Quella volta che Maxi Lopez fu chiuso in albergo ed accostato a tre squadre in cinque giorni.
di Massimiliano Chirico
Immaginate di essere rinchiusi
all'interno della vostra abitazione.
Un incipit che vuole essere una sfida,
mentre scrivo mi viene facile pensare all'ambientazione del videogame
Silent Hill 4: The Room, dove il protagonista si sveglia sigillato
all'interno della sua fatiscente casa, con la porta bloccata da
lucchetti e catene, perso com'è nelle paturnie mentali che si
rovesciano sulla sua vita quotidiana. Smorzando i toni, immaginate
davvero di essere all'interno del vostro appartamento (senza pareti
diroccate questa volta) e di poter disporre di tutti i comfort che
esso offre: c'è la piscina, la palestra, una bella Playstation con
un televisore enorme, la percettibile sensazione di stare bene e di
poterci vivere a lungo, chiuso all'interno.
L'unico piccolissimo problema è che,
appunto, da questo appartamento non si può uscire.
Chissà
se, nel gennaio del 2012, il biondo centravanti Maximilian Gastòn
Lopez, ai più noto come Maxi Lopez, ci ha giocato a Silent Hill
mentre aspettava l'evolversi di una complicata trattativa che lo
vedeva coinvolto all'interno di una stanza dell'Hotel NH in piazza
della Repubblica. I giornali ci sono andati a nozze con la storia
della Playstation, ogni articolo che riportava l'evolversi del
trasferimento citava che Lopez trascorreva i suoi giorni a giocare
alla Play. Un affare che, in maniera paradossale, lo vedeva coinvolto
in prima persona ed ai margini allo stesso tempo, in balìa
dell'evolversi di molteplici altre situazioni, ostaggio delle scelte
di colleghi e dirigenti. Cinque giorni in una stanza di albergo ad
aspettare lo squillo di un telefono, una parola di conforto, magari
un semplice via libera.
Ma proviamo a ricomporre la
situazione.
Siamo nella stagione calcistica
2011/2012 e Maxi Lopez è uno degli attaccanti a disposizione di
Vincenzo Montella, tecnico del Catania. Lopez fa parte della nutrita
filiera argentina che compone la colonna vertebrale della squadra,
quel filo diretto Catania – Buenos Aires che ha fatto le fortune di
Pietro Lo Monaco, il DS della società, e della squadra etnea stessa.
La squadra naviga nella metà alta della classifica quando siamo nel
mese di Gennaio, La Galina De Oro (soprannome di Lopez dovuto alla
sua bionda chioma ed alla sua fama di prolifico centravanti) è il
punto di riferimento dell'attacco della squadra: su di lui piovono i
palloni che Lodi addomestica a centrocampo, Barrientos e Papu Gomez
iinfilzano le difese avversarie per favorire i suoi inserimenti, le
sue caviglie sono l'oggetto del desiderio delle difese avversarie ed
in un crescendo di elogi che davvero sembrano stimolare nei lettori
l'immagine di quel glorioso centravanti che un po tutti si aspettano,
il Milan decide di piombare su di lui.
E, visto così, presentato
a questo modo, avverto di aver offerto al lettore l'icona di un
giocatore fortissimo, determinante e capace di far pendere l'ago
della bilancia a favore dei suoi colori, nelle mire di un club come
il Milan che sta lottando contro la Juventus di Antonio Conte per
assicurarsi il vertice della classifica.
Ma in realtà è giusto ridimensionare
il tutto.
Maxi Lopez, nato a Buenos Aires
nell'aprile dell'84, è un onesto terminale offensivo che al termine
della sua parte di carriera trascorsa a Catania metterà a segnò 23
reti in circa settanta presenze.
Un bottino giusto per un giocatore
esploso nella ricca filiera del River Plate ed approdato giovanissimo
al Barcellona, campione d'Europa con i blaugrana indossando le vesti
del perfetto comprimario prima di rivalutarsi come giramondo giocando
per Maiorca, FK Mosca e Gremio.
La love story tra il Catania e
l'Argentina lo porterà all'ombra dell'Etna giusto in tempo per
mettere a segno i gol di cui sopra e per posizionarsi alla base di
una trattativa che si dipanerà in lungo ed in largo. Mentre raccolgo
informazioni su Lopez ho avuto modo di chiedere in giro, ad amici e
presunti intenditori di calcio (e presunti amici), il loro punto di
vista su Maxi Lopez & l'albergo, che sa tanto di telenovelas
argentina: mi stupisce il fatto che molti non conoscano questa
storia, di come sia potuto passare sotto traccia tutto pur non
essendo chissà quale dramma calcistico.
Tornando a noi.
