di Marco Braini
in collaborazione con Pick&Pop Culture
Il roster
La stella: Omri Casspi
Dopo aver dato un contributo "consistente" alla nazionale israeliana nell’estate 2014 Casspi si è conquistato il rinnovo contrattuale con i Sacramento Kings grazie ad un finale di stagione eccellente dal punto di vista balistico: 15 punti di media con il 52% dall’arco. Il nativo di Holon ha beneficiato oltremodo dell’arrivo di coach George Karl in panchina, venendo impiegato spesso da "4 tattico", ruolo in cui potrebbe essere un vero e proprio "crack" in questa manifestazione.
Il coach: Erez Edelstein
Edelstein è chiamato a risollevare una nazionale che non c’entra un risultato di rilievo ad Eurobasket dal lontano 2003, quando arrivò un sorprendente settimo posto finale. Il sorteggio del qualifying round non è stato benevolo (Montenegro, Olanda e Bulgaria), ma è riuscito comunque a finire il mini-girone primo, con un record di 4 vinte e due perse. Chi ben comincia...
Il quintetto base
Dopo aver perso per infortunio due certezze come Pnini e Halperin, il miglior back court schierabile da coach Edelstein è quello formato da Yogev Ohayon e Gal Mekel (oltre al sopracitato Casspi). Il primo avrà compiti di playmaking: dall’alto della sua sapienza cestistica (3.5 assist per ogni palla persa in Winner League, primo in questa statistica) dovrà innescare il compagno di reparto e punire sugli scarichi. Mekel, miglior assistman delle qualificazioni ad Eurobasket, è tutto un altro giocatore rispetto a quello intravisto a Treviso: le esperienze in NBA e in D-League lo hanno forgiato, ora è una comboguard che predilige finire attaccare il ferro e trovare il compagno libero rispetto al tiro da fuori. L’ultima stagione l’ha conclusa al Nihzny Novgorod, ben figurando soprattutto in Eurolega.
La frontline è composta dall’ex promessa del Maccabi Tel Aviv Lior Eliyahu, lungo che mai ha mantenuto le tante attese che lo circondavano e che a 30 anni oramai compiuti si è riciclato ad "energy guy" limitato in attacco (problemi dalla lunetta mai superati); e da D’or Fischer, preferito ad Alex Tyus come passaportato e fondamentale nel portare atletismo (1.5 stoppate a partita in VTB League, 2.6 l’anno prima al Bamberg) ad una squadra che storicamente soffre sotto i tabelloni.
La panchina
Questi ultimi due verranno sostituiti dal veterano Yaniv Green, visto anche a Teramo e giunto al suo ottavo Europeo consecutivo, e da Boris Rothbart, centrone di 217 centimetri reduce da una solida annata all’Ironi Nahariya in Winner League: 13.3 punti, 8.7 rimbalzi e 1.2 stoppate in meno di 25 minuti di utilizzo medio.
Il ruolo di sesto uomo se lo contenderanno invece:
– Raviv Limonad, esperto scorer nonchè miglior assistman fra gli israeliani in WL;
– Shawn Dawson, figlio di un afroamericano anch’egli giocatore di pallacanestro, finito dei radar delle franchigie al draft NBA di questa estate, essendo il cosiddetto "late bloomer". Una crescita esponenziale in questa stagione per lo swingman del Maccabi Rishon LeZion, atleta strepitoso in continuo miglioramento in tutte le altre fasi del gioco.
Qui sono evidenziate le cifre irreali dei suoi playoff: se si manterrà su questi standard potrebbe anche essere una fortuna essere finiti "undrafted" (se il suo obiettivo continua ad essere la NBA). |
Articolo a cura di Marco Braini
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