Ettore contro Achille: sarà di nuovo Federer-Djokovic. Ecco il rispettivo percorso in semifinale e le aspettative per la pirotecnica finale.
di Federico Principi
Rispetto alle piacevoli sorprese del tabellone femminile, è stato perfino noioso assistere alle
semifinali maschili che con clamorosa rapidità hanno emesso i verdetti che
tutti attendevamo, ma con inaspettata facilità. Dopo la meritata caduta di
Murray per mano di un Anderson sempre più convinto della propria dimensione,
capace di approfittare delle tante seconde di servizio da quarta categoria
dello scozzese, sembrava chiaro ormai a chiunque che Djokovic e Federer (questo
Federer) sarebbero arrivati a giocarsi il duello conclusivo.
Nonostante la limitata
durata delle due semifinali, con Cilic che ha ritoccato il poco invidiabile
record negativo di game vinti (3) in una semifinale Slam, piccoli spunti sono
riusciti ad emergere anche da questi match dei quali sapevamo già in anticipo
il canovaccio tattico, oltre che ovviamente l'esito finale.
In carrozza
Strapotere assoluto.
Novak Djokovic è sceso in campo forte di 13 vittorie in altrettanti precedenti
contro Marin Cilic. Che è capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato...
Temevamo che sarebbe
finita così. Con il croato incapace di imporre una velocità più alta agli
scambi, lasciando Nole comodamente seduto sul divano allenarsi alla
Playstation. Alla fine il serbo, che era sembrato fin troppo passivo e
palleggiatore nelle ultime settimane, è parso invece un pizzico più aggressivo.
Cilic, incapace di aprire gli angoli oltre che di accelerare violentemente, si
è trovato in balia della catena di montaggio di colpi del numero uno.
Una sorta di monologo.
Non è certo il croato
un giocatore vario: di soluzioni, di traiettorie, di angoli, di rotazioni.
Tutto questo non fa altro che dare enormi sicurezze a chi in teoria dovrebbe
recitare la parte del catenacciaro: Djokovic non ha mai avuto enormi grattacapi
nel dover fronteggiare un gioco lineare come quello di Cilic. Sai sempre cosa
aspettarti, in che modo ti arriverà la palla, e sai perfettamente che rispetto
a incontri con Nadal, Federer o Wawrinka, ad esempio, gli spazi da coprire sono
decisamente più ristretti. E di conseguenza il gioco più prevedibile.
Non c'è molto altro su
cui commentare. Guardando i numeri, spicca immediatamente l'insufficiente
percentuale di prime palle in campo, viatico fondamentale per Cilic per tenere
il più possibile Nole a debita distanza. Se detta percentuale è del 45%,
clamorosamente negativo è il dato del 22% di punti vinti con la seconda dal
croato, mediamente perfino più lenta in termini di velocità rispetto alla
seconda palla di Djokovic. Il piano di tentare di comandare sin dal colpo di
inizio gioco è completamente fallito e Nole ha inesorabilmente avviato
l'inevitabile procedura di esecuzione capitale. Con la stessa autorevolezza di
Ernst Stavro Blofeld, nemico storico di Bond, accarezzando il suo famoso gatto
bianco.
Le statistiche del match, fin troppo poco indicative della portata della supremazia di Nole.
Il vecchio re
Stesso strapotere
mostrato anche da Federer sul
connazionale Wawrinka. Meno prevedibile, ovviamente, ma la vittoria di Roger
era altrettanto pronosticabile. Chi si riferiva all'ultimo match Slam tra i due
era sicuramente tratto in inganno. Quando un mio amico mi chiese previsioni
sulla sfida tra svizzeri al Roland Garros, risposi che a mio avviso
(contrariamente a quanto accade invece sul veloce) sulla terra l'andamento
degli scambi e della partita sarebbe dipeso più da Wawrinka. Che in questo US
Open è quindi inesorabilmente tornato a recitare la parte del bob numero 2.
Sulla terra battuta la musica è diversa.