Il Milan, allenato
da Massimiliano Allegri, è da poco piombato su Carlos Tevez: siamo
nella finestra di mercato invernale ed i rossoneri cercano una punta
che sappia muoversi al fianco di Ibrahimovic per sopperire alle
lacune lasciate da uno spaesato Robinho, non più un abbonato al
tabellino marcatori. Galliani scandaglia il mercato ed incappa nella
nutrita rosa del Manchester City che ha bisogno di disfarsi di alcuni
giocatori e che cerca di sganciare al miglior offerente il cartellino
dell'Apache. Tevez ha ancora un anno e mezzo di contratto ed i
Citizens che, dopo le valutazioni del caso, fissano il prezzo del
giocatore intorno ai dieci – quindici milioni: gli inglesi sentono
il bisogno di fare cassa e di disfarsi di un contratto oneroso come
quello dell'argentino ma al tempo stesso non vogliono depauperare il
valore della squadra con cessioni scellerate; il vecchio Adriano
Galliani sa come pelare certe gatte e per questo prende tempo,
provando ad ottenere il giocatore in prestito per rimandare una
eventuale acquisto definitivo di sei mesi, nella speranza che nelle
casse di Findomestic e del Milan si materializzino quei fondi che
potrebbero permettergli di condurre una sessione di mercato
quantomeno sufficiente.
Dall'altra parte però qualcuno
negli uffici del City nicchia ed è qui che si inserisce un altro
protagonista: il Milan batte cassa e mette sul mercato Alexandre
Pato, attaccante brasiliano in fondo alle gerarchie di Allegri per
via dei suoi continui guai fisici. Il Paris Saint Germain si fa
avanti ed attraverso un timido sondaggio ottiene che il prezzo del
cartellino dell'attaccante è fissato a 30 Mln. La situazione legata
a Pato assume anche contorni glamour e piuttosto delicati se
considerato che il giocatore è anche il compagno di Barbara
Berlusconi, la figlia del presidente, ma a Parigi aleggia perlopiù
il timore di prendere un giocatore che non fornisce garanzie sulla
sua tenuta fisica e così, in maniera pressoché identica a quella
che il Milan sta adottando per Tevez, si va avanti smuovendo
leggermente le acque mentre, rilasciando interviste e dichiarazioni
di interesse mentre il Diavolo mantiene i contatti con Tevez ed il
suo entourage: spunta una foto di Adriano Galliani a cena con il
giocatore ed il suo agente, Kia Joorabchian, e tutto ciò fa
presagire che le due parti siano ai dettagli finali.
Ma Pato fa un passo indietro ,
condizionato forse dalla sua relazione sentimentale, decide di
togliersi autonomamente dal mercato e di voler rimanere al Milan, al
capezzale della sua attuale compagna.
L'affare assume tinte rose
ed un po da dramma argentino: svaniti i soldi provenienti da Parigi,
Galliani si ritrova costretto a forzare la mano col City facendo leva
sulla necessità di liquidità degli inglesi e per questo telefona a
Lo Monaco chiedendogli di Maxi Lopez.
Il legame è piuttosto semplice:
Galliani vuole far capire al City che, a prescindere dalla trattativa
legata a Tevez, lo strapotere che esercita nelle stanze del
calciomercato gli permette già di avere sottomano uno degli
attaccanti più in forma del campionato e ad un prezzo tutto sommato
conveniente. A questo punto ci si aspetta che una boutique come
quella catanese ci vada giù pesante col prezzo del ragazzo, chiunque
al posto di Lo Monaco capirebbe di avere in mano un set di coltelli
affilatissimi e dalla parte del manico ma invece nulla è come
sembra.
Il giocatore si catapulta immediatamente a Milano su
consiglio della dirigenza catanese, l'intesa è totale sia col
ragazzo che con il Catania, che riceverà 1.5 Mln per il prestito.
Arrivano le firme, gli incartamenti sono pronti per essere consegnati
in Lega ma Galliani, vecchia volpe, cala l'asso: il 24 gennaio 2012
il dirigente rossonero chiede a Maxi Lopez di attendere l'evolversi
della trattativa in un albergo a due passi da via Turati. L'affare si
farà, assicura Galliani, se non adesso si farà a Luglio ma al
momento è necessario che il City sappia che il Milan ha già una
valida (?!) alternativa in mano per far si che il prezzo di Tevez si
abbassi di qualche milione perché il vero argentino che anima i
sogni rossoneri si allena dall'altra parte del Baltico!
