notevole variabilità tra Honda e Yamaha e la conferma dei due piloti spagnoli, Jorge Lorenzo e Marc Marquez. Questa estrema variabilità nelle zone alte del podio, si deve alla presenza di un mix perfetto tra curve di percorrenza, quali la famosissima Copse, la Stowe la Abbey e la Farm, adatte alla Yamaha, tornanti e curve che vanno spigolate adatte alla Honda, con rettilinei non proprio lunghissimi (il più lungo 760m), in cui il motore non fa la differenza, se non hai una Ducati “Factory Open” Gp15.

Compiti per le vacanze per Ducati
Una stagione iniziata con una Ducati apparentemente ritrovata, ci ha poi visti commentare un improvviso calo nelle prestazioni della Gp15. A posteriori possiamo giudicare il rendimento della  Gp15 con cognizione di causa, individuando diversi errori che hanno portato a questo decremento prestazionale: 
  1. Avevamo elogiato la furbizia dell’ingegner dall’Igna nello scegliere una classe Factory ma con concessioni Open, poiché la Ducati avrebbe potuto avvicinarsi, grazie ai continui aggiornamenti (che sono comunque avvenuti) di motore, di telaio e di elettronica, alle nipponiche Factory. Tuttavia, questo apparente vantaggio si è ritorto contro, non solo perché i continui sviluppi non si sono dimostrati all’altezza degli aggiornamenti giunti dal Giappone, ma soprattutto perché, in alcune gare la casa di Borgo Panigale ha dovuto utilizzare delle gomme con mescola diversa rispetto alle Factory, limitandone dunque le prestazioni. 
  2. Andrea Dovizioso è stato scelto nel 2013 come pilota principale in grado di sviluppare la nuova Ducati, grazie all’esperienza che il forlivese ha accumulato nel corso degli anni, guidando le due moto giapponesi. Questo e l’inserimento di dall’Igna, ha portato allo sviluppo della nuova Gp15. Tuttavia, dopo un apparente iniziale dominio nel duello con l’altro Andrea (Iannone), la situazione si è capovolta. Possiamo spiegare questo capovolgimento abbastanza semplicemente : partendo dal Mugello, ci sono state alcune sfortune o errori di gioventù della moto, che hanno colpito il solo Dovizioso, impedendogli di portare a termine alcune gare. Contemporaneamente, Iannone ha iniziato ad adattarsi alla Gp15, apprezzandone i pregi quali il motore, l’agilità e la capacità di spigolare in maniera simile alla Honda, e comprendendone i limiti come la  scarsa trazione in accelerazione e una frenata non sempre impeccabile. Essendo dotato, a mio parere (ma basta guardare i risultati raggiunti dai due Andrea), di più talento del forlivese, il pilota di Vasto è riuscito a maturare molto in fretta e a raccogliere risultati in ogni gran premio con il picco proprio nel Mugello, dietro all’imprendibile Jorge Lorenzo. Ergo, Dovizioso si è sentito quantomeno scavalcato, se non addirittura impotente in alcuni frangenti (Sachsenring e Indianapolis), lasciandosi andare a delusione e frustrazione, emerse sempre nelle sue sincerissime interviste post…cadute e durante i gran premi.
  3. Silverstone potrebbe essere una boa di salvataggio per la Gp15, essendo infatti una pista scorrevole e veloce, con forse solo una frenata importante e poche ripartenze, potrebbe quanto meno mascherare i difetti della moto e portare più fortuna al Dovi che a Iannone. Infatti la pista è molto amata da Andrea Dovizioso, e proprio l’anno scorso si trovò a lottare inaspettatamente per il podio con Rossi e Pedrosa, giungendo 5° ma a solo un secondo dal terzo gradino del podio. Non dimentichiamoci poi che le temperature basse tipiche di Silverstone, potrebbero consentire alla Ducati di combattere ad armi pari con le Factory anche in gara.
  4. Stessa storia in casa Pramac. Visto l’ottimo risultato di Dovizioso l’anno precedente con la stessa Gp14.2 guidata da Yonny (ma non da Petrucci, il quale guida ancora la vecchia 14.1), potremmo ritrovare una coppia Pramac nei primi 10 in qualifica ed in gara. Quest’anno Petrucci si è dimostrato veramente all’altezza del compagno di squadra, giungendogli quasi sempre davanti e meritando quanto meno una Gp14.2 che però non arriverà. Questo perché a Borgo Panigale stanno lavorando per poter concedere al team esterno due Gp15 per la stagione 2016. L’intero team Ducati giunge in Inghilterra ottimista, sicuro di poter (ri)dimostrare finalmente il proprio potenziale.