Sin dalle prime battute
Stan non se lo è fatto spiegare due volte, impostando la propria partita sulla
violenza e sulla pesantezza della sua palla, sicuramente superiori a quelle del
più blasonato amico e connazionale. Che ha prevedibilmente reagito di
conseguenza: sfruttando le ormai croniche difficoltà di Wawrinka in risposta,
lento e troppo spesso incapace di anticipare la palla ricorrendo invece a
deboli back, Roger non ha sostanzialmente avuto alcuna difficoltà nel produrre
serve and volley con straordinaria continuità ed apparente semplicità. Evitando
così di scambiare nonché di dare al campione in carica del Roland Garros la
possibilità di avere il tempo necessario per caricare le ampie aperture di cui
dispone, cosa invece consentita ed anzi auspicabile sui campi in terra. Per
questo motivo la sfida tra Federer e Wawrinka rimane una delle poche possibili
condizionate dalla superficie di gioco, a dispetto dei soloni che da anni ne
predicano l'uniformità.
Federer non ha per
nulla avuto paura di servire da sinistra verso il rovescio di Wawrinka. Dalle
statistiche è infatti possibile notare come Roger cerchi soprattutto i servizi
esterni da ambo i lati: l'obiettivo, dichiarato o comunque facilmente
intuibile, era ovviamente quello di aprirsi il campo, eventualmente seguendo il
servizio a rete per poi giocare la volée di approccio dalla parte di campo vuota.
Costringendo quindi Wawrinka a colpire il passante in corsa: non essendo Stan
rapido esattamente come Djokovic, sarebbe sicuramente stato più difficile
piazzare un passante incisivo in quelle condizioni.
I numeri si riferiscono a tutte le prime di servizio in campo.
Federer ha cercato
frequentemente la risposta di rovescio da sinistra anche per i motivi elencati
in precedenza: nonostante sia proprio il rovescio il colpo migliore di
Wawrinka, Stan ha la tendenza ad arretrare per caricare la risposta, che non
sarà quasi mai un colpo vincente. Una manovra sicuramente più complicata su una
superficie più rapida e di fronte al servizio (anche la seconda) di Roger, che
si è sentito sicuro di scegliere quell'angolo anche nei casi in cui ha accantonato il
serve and volley. Aspettandosi in ogni caso risposte poco velenose da Wawrinka
che hanno consentito comunque a Federer di comandare immediatamente il gioco.
Nonostante cerchi più
spesso l'angolo esterno, Federer ha piazzato una quantità di ace sicuramente
superiore attraverso il servizio centrale, da sinistra. Quando si batte al centro le
velocità sono ovviamente sempre più alte, visto che lo spazio di percorrenza
della palla è ridotto e la rete più bassa. Non era tuttavia quella la tattica
principale scelta da Roger al servizio e che invece lo potrebbe diventare con
maggiore frequenza nella finale contro Djokovic. Oltre allo slice da destra, che rimane forse la specialità preferita da Federer, e con la quale ha ottenuto il maggior numero di ace da destra contro Wawrinka. Con questo tipo di servizio è talmente chirurgico che potrebbe colpire una monetina.
Gli ace della semifinale.
The clash
Non guardate i
precedenti per stabilire chi potrebbe essere favorito. Piuttosto le ultime
sfide sul cemento dovrebbero suggerire di puntare un euro ad occhi chiusi sullo
svizzero, ma sono solo numeri.
Nonostante a partire
dal 2011 Nole abbia decisamente preso il sopravvento sulla concorrenza, il
gioco di Federer (perfetto per spezzare il ritmo degli avversari) ha spesso
inceppato i sofisticati sincronismi della macchina serba. Lo svizzero è uno dei
pochi a stanare Djokovic dalla ripetitività del palleggio da fondocampo, e le
moderne evoluzioni del suo tennis non possono che stimolare la naturalezza nel
creare determinate situazioni di gioco.
Il più classico dei
contrasti di stili vedrà fronteggiarsi il miglior servizio (per efficacia e per
angoli) contro la miglior risposta. Nonostante le percentuali di Djokovic in
ribattuta siano altissime, Federer dovrà lanciarsi in attacchi a rete a seguito
del servizio per alzare le proprie possibilità di successo, rischiando di
essere infilato o comunque di giocare volée scomode in luogo di scambi
prolungati dove difficilmente avrà la meglio. Dal canto suo Djokovic non ha la
necessità di essere così aggressivo, ma non può in ogni caso risparmiarsi
troppi rischi, evitando così di essere costantemente sotto pressione e di
affidare il proprio destino principalmente nelle mani dello svizzero.
