Misano: tra i due litiganti, il terzo gode. Analisi della gara più pazza dell'anno.
di Leonida Monaco
Ci eravamo lasciati venerdì con il nostro consueto briefing pre-gara in cui avevamo accennato l’importanza di questa gara in ottica campionato, soprattutto se Rossi fosse riuscito a confermare l’allungo iniziato in Inghilterra. Difatti, la nuova classifica mondiale vede Valentino allungare a +23 su Jorge e Marc Marquez avvicinarsi di 25 lunghezze sul connazionale.
Il venerdì
Il nuovo asfalto di Misano è stato accolto da tutti i piloti con un caloroso benvenuto, viste le buche e gli avvallamenti presenti lo scorso anno. Asfalto nuovo, molto drenante e quindi abrasivo, ha reso la pista un tavolo da biliardo, esaltando le qualità di scorrevolezza di Jorge Lorenzo. E in effetti così è stato.
Fp1 - Pronti via Marc Marquez segna il giro veloce, seguito subito dopo da Jorge Lorenzo. Tuttavia, mentre la velocità di Marquez era attesa fin da subito, grazie ai test effettuati a Misano, è stata una vera sorpresa notare come fin dalle prime prove libere Lorenzo sapesse tenere il passo del cabroncito, imprendibile per tutti gli altri piloti. Sorpresa wild card Michele Pirro in terza posizione, dando un bello schiaffo morale ai due ducatisti ufficiali che arrancavano rispettivamente in quinta (Dovizioso) e decima (Iannone) posizione. Valentino Rossi, come suo solito, si è trovato indietro sul passo e sul giro secco, di circa 7-8 decimi.
Fp2 - Le seconde prove libere hanno visto un abbassamento dei tempi di più di mezzo secondo da parte dei due piloti spagnoli, arrivando vicinissimi alla vecchia best pole (Marc Marquez Q2 2014 1:32.825). Non solo, il loro passo gara si è stabilizzato sull’1:33 bassissimo, mentre Rossi aveva difficoltà a scendere sotto l’1:34, facendo solo 6 giri in 1:33 alto, similmente al forlivese della Ducati. Andrea Iannone chiuderà il venerdì con il 13esimo tempo, non riuscendo ad abbattere il muro dell’ 1:34, neanche con la gomma soft (con banda bianca). Da notare come a fine turno, abbiamo visto Jorge Lorenzo provare una Yamaha con le alette, testate già ad Aragon la settimana prima.
In alto si possono notare le alette poste sulla Yamaha 99 di Jorge Lorenzo e la diversa posizione e forma rispetto a quelle della Ducati GP15, in basso.
Post venerdì - I due spagnoli chiudono il venerdì indicando uno scarso feeling con l’anteriore, che si rivede in una poca sicurezza nel terzo settore della pista, ed un consumo eccessivo dello pneumatico posteriore a causa del nuovo asfalto di Misano per nulla gommato. In particolare Jorge Lorenzo si è soffermato sulle alette, affermando che non sembra esserci un miglioramento sul tempo ma più un aumento di stabilità in frenata che si riscontra solo dall’analisi dei dati e non dai commenti del pilota. Difatti a differenza delle alette Ducati, queste sono situate più in alto, indicando un differente utilizzo. Più precisamente, mentre le alette Ducati creano una deportanza (una pressione dell’aria maggiore sulla parte superiore delle alette genera una maggiore stabilità in accelerazione, limitando l’impennamento in partenza e nelle accelerazioni brusche), quelle Yamaha potrebbero portare ad una diminuzione dello schiacciamento della forcella in frenata, portando lo pneumatico ad uno stress minore. Dalla parte blu e gialla del box Yamaha, Valentino indica gli stessi problemi, aggravati da una mancanza di fluidità e velocità nel primo settore, lento e tecnico. I due ducatisti ufficiali invece restano, come è spesso accaduto, sorpresi dalla velocità degli spagnoli, confermando ancora una volta una non perfetta conoscenza della GP15.