Si corre in casa
Il grande assente nelle zone alte della classifica di quest’anno Scott Redding, è chiamato al riscatto almeno in Inghilterra. Si, si trova in un team nuovo ed è difficile per il pilota e per ingegneri elettronici trovare la giusta sintonia in pochissimo tempo, ma è innegabile come lo stile di Scott sia di intralcio in questa MotoGP. Le parole del suo capo meccanico di qualche mese hanno confermato che l’inglese non riesce ancora ad adattarsi alla perfezione alla Honda. Il suo stile di guida troppo estremo, causa un pattinamento eccessivo della gomma posteriore che si ripercuote in un’accelerazione più lenta ed in un consumo repentino della gomma posteriore. 


Lo stile della nuova generazione, portato all’estremo da Scott Redding.



Ancora una volta Silverstone giunge in salvezza di alcuni piloti, poiché pare che dall’anno prossimo Scott Redding abbia firmato per Ducati Pramac andando a sostituire il colombiano Hernandez. Forse questo causerà un decremento nelle prestazioni di Scott in questo 2015, ma siamo sicuri che nel gran premio di casa Scott proverà a riscattare una stagione difficile. Un altro pilota che qui è letteralmente di casa, è Bradley Smith (che abita a soli 30 minuti di auto da Silverstone), pilota molto sottovalutato ma che è stato in grado di ottenere ottimi risultati in prova e soprattutto in gara, lasciando al compagno di squadra, il più blasonato e campione del mondo della Moto 2 Pol Espargaro, solo le briciole. Per rimarcare ciò, qualche giorno fa Smith ha rilasciato questa dichiarazione : “Cerco di viverla come qualsiasi altra gara, ma è molto difficile, l’aspettativa è tanta e non è facile. Voglio un po' di attenzione, sono il leader tra i piloti dei team satelliti e ho fatto meglio del mio compagno di squadra Pol Espargarò, che ha già firmato un nuovo contratto”. Silverstone giunge ancora come una manna dal cielo, poiché, a pochi giorni dal gran premio, il Team Tech 3 ha ufficializzato il rinnovo di contratto per l’inglese. 

I rookie dell’anno
La situazione nel più piccolo reparto corse della MotoGP è ottima. I due piloti, il rookie appena ventenne Maverick Vinales e il 26 enne Aleix Espargaro, hanno trovato una moto, anch’essa debuttante, che all’esordio è stata fenomenale. Le peculiarità di questa moto sono un telaio fantastico, che consente rapidi cambi di direzione ed una discreta percorrenza in curva, e un motore poco brillante. Facendo un parallelo con il team ufficiale Ducati, si può ben dire con cognizione di causa, come i due piloti più giovani abbiano preso il sopravvento sui due piloti più esperti. Le aspettative della Suzuki per Silverstone sono di difficile decifrazione, essendo neofiti della pista. Si può intuire però come questo possa portare vantaggio al più talentuoso Vinales, visto che i due compagni partiranno da zero. Sicuramente non soffriranno in rettilineo come hanno sofferto nelle due precedenti gare. Potremmo quindi prevedere una lotta con le due Ducati Pramac, visto che sono due moto all’antitesi l’una rispetto all’altra, i cui di ognuno difetti e pregi vanno a completarsi, giungendo almeno in teoria ad una gara fianco a fianco.