A Cincinnati, qualche settimana fa, Djokovic è parso un po' troppo passivo.
Cruciale sarà, come
sempre, la percentuale di prime in campo di un Federer che, sempre più solido
nella conquista dei propri turni di battuta, si sente sempre più rilassato nei
game di risposta, liberando il braccio e la "SABR". La fece anche
contro Nole a Cincinnati, e ottenne diversi punti. Lo slice da destra sulla
risposta meno sicura di Nole (quella di dritto) dovrà essere chirurgico, come
negli anni migliori. La posizione avanzata in risposta invece, anche nei casi
in cui non deciderà per la "SABR" (che rimane comunque una soluzione
piuttosto estemporanea), potrebbe in ogni caso creare problemi ed ansie a
Djokovic prima di giocare la seconda palla. Il serbo non è più così traballante
al servizio come nel biennio 2009-2010, ma di fronte alla progredita rapidità di
Federer alla risposta potrebbe rimanere spiazzato.
Ovviamente Djokovic
tenterà in tutti i modi di prolungare lo scambio oltre i 5-6 colpi, spostando
il più possibile le operazioni sulla diagonale sinistra. Con il nuovo attrezzo
Federer ha acquistato più sicurezza da quel lato, ma ogni paragone con Nole è,
purtroppo per lui, ancora improponibile. Rispetto alla finale di Wimbledon lo
svizzero avrà il vantaggio di giocare su una superficie con rimbalzo regolare,
che favorisce sicuramente il timing del rovescio ad una mano, ma al tempo
stesso il rimbalzo sarà sicuramente più alto. Per questo motivo Djokovic cercherà
con ogni probabilità di caricare il top spin con il proprio dritto, anche
anomalo incrociato, verso il colpo debole di Federer. Che tuttavia ha mostrato
negli ultimi precedenti sul duro di anticipare ed impattare perfettamente anche
con il rovescio, mandando un po' in confusione i piani tattici del serbo che
gli suggerivano (giustamente) di insistere su quel lato. Vedremo se Federer
sarà capace di sciogliere il braccio con più facilità rispetto a Wimbledon,
dove con il rovescio era sembrato leggermente contratto, finendo per pagarne
dazio.
Nella semifinale dello scorso anno a Shanghai, sul duro, Federer ha tenuto con grande sicurezza la diagonale sinistra. Si può ad esempio vedere come, nello scambio al minuto 1:07, sia addirittura Djokovic il primo ad accorciare, perdendo inevitabilmente il punto.
Nutrivo dubbi sulla
tenuta di Djokovic dell'altra diagonale, la destra, nella finale di Wimbledon.
Dubbi fugati da un'eccellente prestazione anche in quella zona di campo, che ha
di fatto azzerato le possibilità di Federer di vincere uno scambio superiore ai
4 colpi. Sul duro il dritto di Djokovic è sicuramente più sicuro ed efficace,
ed il compito di Federer non sarà soltanto quello di attaccare da quella parte, bensì soprattutto di inchiodare il più
possibile il serbo da quel lato, stringendo il più possibile l'angolo per
evitare che il velocissimo Nole riesca in qualche modo a giocare un efficace
lungolinea con lo scopo di spostare il gioco sulla diagonale sinistra.
Dal punto di vista psicologico è veramente difficile
effettuare considerazioni. I due giocatori sono talmente esperti e hanno
raggiunto un così alto livello di confidenza in se stessi che gli equilibri in
campo, sotto questo aspetto, saranno impercettibilmente sottili. Vista la
costanza di risultati che sta mostrando, Federer potrebbe perfino non sentire
neanche quella minuscola pressione da ultima chance. Dall'altro lato Nole è,
forse, colui che ha di più da perdere: ma un'eventuale sconfitta contro un
Roger di livello così alto non sarà certamente un dramma. Per questo motivo la
partita sarà probabilmente decisa più dalle lucide scelte tattiche che
dall'emozione.
Articolo a cura di Federico Principi
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