lunedì 10 agosto 2015

Rocket-man

Lawson ai Rockets, un affare o un disastro?

di Alberto Ambrosio
in collaborazione con Pick&Pop Culture






Dopo aver rinnovato Patrick Beverley in pochi si sarebbero aspettati questa mossa da parte di Morey, eppure il gm degli Houston Rockets ha ritenuto necessario aggiungere al roster Ty Lawson, giocatore nel pieno di una crisi psicologica e affetto da alcuni problemi di alcolismo. Questo aspetto però è stato proprio il motivo per cui i Rockets sono riusciti ad ottenerlo ad un prezzo così basso, dato che il suo valore tecnico è indiscutibile e il contratto (specie con i nuovi accordi televisivi) è più che buono. Le ultime due stagioni di Lawson, nonostante cifre di tutto rispetto, sono state estremamente deludenti: oltre alle varie accuse di scarso impegno che gli sono state mosse contro, Lawson ha dimostrato tutta la sua incapacità di essere leader in campo e la difficoltà nel giocare in un sistema diverso da quello di George Karl, il quale permetteva alle guardie molta libertà d’azione. Lawson non è infatti mai riuscito a trovare il bandolo della matassa in un contesto tattico più equilibrato, costringendo anche un grande sostenitore di una pallacanestro giocata a bassi ritmi come Brian Shaw ad emulare (o tentare di farlo) il sistema offensivo di George Karl.

Quindi è chiaro che la scelta di acquisire Ty Lawson da parte di Daryl Morey porterà indubbi benefit alla squadra allenata da McHale, ma è altrettanto evidente che Lawson sia un enorme rischio, sia per lo spogliatoio sia per l’equilibrio tattico che i Rockets erano riusciti a trovare lo scorso anno.


PERCHÉ SI


Grande passatore (Terzo giocatore nba per assist su triple)

Ty Lawson ha dimostrato negli anni le sue ottime doti di passatore, soprattutto quando attorno a lui ha avuto tiratori capaci di essere pericolosi dalla distanza: questo è uno dei maggiori motivi per cui i Rockets hanno deciso di ricevere Ty Lawson. La sua capacità di trovare sempre l’uomo libero sul perimetro è una qualità estremamente importante in un attacco che fa proprio del tiro da 3 la sua principale caratteristica.


Da quando Lawson è diventato titolare, è cresciuto enormemente in questo aspetto di gioco; con Brian Shaw è divenuto definitivamente il perno offensivo della squadra accentrando su di sé tutto il gioco dei Denver Nuggets. Questo non potrà ovviamente accadere a Houston, quindi il dubbio è lecito: sarà in grado di replicare le cifre ottenute in questi anni a Denver? Difficile, se non impossibile. Ma la qualità tecnica è sempre la stessa, l’unico problema sarà come Lawson riuscirà ad inserirsi in un contesto che lo vedrà come terzo-quarto violino in una squadra da titolo, ritrovandosi spesso e volentieri sul lato debole ad aspettare che gli arrivi la palla tra le mani.


Biennale parzialmente garantito

Questo retroscena è uscito solamente nei giorni successivi alla chiusura dello scambio, rendendo però la valutazione di questo sensibilmente differente: un contratto pluriennale per un giocatore affetto da problemi di alcolismo può diventare estremamente rischioso nel caso in cui questo perda definitivamente la testa. Probabilmente sembrerà un discorso eccessivamente cinico ma i problemi psicologici e mentali sono quelli che erodono maggiormente il “valore” di un giocatore, rendendolo spesso e volentieri quasi irrecuperabile: oramai quasi qualsiasi problema fisico si riesce a recuperare con facilità, ma vedere due talenti come Odom e Sanders ritirati a causa di depressione e problemi di tossicodipendenza rende bene l’idea e mostra il motivo per cui le squadre nba al giorno d’oggi prima valutano la personalità del ragazzo che si trovano davanti, solo in seguito entrano in aspetti maggiormente tecnici.


Sa alzare i ritmi e rubare molti palloni

Spesso si parla di come Ty Lawson sia un pessimo difensore: non è del tutto vero. Chiaramente soffre molto la fisicità degli avversari ma uno dei suoi più grandi pregi, apprezzati soprattutto nel periodo Karl, è la sua grande rapidità di mani che gli consente di recuperare qualche pallone e di scattare improvvisamente in contropiede. La volontà di prendersi più tiri possibile in campo aperto è un aspetto molto importante nei concetti offensivi di McHale, che ritroverà in Ty Lawson un giocatore capace di correre il campo come pochi e di trovare con continuità i compagni in contropiede. Quale miglior giocatore di Ty Lawson per alzare i ritmi della partita?


