domenica 13 settembre 2015

Il duello

Ettore contro Achille: sarà di nuovo Federer-Djokovic. Ecco il rispettivo percorso in semifinale e le aspettative per la pirotecnica finale.

di Federico Principi








Rispetto alle piacevoli sorprese del tabellone femminile, è stato perfino noioso assistere alle semifinali maschili che con clamorosa rapidità hanno emesso i verdetti che tutti attendevamo, ma con inaspettata facilità. Dopo la meritata caduta di Murray per mano di un Anderson sempre più convinto della propria dimensione, capace di approfittare delle tante seconde di servizio da quarta categoria dello scozzese, sembrava chiaro ormai a chiunque che Djokovic e Federer (questo Federer) sarebbero arrivati a giocarsi il duello conclusivo.

Nonostante la limitata durata delle due semifinali, con Cilic che ha ritoccato il poco invidiabile record negativo di game vinti (3) in una semifinale Slam, piccoli spunti sono riusciti ad emergere anche da questi match dei quali sapevamo già in anticipo il canovaccio tattico, oltre che ovviamente l'esito finale.


In carrozza
Strapotere assoluto. Novak Djokovic è sceso in campo forte di 13 vittorie in altrettanti precedenti contro Marin Cilic. Che è capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato...

Temevamo che sarebbe finita così. Con il croato incapace di imporre una velocità più alta agli scambi, lasciando Nole comodamente seduto sul divano allenarsi alla Playstation. Alla fine il serbo, che era sembrato fin troppo passivo e palleggiatore nelle ultime settimane, è parso invece un pizzico più aggressivo. Cilic, incapace di aprire gli angoli oltre che di accelerare violentemente, si è trovato in balia della catena di montaggio di colpi del numero uno.

Una sorta di monologo.

Non è certo il croato un giocatore vario: di soluzioni, di traiettorie, di angoli, di rotazioni. Tutto questo non fa altro che dare enormi sicurezze a chi in teoria dovrebbe recitare la parte del catenacciaro: Djokovic non ha mai avuto enormi grattacapi nel dover fronteggiare un gioco lineare come quello di Cilic. Sai sempre cosa aspettarti, in che modo ti arriverà la palla, e sai perfettamente che rispetto a incontri con Nadal, Federer o Wawrinka, ad esempio, gli spazi da coprire sono decisamente più ristretti. E di conseguenza il gioco più prevedibile.

Non c'è molto altro su cui commentare. Guardando i numeri, spicca immediatamente l'insufficiente percentuale di prime palle in campo, viatico fondamentale per Cilic per tenere il più possibile Nole a debita distanza. Se detta percentuale è del 45%, clamorosamente negativo è il dato del 22% di punti vinti con la seconda dal croato, mediamente perfino più lenta in termini di velocità rispetto alla seconda palla di Djokovic. Il piano di tentare di comandare sin dal colpo di inizio gioco è completamente fallito e Nole ha inesorabilmente avviato l'inevitabile procedura di esecuzione capitale. Con la stessa autorevolezza di Ernst Stavro Blofeld, nemico storico di Bond, accarezzando il suo famoso gatto bianco.

Le statistiche del match, fin troppo poco indicative della portata della supremazia di Nole.


Il vecchio re
Stesso strapotere mostrato anche da Federer sul connazionale Wawrinka. Meno prevedibile, ovviamente, ma la vittoria di Roger era altrettanto pronosticabile. Chi si riferiva all'ultimo match Slam tra i due era sicuramente tratto in inganno. Quando un mio amico mi chiese previsioni sulla sfida tra svizzeri al Roland Garros, risposi che a mio avviso (contrariamente a quanto accade invece sul veloce) sulla terra l'andamento degli scambi e della partita sarebbe dipeso più da Wawrinka. Che in questo US Open è quindi inesorabilmente tornato a recitare la parte del bob numero 2.

Sulla terra battuta la musica è diversa.

