lunedì 31 agosto 2015

"Nous sommes les champions"

Eurobasket 2015 preview: Francia.

di Marco Braini
in collaborazione con Pick&Pop Culture







Il roster



La stella: Tony Parker
Il franco-belga ha vissuto una stagione NBA a dir poco travagliata, culminata con dei playoff da 10 punti a partita e 36% dal campo, e ora, dopo essersi riposato, proverà a togliersi un’altra soddisfazione con la nazionale. Un girone piuttosto agevole gli permetterà di carburare: il pick and roll di Parker è ancora quanto di più illegale si possa trovare in ambito FIBA (figurarsi poi se giocato col "compagno di merende" Boris Diaw).

Una statistica semplice e veloce per quantificare l’impatto del play degli Spurs: nelle ultime quattro edizioni di Eurobasket viaggia a 19 punti di media ad ogni allacciata di scarpe…

Parker vs Spagna. Eurobasket 2013, semifinale.

Il coach: Vincent Collet




La carriera di Collet sulla panchina francese è stata un’autentica escalation di successi: argento ad Euro2011, oro ad Euro2013 (il primo di sempre dell’equipe de France) e un impronosticabile bronzo agli scorsi mondiali, mostrando la solita incredibile capacità di adattarsi ai "12" a sua disposizione. Per la prima volta potrà usufruire del roster completo, e provare anche un assetto con due lunghi veri (Lauvergne da PF ad esempio) oltre allo small ball con Batum o Gelabale da 4, tanto caro al coach dello Strasburgo.

Il quintetto base




Anche Nicolas Batum come TP9 ha dovuto fare i conti con gli infortuni. Dopo aver concluso i mondiali in modo clamoroso (35 punti rifilati ai serbi in semifinale e 27 alla Lituania nella finale di consolazione) ha vissuto, a sua detta, la sua peggior stagione NBA da quando è sbarcato oltreoceano. Nonostante ciò, lui e Mickael Gelabale restano due giocatori in grado di "riempire" il tabellino in ogni voce statistica, e colpire con regolarità da tre punti.
Boris Diaw è una certezza, una point forward capace di leggere le situazioni in attacco come un play e di difendere su tre ruoli è un lusso che poche nazionali si possono permettere (e "Bobo" si sta già allenando duramente…).

Il quintetto è quindi il solito, con l’unica differenza di Rudy Gobert al posto di Noah (rinuncia dovuta a "precarie condizioni fisiche"). Il lungo degli Utah Jazz è salito alla ribalta la scorsa estate, confermandosi ad alti livelli anche con la squadra di club: 9.5 rimbalzi e più di 2 stoppate a partita, e il 40% concesso al ferro agli avversari. Nell’area francese non si tirerà…




La panchina
…anche perchè il suo cambio sarà il giovanissimo Mouhammadou Jaiteh, prospetto NBA che a soli 20 anni ha già in bacheca una coppa di Francia ed un’Eurochallenge; chiude il pacchetto lunghi un Joffrey Lauvergne pronto a garantire fisicità e sportellate sotto le plance e pericolosità dal perimetro.
L’unico, piccolissimo punto debole della Francia potrebbe essere la mancanza di un vero e proprio numero 3: per non stremare Batum e Gelabale, sarà costretto a fare gli straordinari in questo "spot" Evan Fournier. Arrivato ad Orlando sostanzialmente in cambio di Arron Afflalo, ha vissuto una fine di 2014 esaltante, calando poi la sua produzione offensiva conseguentemente a problemi fisici e al ritorno in quintetto base di Oladipo.
I cambi del cosiddetto "backcourt" fanno letteralmente impressione:
– Nando de Colo, che dopo essere stato psicologicamente distrutto dal sergente Gregg Popovich, ha zittito i tanti critici con una stagione di Eurolega balisticamente clamorosa (50% da due, 47% da tre e 92% ai liberi);

– Antoine Diot, uno degli ultimi esemplari di vero e proprio playmaker rimasti sul pianeta Terra. Il nuovo play del Valencia è un uomo fidato di Collet, tanto da preferirlo nei "12" ad una pedina fondamentale nella conquista del bronzo mondiale come Thomas Heurtel.


Il pronostico 
Fisici e profondi come nessuno, ai francesi non basterà vincere il girone per evitare un accoppiamento durissimo agli ottavi (Italia? Germania?), ma se supereranno questo scoglio la strada verso la "zona medaglia" sarà piuttosto agevole. Detto questo si punta all’oro, senza se e senza ma.


Articolo a cura di Marco Braini



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