Il sabato
Fp3 ed Fp4 - Come spesso accade, il set-up di Valentino Rossi viene modificato tra il venerdì ed il sabato. Queste modifiche (precarico anteriore maggiore e miglioramenti nella distribuzione dei pesi) sono state apportate per migliorare la stabilità nella parte veloce e la velocità nei cambi di direzione. Miglioramenti che hanno avuto un riscontro cronometrico, portando ad un riavvicinamento del pilota di casa nei confronti dei due piloti spagnoli, sul giro secco e soprattutto sul passo. A fine Fp4 le alette sono state provate anche da Valentino Rossi, che essendo un pilota molto sensibile ha riscontrato fin da subito piccoli miglioramenti in staccata e, analizzando i dati, anche nella parte veloce. Tuttavia i due spagnoli sono sembrati ancora imprendibili, soprattutto il martillo ha mostrato un passo superiore a tutti di almeno due decimi.
Q1 e Q2 - Nelle prime qualifiche i giri veloci sono stati effettuati da A. Espargaro e C. Crutchlow, promossi quindi in Q2. Il pilota di San Marino, Alex de Angelis, relegato in ultima posizione. Durante le Q2, sia Lorenzo che Marquez hanno adottato la tattica dei tre tentativi, due dei quali sono stati inutili per entrambi. Marquez infatti ha commesso due errori, Lorenzo invece è stato ostacolato da Valentino Rossi nell’ultimo tentativo a casco grigio (la commissione gara ha ritenuto il pesarese colpevole e lo ha penalizzato di 1 punto sulla patente). Valentino nel suo secondo tentativo è andato oltre gli ostacoli e ha fatto registrare il record negli ultimi due settori, finendo terzo a 2 decimi da Jorge Lorenzo, che ha scosso la testa una volta visti i tempi nel parco chiuso. Sorpresa Michele Pirro che piazza la zampata finendo in quinta posizione ben davanti ai ducatisti ufficiali. Chiude la sessione in 12esima posizione un Pòl Espargaro sempre più in difficoltà nel confronto diretto con il compagno di squadra.
"La gara più pazza di sempre"
È stata definita così da Livio Suppo e dalla maggior parte degli addetti. Gara iniziata in condizioni diverse rispetto ai due giorni precedenti. Il cielo era velato e la temperatura dell’asfalto si era abbassata di circa 20° rispetto ai 45° dei giorni precedenti, portando i piloti a correre in condizioni del tutto nuove. I semafori di spengono con la partenza a fionda di Marc Marquez che viene superato da Jorge Lorenzo all’ingresso della prima curva. Come al solito, il martillo ha messo in mostra il suo passo, mettendo alla frusta i due inseguitori. La situazione sembra stabilizzarsi verso il 4° giro, con i primi tre che prendono margine su tutto il gruppone; tuttavia al 5° giro fa la sua comparsa la pioggia, che in pochi giri bagna il tracciato, in particolare nel secondo e terzo settore, costringendo tutti i piloti, ad eccezione del lungimirante Bradley Smith, ad effettuare una sosta ai box durante il 7° giro. Al rientro in pista i due spagnoli prendono immediatamente 3.7 secondi di vantaggio su Valentino Rossi, che sembra in grave difficoltà. Tuttavia in solo 3 giri, il pilota di Tavullia recupera lo svantaggio, dimostrando ancora una volta una padronanza della moto superiore a tutti in condizioni limite.
In alto il nuovo casco di Valentino per Misano. |
Arrivati esattamente a metà dei 28 giri, Marc Marquez si volta e lascia passare Valentino sul rettilineo che porta alla curva 14, la curva del Carro. Questa mossa ha permesso al cabroncito di studiare i due piloti Yamaha e di capire che in quelle condizioni sarebbe stato deleterio per lui continuare con le gomme rain, visto che si stava staccando visibilmente. Infatti al 18° giro è rientrato ai box, con 2 giri di anticipo sul connazionale Lorenzo e 3 su Valentino. Questo rischio, perché di rischio si è trattato, ha permesso al cabroncito di vincere la gara davanti ad un Bradley Smith davvero formidabile nel riuscire a tenere in pista la sua M1 con gomme slick su pista bagnata. Mentre Marquez si apprestava a vincere la gara, il box di Jorge segnalava al suo pilota di rientrare già dal giro seguente, ma Jorge ha preferito marcare a uomo il suo sfidante per il titolo, fino a quando non ha capito che per guadagnare punti sarebbe dovuto rientrare, anticipando il pilota di casa e finendogli davanti a fine gara. Questo almeno nei piani. Infatti nel giro di rientro con le slick, alla curva 15, la prima curva a sinistra dopo tante curve a destra, il maiorchino è caduto, perdendo la scommessa e tanti punti fondamentali in ottica campionato. Analizzando i primi 3 settori effettuati nel giro di rientro da Lorenzo e Rossi, si evince come Rossi sia andato ben 2.7 secondi più veloce rispetto al compagno di squadra, senza però finire in terra.