Sin dalle prime battute Stan non se lo è fatto spiegare due volte, impostando la propria partita sulla violenza e sulla pesantezza della sua palla, sicuramente superiori a quelle del più blasonato amico e connazionale. Che ha prevedibilmente reagito di conseguenza: sfruttando le ormai croniche difficoltà di Wawrinka in risposta, lento e troppo spesso incapace di anticipare la palla ricorrendo invece a deboli back, Roger non ha sostanzialmente avuto alcuna difficoltà nel produrre serve and volley con straordinaria continuità ed apparente semplicità. Evitando così di scambiare nonché di dare al campione in carica del Roland Garros la possibilità di avere il tempo necessario per caricare le ampie aperture di cui dispone, cosa invece consentita ed anzi auspicabile sui campi in terra. Per questo motivo la sfida tra Federer e Wawrinka rimane una delle poche possibili condizionate dalla superficie di gioco, a dispetto dei soloni che da anni ne predicano l'uniformità.

Federer non ha per nulla avuto paura di servire da sinistra verso il rovescio di Wawrinka. Dalle statistiche è infatti possibile notare come Roger cerchi soprattutto i servizi esterni da ambo i lati: l'obiettivo, dichiarato o comunque facilmente intuibile, era ovviamente quello di aprirsi il campo, eventualmente seguendo il servizio a rete per poi giocare la volée di approccio dalla parte di campo vuota. Costringendo quindi Wawrinka a colpire il passante in corsa: non essendo Stan rapido esattamente come Djokovic, sarebbe sicuramente stato più difficile piazzare un passante incisivo in quelle condizioni.

I numeri si riferiscono a tutte le prime di servizio in campo.

Federer ha cercato frequentemente la risposta di rovescio da sinistra anche per i motivi elencati in precedenza: nonostante sia proprio il rovescio il colpo migliore di Wawrinka, Stan ha la tendenza ad arretrare per caricare la risposta, che non sarà quasi mai un colpo vincente. Una manovra sicuramente più complicata su una superficie più rapida e di fronte al servizio (anche la seconda) di Roger, che si è sentito sicuro di scegliere quell'angolo anche nei casi in cui ha accantonato il serve and volley. Aspettandosi in ogni caso risposte poco velenose da Wawrinka che hanno consentito comunque a Federer di comandare immediatamente il gioco.

Nonostante cerchi più spesso l'angolo esterno, Federer ha piazzato una quantità di ace sicuramente superiore attraverso il servizio centrale, da sinistra. Quando si batte al centro le velocità sono ovviamente sempre più alte, visto che lo spazio di percorrenza della palla è ridotto e la rete più bassa. Non era tuttavia quella la tattica principale scelta da Roger al servizio e che invece lo potrebbe diventare con maggiore frequenza nella finale contro Djokovic. Oltre allo slice da destra, che rimane forse la specialità preferita da Federer, e con la quale ha ottenuto il maggior numero di ace da destra contro Wawrinka. Con questo tipo di servizio è talmente chirurgico che potrebbe colpire una monetina.

Gli ace della semifinale.


The clash
Non guardate i precedenti per stabilire chi potrebbe essere favorito. Piuttosto le ultime sfide sul cemento dovrebbero suggerire di puntare un euro ad occhi chiusi sullo svizzero, ma sono solo numeri.

Nonostante a partire dal 2011 Nole abbia decisamente preso il sopravvento sulla concorrenza, il gioco di Federer (perfetto per spezzare il ritmo degli avversari) ha spesso inceppato i sofisticati sincronismi della macchina serba. Lo svizzero è uno dei pochi a stanare Djokovic dalla ripetitività del palleggio da fondocampo, e le moderne evoluzioni del suo tennis non possono che stimolare la naturalezza nel creare determinate situazioni di gioco.

Il più classico dei contrasti di stili vedrà fronteggiarsi il miglior servizio (per efficacia e per angoli) contro la miglior risposta. Nonostante le percentuali di Djokovic in ribattuta siano altissime, Federer dovrà lanciarsi in attacchi a rete a seguito del servizio per alzare le proprie possibilità di successo, rischiando di essere infilato o comunque di giocare volée scomode in luogo di scambi prolungati dove difficilmente avrà la meglio. Dal canto suo Djokovic non ha la necessità di essere così aggressivo, ma non può in ogni caso risparmiarsi troppi rischi, evitando così di essere costantemente sotto pressione e di affidare il proprio destino principalmente nelle mani dello svizzero.