Lopez,
ingenuamente forse, accetta tutto di buon grado accantonando così le
voci di un suo probabile passaggio al Fulham: nei giorni trascorsi in
albergo, che saranno cinque, dal 24 al 28 gennaio, Maxi Lopez
riceverà anche una offerta proprio dal PSG che, nel tentativo di
mettere pressione e di sbloccare l'affare Pato, si farà avanti per
il giocatore argentino che in campo riflette comunque i problemi
legati al suo trasferimento e nelle tre partite di gennaio non ha mai
timbrato il cosiddetto cartellino. Ma nulla riuscirà a smuovere la
Galina de Oro, la porta dell'NH Hotel si chiuderà alle sue spalle ed
una trattativa che si dipana tra Italia, Francia ed Inghilterra lo
terrà chiuso per quattro notti a farsi compagnia da solo.
<<È una storia irreale. Non ricordo un episodio simile da quando sono nel
mondo del calcio. Spero riesca a realizzare il suo sogno>> dirà Vincenzo Montella in merito ma, in quel momento, molti si
chiederanno dov'è lo stile Milan? Da dove arriva questa arroganza
che sembra aver soppiantato l'eleganza del club più titolato ed
ambito del Mondo? C'è davvero bisogno di uno sgarbo del genere per
potersi assicurare la firma di un giocatore come Tevez che è gia
ampiamente ai margini della sua squadra?
Queste domande se le
pone anche Andrea d'Amico, agente di Maxi Lopez, che ad un certo
punto della complicata trattativa (e forse schiacciato da una leggera
pressione da parte del giocatore che comunque non ci teneva
tantissimo a far la figura del fesso) ha impugnato in mano il
contratto in essere col Catania e, di comune accordo con l'entourage
siciliano, ha fissato la deadline: le 19 del 28 Gennaio è il termine
ultimo per chiudere la trattativa altrimenti ognuno a casa sua.
<<Abbiamo
salutato il dottor Galliani
– ha spiegato D’Amico -, spero
che sia stato importante per tutti.
Adesso
dobbiamo solo aspettare con fiducia un altro po’, e abbiamo sempre
avuto fiducia nel Milan. La riflessione del Milan è anche per
l’altro obiettivo, ma noi lo sapevamo dall’inizio>>.
Insomma
è questo il momento in cui la trattativa si scardina e si
risolve.
Il piccolo Catania riesce a far tremare il club di Via
Turati e le richieste di Allegri ormai si fanno pressanti. Maxi
Lopez, consapevole di essere la seconda scelta, passa infine al Milan
per 1.5 mln di € nella finestra invernale di quella stagione che,
alla fine, si rivelerà avara di gioie per il Milan: Antonio Conte ed
i suoi affamati giocatori soffieranno nel finale di campionato lo
scudetto ai rossoneri che si piazzeranno solo alle loro spalle.
Proprio la Juventus, nella finestra di mercato successiva, si
regalerà quel tanto agognato Carlitos Tevez che non arriverà mai
alla corte dei rossoneri: il Manchester City incasserà ben 15 mln
dalla cessione dell'argentino, liquidità arrivata nelle casse dei
bianconeri proprio dalla vendita di Alessandro Matri ai rossoneri, in
un turbinio di assegni e dichiarazioni da capogiro. Alexandre Pato,
paradossalmente, andrà via dal Milan solo un anno dopo a 15 mln (la
metà di quelli offerti dal PSG), accasandosi tra le fila del
Corinthians.
Saranno
sei mesi infernali quelli milanesi.
Lopez segnerà appena un gol
in campionato e non verrà riscattato. Tornato a Catania darà il via
ad un improbabile valzer di squadre italiane passando per la Samp ed
il Chievo prima di accasarsi al Torino, suo club attuale. Salirà
agli onori di cronaca più che altro per la diatriba con Mauro
Icardi, l'attaccante argentino dell'Inter sposato ora con la sua ex
moglie che tanto lo aveva sospinto verso Milano qualche anno fa ma de
La Galina De Oro poche altre tracce, si parlerà poco e niente del
talento ex River che per una settimana ha duellato a distanza con
Tevez, ex Boca Juniors, in un derby di mercato tutto argentino dai
toni più ridicoli che fiammeggianti.
Resterà
la memoria di quell'albergo che qualche tempo dopo ha ospitato Ze
Eduardo, in arrivo dal Santos e dipinto come un implacabile
cannoniere, in attesa di firmare per il Genoa oppure Stevan Jovetic
che, coi documenti già pronti anche lui, attendeva il via libera per
trasferirsi all'Inter qualche settimana fa.
<<Pazzesco
a ripensarci. Stavo per lasciare Catania accettando un trasferimento
in Premier League quando si fece avanti il Milan. Ci
tenevo a giocare in una big, così presi l'aereo. Non immaginavo di
dover restare prigioniero in albergo per tanti giorni prima della
firma.
Nella mia carriera ho sempre conquistato tutto con fatica>>.
Articolo a cura di Massimiliano Chirico
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