Una foto emblematica di questa gara: mentre Valentino conclude un nuovo giro, Lorenzo torna ai box scortato da un motorino. |
Qualcuno potrebbe pensare che Rossi sia rimasto in pista tanto a lungo per lasciare la decisione di rientrare per primo a Jorge, e se così fosse, sarebbe stato un gran colpo di genio del 46. Più probabilmente però, Rossi voleva sì lasciare la decisione a Jorge, ma il rientro del tutto casuale nel giro successivo è stata pura fortuna, coadiuvata da una grande dose di talento e di esperienza, come ha confermato lo stesso Lorenzo in un’intervista del lunedì: <<Valentino ha molti meriti, non è una questione di fortuna. Si può dire che quest’anno io e Marc abbiamo un po’ di sfortuna, ma la fortuna di cui si parla nel caso di Rossi è il risultato della sua esperienza, della velocità che esprime al momento giusto, del saper gestire le gare, asciutte e bagnate, e soprattutto la capacità di saper esprime al massimo la sua esperienza e le qualità della nostra moto. Valentino ha grandi merito perché è in testa al campionato malgrado sia spesso il terzo in griglia. Eppure io e Marquez abbiamo spesso beccato mezzo secondo al giro da lui. Rossi ci sta dando una lezione su come spremere tutto il potenziale>>.
In questa lotta per le prime posizioni sono mancate, come troppo spesso accade, le due Ducati. Questa volta poteva veramente essere la volta buona per loro, visti i molti test effettuati sulla pista di Misano, ma ancora una volta sia i piloti che la moto non si sono dimostrati all’altezza dei primi, in nessuna delle – troppo – condizioni sperimentate in gara. In particolar modo, Andrea Iannone non è mai stato in gran forma per tutto il week end, prendendo paga da tutti i suoi compagni di squadra fino alle qualifiche. In gara però, si è dimostrato il più attento e maturo, interpretando al meglio le sensazioni della pista e la propria posizione in pista, rischiando solo negli ultimi due giri per finire davanti al compagno di squadra e allungare in campionato. Mentre il puntiglioso e razionale Dovizioso ha commesso un errore nell’interpretazione della tabella esposta dai box, finendo un’altra volta per definire la sua gara deludente.
In conclusione diamo una menzione di merito a Marc Marquez, per aver ragionato meglio di tutti e aver raggiunto l’obiettivo che si era prefissato, vincere in casa di Rossi; a Bradley Smith, per aver rischiato più di tutti nel restare in pista bagnata con le slick; a Scott Redding per essere riuscito a finire sul terzo gradino del podio nonostante una rovinosa caduta; allo sfortunatissimo Michele Pirro, che ha dimostrato di avere un grande talento e una grande forza di volontà; a Danilo Petrucci, ancora una volta il primo delle Ducati, con la vecchia GP14.2. Bravo, infine, a Valentino Rossi perché in un modo o nell’altro è riuscito a mettere in difficoltà il compagno di squadra, guadagnando altri 11 punti in campionato.
Il pubblico accorso per Valentino Rossi nel GP di Misano. 98.200 persone, con due tribune dedicate solo al fan club ufficiale di Valentino.
È comunque doveroso far notare come la confusione avuta in questo GP è stata causata da una difficile comunicazione tra box e piloti, forse non abituati a queste situazioni. Difficilmente in moto si potranno avere comunicazioni radio con i box, come avviene in F1, non fosse altro perché i piloti non sono seduti “comodamente” all’interno dell’abitacolo, ma sono un tutt’uno con le moto. Quindi vi lascio con un piccolo spunto di riflessione: non sarebbe ora di migliorare anche la comunicazione tra piloti e box anche in MotoGP?
Articolo a cura di Leonida Monaco
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