A Cincinnati, qualche settimana fa, Djokovic è parso un po' troppo passivo.

Cruciale sarà, come sempre, la percentuale di prime in campo di un Federer che, sempre più solido nella conquista dei propri turni di battuta, si sente sempre più rilassato nei game di risposta, liberando il braccio e la "SABR". La fece anche contro Nole a Cincinnati, e ottenne diversi punti. Lo slice da destra sulla risposta meno sicura di Nole (quella di dritto) dovrà essere chirurgico, come negli anni migliori. La posizione avanzata in risposta invece, anche nei casi in cui non deciderà per la "SABR" (che rimane comunque una soluzione piuttosto estemporanea), potrebbe in ogni caso creare problemi ed ansie a Djokovic prima di giocare la seconda palla. Il serbo non è più così traballante al servizio come nel biennio 2009-2010, ma di fronte alla progredita rapidità di Federer alla risposta potrebbe rimanere spiazzato.

Ovviamente Djokovic tenterà in tutti i modi di prolungare lo scambio oltre i 5-6 colpi, spostando il più possibile le operazioni sulla diagonale sinistra. Con il nuovo attrezzo Federer ha acquistato più sicurezza da quel lato, ma ogni paragone con Nole è, purtroppo per lui, ancora improponibile. Rispetto alla finale di Wimbledon lo svizzero avrà il vantaggio di giocare su una superficie con rimbalzo regolare, che favorisce sicuramente il timing del rovescio ad una mano, ma al tempo stesso il rimbalzo sarà sicuramente più alto. Per questo motivo Djokovic cercherà con ogni probabilità di caricare il top spin con il proprio dritto, anche anomalo incrociato, verso il colpo debole di Federer. Che tuttavia ha mostrato negli ultimi precedenti sul duro di anticipare ed impattare perfettamente anche con il rovescio, mandando un po' in confusione i piani tattici del serbo che gli suggerivano (giustamente) di insistere su quel lato. Vedremo se Federer sarà capace di sciogliere il braccio con più facilità rispetto a Wimbledon, dove con il rovescio era sembrato leggermente contratto, finendo per pagarne dazio.

Nella semifinale dello scorso anno a Shanghai, sul duro, Federer ha tenuto con grande sicurezza la diagonale sinistra. Si può ad esempio vedere come, nello scambio al minuto 1:07, sia addirittura Djokovic il primo ad accorciare, perdendo inevitabilmente il punto.

Nutrivo dubbi sulla tenuta di Djokovic dell'altra diagonale, la destra, nella finale di Wimbledon. Dubbi fugati da un'eccellente prestazione anche in quella zona di campo, che ha di fatto azzerato le possibilità di Federer di vincere uno scambio superiore ai 4 colpi. Sul duro il dritto di Djokovic è sicuramente più sicuro ed efficace, ed il compito di Federer non sarà soltanto quello di attaccare da quella parte, bensì soprattutto di inchiodare il più possibile il serbo da quel lato, stringendo il più possibile l'angolo per evitare che il velocissimo Nole riesca in qualche modo a giocare un efficace lungolinea con lo scopo di spostare il gioco sulla diagonale sinistra.

Dal punto di vista psicologico è veramente difficile effettuare considerazioni. I due giocatori sono talmente esperti e hanno raggiunto un così alto livello di confidenza in se stessi che gli equilibri in campo, sotto questo aspetto, saranno impercettibilmente sottili. Vista la costanza di risultati che sta mostrando, Federer potrebbe perfino non sentire neanche quella minuscola pressione da ultima chance. Dall'altro lato Nole è, forse, colui che ha di più da perdere: ma un'eventuale sconfitta contro un Roger di livello così alto non sarà certamente un dramma. Per questo motivo la partita sarà probabilmente decisa più dalle lucide scelte tattiche che dall'emozione.


Articolo a cura di Federico Principi

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