Ottimo tiratore dal perimetro

La sua pericolosità dal perimetro è un fattore estremamente rilevante nel contesto degli Houston Rockets: nonostante Lawson preferisca avere sempre la palla in mano, riesce comunque a farsi trovare molto spesso pronto a tirare sugli scarichi dei suoi compagni: nella sua carriera nba Ty ha preso il 75% delle triple assistite, dato che evidenzia la sua buona propensione nel giocare senza palla, facendo cadere quindi parte dei dubbi sulla convivenza con James Harden, altro importante accentratore di gioco. Le percentuali di tiro dalla lunga distanza (circa 37%) sono discrete ma se inserito nel giusto contesto e con le dovute motivazioni la guardia ex UNC si potrebbe rivelare un aggiunta straordinaria al già rodato attacco di Kevin McHale, specie considerando le carenze offensive di quello che fino a pochi giorni fa sarebbe dovuto essere ancora una volta il “playmaker” titolare: Patrick Beverley.


PERCHÉ NO


Vuole avere troppo spesso la palla in mano

La principale tendenza di Lawson è quella di impostare autonomamente il gioco, senza stare troppo spesso lontano dalla palla alla ricerca di migliorare la circolazione dell’attacco: questo ha avuto un enorme impatto negativo nell’ultima versione dei Nuggets quando Ty ha deciso di prendere sulle spalle la squadra e invece di trasformarsi un leader, come richiesto da Shaw e la società, è diventato un “mangia palloni” cannibalizzando il gioco e tenendo eccessivamente la palla tra le mani. Questo è forse il principale rischio in cui incorre l’attacco di Houston con l’arrivo di Lawson: Harden per esprimersi al massimo ha bisogno di impostare lui il gioco, sentendosi sempre al centro dell’attacco e giocando nelle posizioni del campo che maggiormente predilige. Non è che Lawson interferirà con tutto questo andando a ricreare lo stesso problema verificatosi a Oklahoma City? Visto il minutaggio impressionante a cui Harden è “sottoposto” in ogni partita da parte di Kevin McHale, poco importerà se Lawson partirà o meno dalla panchina, rendendo questo problema quanto mai significativo.


Prolemi caratteriali (alcolismo e allenamento)

Il principale motivo per cui Tim Connelly e Josh Kroenke hanno deciso di cedere Ty Lawson non è stato di natura tecnica: negli ultimi mesi Lawson ha dimostrato scarsa disciplina, professionalità e rispetto per i ruoli. Elencare tutti i disagi provocati dal ragazzo alla squadra sarebbe chiaramente inutile ed eccessivo, credo basti ricordare due esempi: il primo, l’abolizione dello shootaround mattutino richiesto fortemente da Lawson; il secondo, l’arrivo con un giorno e mezzo di ritardo all’allenamento post all star break a causa di una serata “troppo movimentata” a Las Vegas. Lawson ha dunque rispolverato tutti quei problemi che avevano caratterizzato la sua esperienza europea durante il lockout, dimostrando così la sua scarsa professionalità quando si ritrova in contesti poco stimolanti: la possibilità di vincere l’anello basterà a tenere Lawson tranquillo e a non rovinare un ottimo spogliatoio come quello di Houston? Kroenke ha avuto proprio questo timore, mantenere un cattivo esempio in uno spogliatoio composto prevalentemente da giovanissimi ragazzi potrebbe portare anche loro fuori strada.



Incapace di giocare a ritmi più bassi

Il vero motivo del fallimento di Denver in questi due anni? Probabilmente proprio questo, la volontà di utilizzare una pallacanestro ragionata con giocatori che il loro meglio lo danno in campo aperto, o comunque quando le difese avversarie non sono completamente rientrate. Lawson in questi anni ha infatti dimostrato la sua incapacità nel giocare con continuità contro le difese schierate, perdendo troppo spesso la pazienza con tiri affrettati o banali palle perse. Contro la difesa schierata commette troppi errori di valutazione, intestardendosi in alcune situazioni (quali l’arresto e tiro dai 4-5 metri) che causano una perdita di ritmo per tutta la squadra: Lawson ha tentato troppo spesso di trascinare la squadra fuori dai momenti più difficili, ottenendo però il risultato contrario.


OVERVIEW

Tutto sommato dunque i vantaggi che l’arrivo di Lawson porteranno all’attacco di McHale superano i probabili problemi che questo potrebbe causare nello spogliatoio e nell’equilibrio della squadra: dal punto di vista mentale è probabile che con nuovi importanti stimoli Ty torni sui livelli di professionalità del 2012 quando trascinò i Denver Nuggets in una straordinaria stagione; dal punto di vista tattico la sua presenza sarà più una minaccia per gli avversari che un ostacolo per Harden dato che le sue qualità tecniche lo rendono pericoloso anche senza palla. Sarà inevitabile un iniziale periodo di ambientamento, organizzando nel miglior modo possibile le rotazioni e creando giochi appositi per Lawson: se i Rockets vorranno sfruttare appieno le qualità del giocatore dovranno “costringere” Harden a prendersi meno responsabilità offensive per ricevere tiri a più alta qualità, migliorando complessivamente la fluidità offensiva che in questi due anni è mancata in alcuni momenti della stagione o di una singola partita.


Articolo a cura di Alberto Ambrosio



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