L’apogeo della lotta tra Vinales e A. Espargaro al Sachsenring.

Uno sguardo alla Moto 2 e alla Moto 3
In Moto 2 la situazione sembra essere ben delineata. Con un Zarco imprendibile e tutti gli altri a giocarsi i restanti posti sul podio. Anche Valentino Rossi è rimasto stupido delle prestazioni del francese : “Secondo me, le prestazioni di Johann di quest’anno sono piuttosto impressionanti. La lotta per il mondiale in MotoGP è ancora molto serrata, ma i leader delle classi  Moto2 e Moto3 hanno un grosso vantaggio in classifica e sono i chiari favoriti per il titolo. Francamente, non mi aspettavo un tale livello di performance da Zarco ; ha più di 70 punti di vantaggio ! Penso che potrebbe essere forte anche in MotoGP”. Purtroppo sembra che la Ducati Pramac abbia cambiato idea sul portare Zarco in MotoGP a favore di Scott Redding, quindi potrebbe non essere il 2016 l’anno del grande salto del francese. Tuttavia bisogna essere d’accordo con il 9 volte campione del mondo sull’attuale livello raggiunto da Zarco. Bisogna aggiungere che è tutta la Moto2 ad aver aumentato il proprio livello di competitività. Come si è visto a Brno, i primi 3/4 piloti si sono dimostrati in grado di reggere lo stesso ritmo per tuta la gara (Rabat ha perso un secondo nei primi due giri e non è riuscito più a recuperarlo), un po’ come fanno i primi 5/6 piloti in MotoGP. Per Silverstone il favorito per la vittoria resta il francese in testa al campionato, nonostante gli avversari continuino ad aumentare in numero e a migliorare le proprie prestazioni, gara dopo gara. Tuttavia non diamo per sconfitto l’attuale campione del mondo, Rabat, che lo scorso anno vinse in rimonta, e neanche i giovanissimi Alex, Rins e Marquez, i quali hanno sempre ottenuto ottime prestazioni a Silverstone. Infatti dopo la gaffe di Brno, quando si era messo a festeggiare la vittoria del GP quando mancava ancora un giro al termine - lo spagnolo Alex Rins (Estrella Galicia) andò a vincere davanti ad Antonelli e ad Alex Marquez, il quale ha mostrato un notevole salto di qualità in Repubblica Ceca, con un 4° posto davvero convincente. Purtroppo il nostro Franco Morbidelli non sarà della partita, causa una doppia frattura di tibia e perone in un sessione di allenamento in motocross, sarà fuori infatti per almeno un mese.
In Moto 3 la situazione pare analoga, con il pilota di casa Danny Kent a farla da padrone. Alle sue spalle i nostri italiani e alcuni outsider a contendersi i restanti punti. Danny Kent infatti ha portato un nuovo stile di guida, con piccoli accorgimenti nella posizione in moto e nelle traiettorie, che si sono visti molto bene nella gara del Sachsenring. Posizione in moto che permette di avere un avantreno più carico e una velocità in ingresso curva fulminea.  Silverstone però potrebbe avere un esito diverso, poiché ci sono 3 rettilinei che si sentono molto per le piccole 250cc 4 tempi. Kent infatti potrebbe non riuscire a fare il vuoto, e potrebbe doversi accontentare di una posizione di rincalzo come fatto a Brno, a favore dei vari Antonelli, Bastianini e Oliveira. In particolare qui Antonelli e il pilota dello Junior Team Go&Fun vanno veramente molto forte.

Intervista a Tito Rabat dopo l’incredibile rimonta a Silverstone del 2014.

Rewind Moto 3 Silverstone 2014. Una gara come sempre combattutissima. 



Articolo a cura di Leonida Monaco








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